Il Phoenix Mars Lander atterra su Marte

Dopo un lungo viaggio di 422 milioni di miglia, iniziato il 4 agosto dello scorso anno, il Phoenix Mars Lander è atterrato sul polo Nord Marziano, dove per tre mesi analizzerà il suolo alla ricerca di acqua ghiacciata.

Il Phoenix Mars Lander atterra su Marte

Dopo un lungo viaggio di 422 milioni di miglia, iniziato il 4 agosto dello scorso anno, il Phoenix Mars Lander è atterrato sul polo Nord Marziano, dove inizierà tre mesi di analisi alla ricerca di acqua ghiacciata.

I segnali radio ricevuti alle ore 7.53pm ET (ore 1.53 am per l’Italia) di stanotte confermano che il modulo è uscito indenne dalle difficoltà incontrate durante la “diretta” di 15 minuti prima. Questo è infatti il tempo che i segnali radio (che viaggiano alla velocità della luce) impiegano per giungere dal pianeta rosso fino a noi.

“Per la prima volta in 32 anni, e per la terza nella storia, il team del JPL ha portato a termine un atterraggio morbido su Marte,” afferma Michael Griffin, amministratore dell’agenzia spaziale. “Non potrei essere più felice, sono qui a testimoniare un incredibile evento”.

Le prime immagini sono già disponibili, non perdete d’occhio il sito ufficiale!

Informazioni su Stefano Simoni 629 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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30 Commenti

  1. 🙂 🙂 ..evvvai Phoenix! Perfetto, ora l’aspettano tre mesi di missione… 😛 belle le prime foto, peccato siano in bianco e nero, 🙁 ma forse per lo scopo della missione, cercare tracce d’acqua, non è indispensabile il colore. Certo che ora il JPL avrà parecchio da fare, ci sono pure i 2 piccoli rover che gironzolano su Marte da controllare -ed in futuro pare anche anche una missione con aeromodello telecomandato-, metti che succeda il primo incidente stradale “marziano”! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

  2. I segnali radio viaggiano alla velocità della luce? Scusate l’ignoranza: io credevo che non ci fosse nulla di più veloce di un fotone… dove mi sbaglio?

  3. @Dario….. 😯 😯 …azz.., è vero, ho ingrandito l’immagine, c’è qualcosa di verticale, sembra artificiale, forse un segmento staccatosi della sonda…., o forse no??——- ecco che adesso si apre una querelle sulle foto, abbiamo trovato i marziani! …vero, prof? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

  4. @Moreno,
    non stuzzicare se no ti mando un … veghiano con dodici file di denti e unghioni grandi come scimitarre !!! Comunque io non vedo il paletto … In quale foto lo vedete?

  5. Qui c’è un video che lo mostra. Chiaramente sarà qualcosa che si è staccato dalla navetta, però è curioso, sembra un paletto conta chilometri 🙂

  6. penso proprio che è qualcosa di Made in USA (oppure Made in China… 😆 ), però mi sembra di leggere qualcosa… aspettate che ingrandisco… Wel… non leggo bene… Welcame… no… Welcome!
    Beh, i marzianini verdi sono proprio gentili…
    A parte scherzi, chissà com’è? Alla distanza del palo, tutti gli oggetti sono sfocati, con i contorni imprecisi, mentre il palo stesso è ben dettagliato! Poi ingrandendo le immagini si vedono degli “artefatti” tipici di una manipolazione fotografica.
    Speriamo solo che i creduloni non ci caschino un’altra volta… ma purtroppo è una speranza vana… 🙄

  7. @pierluigi il dettaglio c’era già nelle foto pubblicate sul sito della NASA, non è sicuramente una manipolazione di qualcuno. Al massimo più essere un qualche tipo di riflesso o errore della fotocamera.

  8. @Dario, sono andato subito nel sito della NASA ed in effetti pensavo anche io ad un difetto della fotocamera, soprattutto perchè i pixel bianchi sono troppo verticali, per non far pensare ad un difetto.
    Aspettiamo notizie dalla NASA

  9. Oggetto

    Quoto Pier. Ci sono una decina di pixel senza “aliasing” che vanno dritti in verticale. E’ chiaro che non appartengono all’immagine sorgente, ma è un residuo di elaborazione. La parte sottostante può essere un pezzo di involucro perso nell’atterraggio?

    @Enzo
    Ecco l’immagine incriminata

  10. Salve,
    si nota un qualcosa di simile anche su altre immagini, le n° 509, 542 e 543, in alto a sinistra quasi a filo dell’orizzonte…

    ciao ciao 😉

  11. accidenti questi marziani sono proprio degli sprovveduti e lasciano un mucchio di segni …. E non si preoccupano nemmeno di pulire il terreno. Dovrebbero essere multati severamente !!! A parte gli scherzi, anche a me sembra un problema di telecamera: i contorni sono troppo netti. Sappiamo già cosa ci sarà nel prossimo numero di Voyager …

  12. Ma, per assurdo, non è che è il guscio protettivo superiore (a cui era attaccato il paracadute) ?

  13. :mrgreen: ..ok, aspetto al varco Roberto Giacobbo di Voyager, visto che è sempre inviato per il mondo, magari riesce a fare una diretta affiancato a Phonix, vediamo che ci dirà 😀 …. :mrgreen: :mrgreen: …….per me un’altra foto molto bella è quella che riprende la sonda in discesa col paracadute ripresa dal Mars Express in orbita.-

  14. Concordo anch’io sul fatto che voyager sia una trasmissione per creduloni, e sicuramente in qualche puntata parleranno di questo “mistero” su Marte. Magari lo staff della trasmissione andra’ direttamente sul posto, cosi’ ce li togliamo di torno per un po’ 😆

  15. Secondo voi può essere un riflesso causato dalla presenza di una parte della capsula oppure causato dalla fotografia stessa? Forse in una prossima fotografia con il sole in posizione differente si potrà vedere meglio che cos’è. 🙄

  16. Ciao a tutti!
    Ho downloadato l’immagine incriminata dal sito della NASA e l’ho aperta con PaintShopPro ingrandendola fino al 1000% per vedere bene i singoli pixel.
    Nella foto si vede che si tratta di un difetto nell’immagine: però se fosse un difetto della camera (quindi del sensore), si avrebbe in tutte le foto.
    Allora potrebbe trattarsi quasi sicuramente di un piccolo problema, magari un errore non recuperabile nella trasmissione dei dati, che ha fatto sì che il software di conversione ha poi generato un artefatto rappresentato da una curiosa sequenza di 5 pixel di cui 4 apparentemente dello stesso colore.
    Non è curiosa invece quella specie di “scacchiera” che si vede sulla sinistra del palo verticale: pattern di questa forma sono comuni in immagini di tipo JPG e si vedono solo a forte ingrandimento. Sono dovuti proprio alla codifica dei file jpg e sono parti che ad ingrandimento unitario non si notano minimamente.
    Se ci fate caso si vedono altre “scacchiere” qua e là pure nel cielo, ma non sono assolutamente vere, ma artifatti.
    Volete fare un esperimento? Prendete una qualsiasi foto in formato jpg fatta con la vostra fotocamera ed ingranditela di parecchio (anche con Microsoft Paint): ne vedrete delle belle! Vi accorgerete come piccole imperfezioni nei sensori vengono “tradotte” con il formato jpg.
    L’unica possibilità di vedere i pixel esatti è con il formato RAW, ma richiede l’uso di fotocamere digitali di elevata qualità (Nikon o Canon, tanto per fare nomi): confrontando un’immagine RAW con la corrispondente JPG ad alto ingrandimento si noteranno subito differenze enormi: però l’immagine JPG occupa meno spazio su disco pur con la contropartita una “manipolazione” dell’immagine stessa.

  17. Ho provato a salvare l’immagine e a ingrandirla. In effetti si vede meglio che è un difetto dell’immagine. Provate!

  18. Si, ma tanto qualcuno proverà ad approfittare di questo difetto d’immagine per mettere in mezzo misteri e ufo e ovviamente ci saranno le solite persone che “abboccheranno”, e da qui via a nuove puntate di voyager! 😡

  19. Mi sa che una cosa simile si vede pure in una delle ultimissime immagini a colori (bellissima), quella in cui si vedono la bandiera americana e il dvd “Messages from Earth”.Stavolta però è verde! 😯 Anche questo è un difetto d’immagine oppure è un qualche strano riflesso? Boh? 🙄

  20. @Roberto penso sia colpa dell’elaborazione dell’immagine. Da quello che ho capito, le foto sono scattate tutte in bianco e nero, e i colori sono frutto di elaborazioni successive, basate sulla scala di grigi e altre robe 🙂 i colori quindi sono un pò approssimati.

  21. Nel commento precedente avevo fatto un’analisi di quello che poteva essere il motivo della linea verticale: avevo accennato a termini tipo JPG e RAW, due formati di memorizzazione di immagini.
    In particolare con una fotocamera di qualità (una reflex digitale) è comunque sempre possibile memorizzare le foto in formato RAW: senza scendere in particolari troppo tecnici, in questo formato ogni pixel dell’immagine viene rappresentato con un valore che ne rappresenta il valore di luminosità in una scala di grigi, che va dal bianco puro al nero, di solito con 24-36 bit di risoluzione (4 byte per ogni pixel). Ecco che il nero viene rappresentato col valore 0 (tutti i bit posti a 0) ed il bianco col massimo valore (tutti i bit ad 1). Oltre a questi valori (uno per ogni pixel), vengono aggiunte altre informazioni (tantissime!) ed inoltre vengono aggiunte le informazioni di colore, che sono funzione del “$filtro$” software prescelto tra quelli già presenti nella fotocamera.
    Di solito, quando scattate una foto, normalmente l’immagine viene ripresa dal sensore (in formato RAW) e poi viene elaborata dal processore posto all’interno della fotocamera con il “$filtro$” prescelto e viene memorizzata nella memory card: se noi cambiamo il “$filtro$”, ecco che l’immagine risultante viene completamente diversa. Ad esempio ci sono i filtri per le luci fluorescenti, per la luce solare, per la montagna, ecc ed ognuno consente di correggere i colori in modo da farli sembrare più naturali, nel caso siano presenti le cosiddette dominanti di colore.
    Ora anche la nostra sonda Phoenix agisce nello stesso modo: tutte le foto che invia sono in formato molto simile al RAW (si chiama “formato proprietario“) e solo in postelaborazione i tecnici della NASA possono decidere quale $filtro$ usare: ecco che le foto in bianco e nero sono quelle che subiscono la minore elaborazione (che comunque introduce alterazioni), ma poi per poterle pubblicare si devono trasformare in JPG, altrimenti occuperebbero troppo spazio.
    Ovviamente su Marte c’è una discreta dominante rossa che magari converrebbe fitrare altrimenti le foto a colori risulterebbero troppo rosse.
    Se io fossi lì a fotografare di persona, userei un $filtro$… Ma questo è sognare ad occhi aperti! 😉

  22. Volevo sapere:se Phoenix è arrivato a destinazione in 10 mesi…quanto ci vorrà agli astronauti x arrivare su Marte tra qualche decennio???

  23. Forse dico scemate 😕 , ma ci ha messo così tanto perchè ha usato il metodo della fionda gravitazionale, invece che una traiettoria più diretta di circa 6 mesi….Prof., + o – è così?

  24. @Moreno,
    per quanto ne so io (ma non sono sicuro) la crociera dovrebbe essere stata diretta e quindi senza assistenza gravitazionale. L’unica cosa che dovrebbe avere ritardato i tempi è stato un lancio in direzione “opposta” a marte per eliminare la possibilità che il terzo vettore seguisse una traiettoria pericolosa. Dopo questa prima fase è stato fatto un cambiamento di rotta verso marte che non ha avuto cambiamenti fino quasi all’arrivo. Probabilmente questa strategia ha allungato un poco i tempi minimi… Comunque se qualcuno sa cose più precise, intervenga …

  25. Ciao!
    volevo confermare che la traiettoria della sonda spaziale è stata del tutto lineare, nulla a che vedere con le complesse traiettorie in cui si utilizzano i cosiddetti gravity assist a cui accennava Moreno.
    A questo indirizzo troverete il dettaglio del percorso seguito dalla sonda per giungere su Marte.

  26. Per quanto riguarda l’oggetto misterioso discusso nei commenti precedenti, la NASA sembra confermare che si tratti del paracadute, rimasto a 300 metri verso sud rispetto al lander.