Pianeti tra le Sette Sorelle

Annunciata la scoperta di chiare tracce di formazione planetaria intorno a HD 23514, una stella appartenente all’ammasso aperto delle Pleiadi.

Pianeti tra le Sette Sorelle

Non solo le Pleiadi sono l’ammasso stellare più prossimo alla Terra – la loro distanza è di circa 400 anni luce – ma probabilmente sono anche quello più noto. A chi si accosta all’astronomia vengono indicate come test di acutezza visiva e il loro strano aspetto è un invito davvero irresistibile per chi comincia a scrutare il cielo con un binocolo.

Benchè la loro natura stellare sia evidente già a occhio nudo, Charles Messier ha ugualmente segnalato la loro presenza ai cacciatori di comete perchè non cadessero in errore (sono al numero 45 della sua famosa lista). A dispetto di quanto l’occhio ci possa suggerire, però, l’ammasso delle Pleiadi non è formato solo da quella lattiginosa manciata di stelle che spiccano nella costellazione del Toro. L’ammasso, infatti, è composto da circa 1400 stelle la cui età è di circa 100 milioni di anni: stelle giovanissime, dunque, se raffrontate al nostro Sole.

HD 23514 è una delle stelle dell’ammasso e possiede massa e luminosità appena più grandi di quelle del Sole. Una stella tutto sommato normale, dunque, ma qualcosa ha fatto concentrare su di essa le attenzioni degli astronomi. Alla ricerca di altre stelle circondate da polveri come quella da loro individuata nel 2005 nella costellazione dell’Ariete, Joseph Rhee (UCLA), Benjamin Zuckerman (UCLA) e Inseok Song (Spitzer Space Center), hanno consultato le osservazioni infrarosse ottenute dal telescopio spaziale Spitzer e si sono imbattuti proprio in HD 23514.

Per verificare se l’eccesso di radiazione infrarossa fosse dovuto davvero alla presenza di una calda nube di polveri e per valutarne la consistenza, i ricercatori hanno fatto ricorso al telescopio Gemini North e al sensibile rilevatore infrarosso Michelle, uno strumento che fa nel contempo da macchina da ripresa e da spettrografo.

Risultato: l’emissione infrarossa sembra proprio sia originata da un eccesso di polvere che si trova nella zona in cui dovrebbero situarsi i pianeti di tipo terrestre, cioè tra 0.25 e 2 UA dalla stella. Secondo i ricercatori, però, l’enorme quantità di polvere intorno ad HD 23514 non sarebbe la polvere primordiale che entra in gioco nella formazione planetaria, ma avrebbe un’origine ben differente. Rhee e i suoi collaboratori, infatti, ritengono che quella polvere sia il risultato di una recente gigantesca collisione in cui sono rimasti coinvolti oggetti rocciosi di dimensioni ragguardevoli.

Vista la polvere in gioco, insomma, per i ricercatori saremmo di fronte a qualcosa di molto simile a ciò che è successo alla Terra in occasione della formazione della Luna. Quello che si dice dell’infanzia e dell’adolescenza del nostro sistema planetario, dunque, sembra si sta ripetendo anche altrove.

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 629 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.