La cometa 3I/ATLAS – 8° aggiornamento

Riguardo alla cometa 3I/ATLAS, tra notizie vere ed altre notizie false e tendenziose, ecco comparire un inatteso colpo di scena stellare!


Stavo per scrivere questo aggiornamento sulla cometa interstellare 3I/ATLAS a partire da un paio di notizie apparse su SpaceWeather, la prima delle quali seriosissima e l’altra assolutamente no, quando è apparso un altro articolo su UniverseToday, che mi ha rinfrancato lo spirito scientifico, minato da certe notizie false e tendenziose che si trovano purtroppo in internet.

Ma procediamo con ordine: intanto in questa pagina del nostro sito, troviamo tutte le NEWS fin qui pubblicate dal sottoscritto sulla cometa interstellare, all’interno delle quali troverete tante immagini e piccoli filmati, nonché il mio contributo alla vicenda, con il visualizzatore 3D interattivo da me realizzato ed utilizzato già in tantissime occasioni di oggetti celesti (comete, pianeti e asteroidi) e sonde spaziali.

Passiamo dunque alle ultime notizie, una vera ed una no.

Il telescopio HST fotografa la cometa

Ne avevo parlato proprio nella scorsa puntata di aggiornamento e puntuale come un cronometro il mitico HST ha fotografato l’oggetto interstellare che definitivamente presenta un aspetto cometario a dispetto della grande distanza dal Sole: in particolare dal blog (o sito: non lo conoscevo) bsky.app è apparso un post in cui sono state pubblicate immagini e filmatini della cometa e purtroppo sono presenti commenti di personaggi che potrebbero pure starsene zitti evitando così di insultare la platea di persone appassionate ed interessate…

Assolutamente ignorando questi fatti negativi, vediamo insieme quanto di buono ha fornito l’HST: in questo piccolissimo filmato

dove vediamo lo spostamento della nostra cometa (come si fa a dubitare sulla sua natura?) tra le stelle che appaiono come strisce mentre i puntini che si vedono sono i raggi cosmici.

L’autore del post (astrafoxen) ha pubblicato pure tre immagini da lui rielaborate a partire da altrettante immagini calibrate dell’HST

credit : astrafoxen
credit : astrafoxen
credit : astrafoxen

che ancora una volta mostrano, se ce ne fosse bisogno, l’oggetto interstellare come una cometa: cliccando ognuna delle tre si apre l’immagine in alta risoluzione.

Sempre su SpaceWeather come detto è apparso un post dal titolo che non merita nemmeno di essere citato, in cui un fisico teorico, nientemeno che ex presidente del Dipartimento di Astronomia di una famosa università, ha elargito le proprie farneticazioni riguardanti l’oggetto interstellare, definendolo come oggetto alieno e suffragando le proprie convinzioni con cinque punti in cui ridicolmente afferma cose allucinanti. Non è nuovo a questo genere di falsità che non hanno nulla di scientifico e purtroppo se ne trovano ampie tracce come detto in social e in apposite raccolte di filmati.

Qui mi fermo, dato che non voglio nemmeno citare chi sia e dove abbia pubblicato qualcosa, tanto non è difficile trovarne traccia grazie all’IA che oramai caratterizza i motori di ricerca: dalla padella nella brace.

Non detto questo, torniamo alla Scienza vera, che tutti noi apprezziamo.

Nel sito UniverseToday…

… è apparso un bellissimo articolo il cui titolo inglese potrebbe apparire fuorviante a chi conosce poco la lingua inglese, per colpa dei cosiddetti “false friends” che suonano come parole italiane, ma che invece significano tutt’altro: un esempio banalissimo? Il termine “theatre” che significa soprattutto “cinema” oltre al più consonante “teatro” (gli americani non vanno a teatro per vedere i film!), ma ce ne sono a tonnellate…

Il titolo è “Apparently Vera Rubin captured images of 3I/ATLAS before it was even discovered“, laddove il primo avverbio significa “evidentemente, a quanto pare” e non certo in questo caso “apparentemente”: non essendo destinato direttamente ad una platea italiana, il ben noto autore Andy Tomaswick poteva semplicemente eliminare del tutto la prima parola, dato che poi nel contesto appare chiaro e tondo il concetto di cometa per questo oggetto interstellare, alla faccia di chi ancora ne dubita. Lascio la parola ad Andy con un riassunto ragionato di quanto riporta nel suo articolo abbastanza complesso.

L’Osservatorio Vera Rubin aveva già immortalato la cometa 3I/ATLAS prima ancora della sua scoperta

Non suona meglio un titolo così, senza tanti avverbi, che fanno pensare che persino l’autore ne dubiti?!

Senza tirare in ballo la serendipity, cioè la scoperta di qualcosa mentre se ne cercava un’altra, dato che le osservazioni fatte di un oggetto celeste prima della sua scoperta sono all’ordine del giorno, il telescopio Vera C. Rubin ha casualmente fotografato la cometa nel corso della fase di Science Validation survey (SV), quella fase di test che precede l’effettiva mesa in opera di un apparato, in questo caso un telescopio, per mezzo di immagini da testare e calibrare fino al via definitivo.

In particolare le immagini scattate il 21 giugno nella zona di cielo dove si trovava la cometa in base alle sue effemeridi calcolate con i valori più recenti e sempre più corretti dei parametri orbitali, hanno mostrato l’oggetto interstellare dieci giorni prima della sua scoperta ufficiale ed appena un paio di giorni prima che il Vera C. Rubin diventasse operativo e mostrasse al mondo le sue prime immagini ufficiali.

A differenza di quella che sarà la routine di validazione delle immagini a regime, queste prime immagini sono state controllate non da un algoritmo, ma da studiosi, il che non ne inficia assolutamente la validità: in particolare partendo da 49 immagini incluse in uno studio da poco pubblicato in arXiv, alcune di queste sono state escluse perché riprese durante la fase di allineamento del telescopio, oppure perché la cometa era sovrapposta ad una stella (ndr: non è la prima volta che si esprimono in questo modo inconsueto: si tratta di un’occultazione!) oppure ancora perché fuori fuoco. Ne sono rimaste 19 riprese durante la fase di SV.

Ebbene in queste immagini l’oggetto misterioso si comporta proprio come una cometa e le sue immagini mostrano nella più alta risoluzione possibile un nucleo circondato da una coma di gas e polvere, come succede nelle comete. Ed in più l’ampiezza di questa chioma si è espansa del 58% man mano che passavano i giorni e la cometa si avvicinava al Sole.

In più la cometa presentava (ndr: agli occhi esperti!) una coda che puntava verso il Sole, spiegabile come un’emissione di polvere anisotropa, già scoperta in altre comete, sebbene in modo assai raro, provocata secondo alcune ipotesi, dalla lenta emissione di particelle più grandi che viceversa non sono state spinte all’indietro dalla pressione di radiazione solare oppure dall’asse di rotazione allineato con il piano orbitale.

A differenza di 1I/Oumuamua, la 3I/ATLAS non presenta ancora alcun segno di accelerazione non gravitazionale, ma non è detto che la presenterà come aveva fatto il primo viaggiatore interstellare ma solo in prossimità del perielio. Ricordo però che nel periodo in cui la cometa si troverà in prossimità del perielio, la Terra si troverà dal lato opposto rispetto al Sole, rendendo molto complesse se non impossibili le osservazioni della cometa stessa.

In più dal 22 agosto il Vera C. Rubin la perderà di vista, allorché la cometa si sposterà all’esterno della zona di cielo osservabile dal telescopio, ma comunque gli autori dello studio si aspettano dal telescopio almeno un altro centinaio di immagini nuove.

Diamo un’occhiata al pdf pubblicato…

… e scaricabile da qui del sito arXiv.

Nelle prime tre pagine e mezzo appare un elenco sterminato dei contributori allo studio e dei loro enti di appartenenza, che la dice lunga sulla validità degli studi condotti, caro Andy… In questa immagine ho isolato soltanto i cognomi…

provare a contare quanti sono!

Ma veniamo al sodo: ecco un’immagine della cometa!

Mentre qui abbiamo una galleria delle osservazioni serendipitose (sono gli autori a tirare in ballo la serendipity, non l’incolpevole Andy! Sorry!)

con immagini scattate nelle date indicate, seguite nel testo da una tabellona contenente i dati delle osservazioni effettuate.

Lascio volentieri agli interessati la lettura del difficile documento e delle formule in esso riprodotte (ad esempio a pag.18 ma anche 24) non prima di mostrarvi questo diagramma in cui si vede la zona di cielo inquadrata dal Vera C. Rubin durante la fase SV

dove

  • la colorazione delle varie zone rappresenta il numero di visite alle singole zone
  • i puntini neri rappresentano le osservazioni della 3I/ATLAS
  • la stellina gialla è l’ultima possibilità di osservare la cometa il 22 agosto
  • la linea rossa è l’eclittica
  • la linea celeste intera rappresenta il piano galattico, esteso fino alle linee celesti tratteggiate

Dopo avervi detto che nell’ultimo bollettino dell’M.P.C. (Minor Planet Center) sono presenti ben 325 osservazioni della cometa da parte di Astronomi professionisti ed amatori, vi rimando alla prossima puntata per altri aggiornamenti!

Informazioni su Pierluigi Panunzi 568 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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