La supernova e i raggi cosmici


Autobiografia di un Protone

La vita sulla superficie della stella non era certamente movimentata come quella nel nucleo, ma non pensate che fosse tranquilla come una vacanza in riva al mare! Non stavamo mai fermi, eravamo in continuo tumulto. In continuazione, materia incandescente proveniente dall’interno della stella risaliva in superficie, procurando tempeste di fuoco larghe fino a 1000 chilometri, chiamate “granuli”, poi un volta raffreddata ricadeva verso il basso. C’erano poi violente esplosioni, i flare, che si verificavano anche parecchie volte in un giorno (usando sempre i riferimenti temporali terrestri), che liberavano una grande quantità di energia e generavano venti potentissimi che scagliavano le particelle lontano nello spazio. Moltissimi protoni come me lasciarono la stella a tutta velocità, lasciandosi trasportare dal vento stellare. Da una parte avrei desiderato entrare anch’io nel vento e volare via, all’esplorazione di nuove regioni dello spazio. D’altra parte però ero troppo curioso di assistere all’evoluzione di questa stella, di cui ora facevo parte. In ogni caso, non stava a me decidere dove andare; la vita di un protone è soggetta alle forze della natura, e anche se molti dei miei vicini vennero rapiti dal vento stellare, a me non accadde.

Noi sulla superficie non potevamo vedere cosa sucedeva all’interno, ne comunicare con i nostri fratelli nel nucleo. Ma c’erano i fotoni, quelli che fuoriuscivano dal centro della stella, che mentre si facevano un varco tra di noi abitanti degli strati esterni per uscire, ci raccontavano la loro esperienza. Per i primi 20 milioni di anni circa, la storia che ci raccontavano era sempre la stessa: “La gravità è fortissima laggiù. I protoni e i neutroni vengono compressi così tanto da finire per fondersi. Coppie di protoni e neutroni – nuclei di idrogeno – si fondono dando origine a nuclei di elio, composti da 2 protoni e 2 neutroni! Il processo libera energia, noi siamo quella energia”. Orgogliosi, ci SFRECCIAVANO accanto e sparivano alla velocità della luce irradiando lo spazio circostante, e portando il loro messaggio nell’Universo.

Furono i fotoni a descriverci anche com’era strutturato il corpo celeste su cui ci trovavamo. Scoprii di abitare nell’atmosfera della stella,uno strato sottile detto cromosfera. Sotto di noi c’era la fotosfera, la regione più luminosa, da dove i fotoni riuscivano finalmente a sfuggire le alte densità sottostanti e a irradiarsi all’esterno. Più internamente c’era il nucleo, sede della fornace dell’astro, dove si produceva energia e calore.

Dopo questi primi miloni di anni, il racconto dei fotoni che ci raggiungevano cambiò: ci dissero che tutto l’idrogeno presente nel nucleo si era trasformato in elio, così ora erano coppie di nuclei di elio che venivano fusi insieme, dando origine a carbonio (6 protoni e 6 neutroni). Allo stesso tempo, lo strato di idrogeno che circondava il nucleo entrò nella fase di fusione, trasformandosi a sua volta in elio.

Dopo altri venti milioni di anni, il racconto cambiò di nuovo: ora dicevano che nel nucleo, coppie di nuclei di carbonio si fondevano diventando ossigeno, l’elio più esterno si fondeva in carbonio, l’idrogeno più esterno in elio, ecc.

Avidi dei loro racconti, noi nella cromosfera restavamo in trepida attesa di nuovi sviluppi, come al cinema quando si assiste a un film giallo, ovviamente sempre attenti a non farci sorprendere da un flare, o altro tipo di tempesta incandescente. Discutevamo anche del nostro futuro, cercando di fare previsioni: saremmo entrati anche noi in una reazione nucleare? O eravamo troppo lontani dalla fornace stellare? Spesso pensavo a Procolo. Chissà se lui era ancora un protone singolo, cioè idrogeno, oppure se adesso era parte di un nucleo più pesante, come l’elio o il carbonio, insieme ad altri protoni e neutroni.

Gli elementi cucinati nella stella aumentavano. I fotoni iniziarono a parlare di sodio, magnesio, alluminio, silicio, zolfo, fosforo, cloro, potassio, calcio, titanio, manganese….fino a un elemento con ben 26 protoni, il ferro. Restammo in attesa di scoprire dai nostri cantastorie quale sarebbe stato il prossimo elemento dopo il ferro, ma…non ve ne furono altri.

Improvvisamente, la stella esplose. Una esplosione maestosa, che ci rese più luminosi delle centinaia di migliaia di stelle che componevano la galassia in cui vivevamo. La materia venne scagliata in tutte le direzioni. Fu il caos generale. L’esperienza più intensa che io avessi mai avuto, forse anche più intensa della mia infanzia nelle battaglie tra materia e antimateria. Ebbi comunque poco tempo per godermi lo spettacolo. L’esplosione fu così potente che mi diede un’accelerazione violentissima. In un istante venni fiondato nello spazio a una velocità per me inimmaginabile. Accanto a me tutto sfrecciava così rapidamente che non riuscivo a distinguere nulla. Stordito e inebriato, mi resi conto che solo i fotoni tenevano il mio passo. Ma come poteva essere? Era così! Io, un protone, un barione con massa, stavo viaggiando a una velocità di non molto inferiore a quella dei fotoni! Ero diventato un raggio cosmico…


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5 Commenti

  1. caro TeoFra o FraTeo,
    sei fantastico! Il tuo racconto è senz’altro il più bello che possa esistere nell’Universo e tu lo stai raccontando come meglio non si potrebbe. Si può dare un bacione a un protone? Spero proprio di sì!!!! 😛 😛 😛
    Mi raccomando ti aspettiamo per il secondo raduno…. Non puoi mancare!!!!!

  2. Grazie, Giuseppe!! Scusa il ritardo della mia risposta. In questo periodo la mia vita è un po’ incasinata….ma mai come quella di Teo 😆
    Sei molto gentile

  3. Grazie, Enzo! Scusa anche tu il vergognoso ritardo. Naturalmente si può dare un bacio a un protone. Lo porterò con me al II raduno!!!!!!! 😎

  4. Un momento, Proteo.
    Sulla tavola periodica, di elementi naturali se ne contano 92. Se nella stella si formano solo fino al 26°, gli altri 66 da dove sono saltati fuori?
    I tuoi amici fotoni, che sembrano sapere tutto, non ti hanno raccontato la storia degli altri 66 elementi?
    Io sarei curiosissimo di conoscerla.
    Raccontaci anche quella, dai! 😀