Livello superiore

Le capacità scientifiche dell’uomo non hanno mai fine.


Tutta l’umanità aspettava con ansia quel decisivo tassello finale. Erano passati secoli di studio, di fatica e di insuccessi per arrivare a ciò, sacrificando per l’astrofisica teorica la maggior parte delle risorse mentali e materiali del pianeta Terra. Si erano costruiti immensi acceleratori di particelle, si erano simulate in laboratori costosissimi le condizioni degli interni stellari. Si erano addirittura approntate apparecchiature che mostravano in miniatura tutte le fasi evolutive di una galassia. Fu perfino creato un mini-buco nero, che aveva agevolato notevolmente la soluzione uno degli enigmi più ostici della storia della scienza.

Dopo secoli di guerre, distruzioni e sprechi, l’umanità aveva finalmente capito qual’era il suo compito e si era dedicata, ognuno con le sue capacità, a risolvere i misteri dell’Universo. Per ottenere questo risultato che ormai sembrava a tutti l’unico per cui valesse veramente la pena lavorare, faticare e soffrire, si era preclusa all’uomo la possibilità di vedere da vicino le meraviglie che pian piano venivano descritte dagli scienziati. Si erano dovuti abbandonare i viaggi spaziali e non si era mai usciti dal Sistema Solare. D’altra parte una drastica decisione doveva essere presa: non vi erano fondi sufficienti per perseguire entrambe le possibilità. E si era scelta all’unanimità la soluzione della mente. Nessuno però ne ebbe mai rimpianto. Era bellissimo sapere che ogni individuo, dal più istruito al più umile, conosceva perfettamente l’interno del Sole, le sue reazioni nucleari più complesse e lo vedeva come un amico di famiglia e non come un astro da voler visitare da vicino. E lo stesso valeva per le stelle, le nebulose e le galassie.

Venne infine il giorno in cui il calcolatore elettronico preparato per descrivere la prima infinitesima frazione di secondo del nostro Universo fu pronto al calcolo finale. Si inserirono velocemente tutti i dati, le formule, le leggi fisiche conosciute e si attese l’ultima risposta per chiudere secoli e secoli di ricerca pura. Dopo poche ore, mentre la notte era già scesa al laboratorio che lo conteneva, la schermata del computer diede l’equazione finale. Ancora una volta era di una semplicità disarmante. L’uomo ce l’aveva fatta! Gli scienziati uscirono dalla stanza in preda ad una gioia incontenibile e si diressero verso l’uscita pregustando già l’indomani, quando la notizia sarebbe stata resa di dominio pubblico. La notte era fredda e particolarmente luminosa. Tutti voltarono gli occhi all’insù e videro al posto del cielo stellato un’enorme scritta fosforescente che diceva: ”primo livello superato, attendere l’inizio del secondo”.

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13 Commenti

  1. molto bello questo racconto… le ho dato 3 stelline questa volta (ma sono molto critico 😀 )Secondo me può farci riflettere su come oggi la maggior parte della gente sia attirata dall’astronomia come se fosse un videogioco, scrutando solo le bellissime immagine dai siti della NASA o dell ESA, magari senza avere la minima idea di cosa rappresentino, inventandosi fantasticherie su alieni, faccie su marte e chissa cos’altro e perdendo purtroppo la cosa più bella, quella di uscire in una notte serena, magari un po’ fuori città, ad ammirare il cielo come è nella realtà e nella sua semplicità…

  2. @enzo
    ottimo raccontino, come sempre! 😉
    Finale a sorpresa come nei migliori film… 😆

  3. Bel racconto Prof.! Do anch’io il massimo, oltre perchè come al solito il racconto è scritto bene, anche (sopratutto) perchè dietro a poche righe si celano alcuni significati molto interessanti: l’ottimizzazione delle risorse economiche; la diffusione della conoscienza; la risposta al dubbio fondamentale, cosa ci facciamo qui? Primo livello completato, attendere il secondo… la vita è un videogioco!!! 😎 Scherzo, però non mi dispiacerebbe che uno scopo fosse imparare. Purtroppo siamo distanti secoli da una società tanto civilizzata…
    5 stelline!!! Il finale è stupendo! E pure se non centra e non interessa a nessuno, forza azzurri!!! :mrgreen:

  4. @ enzo. sorridendo e facendo sorridere, con garbo, tocchi sempre il “cuore” delle questioni. mi fai pensare ad edoardo ed agli “esami”, che non finiscono mai.
    da mia abitudine non assegno “voto”, credo che i commenti siano più significativi e meno aridi
    sorriso
    daria

  5. @Daria e a tutti,
    siete troppo gentili. Ma date gioia a un povero “vecchietto” che si sente ancora “giovane”. Vi ringrazio per la stima e spero di continuare a meritarle … Viva la gioia di vivere, ma tenendo sempre gli occhi aperti. E, come dicevo in un altro commento, al diavolo ( 😈 ) i voti… L’importante è esprimere le proprie idee, anche se sono contrarie !!
    Un abbraccio a tutti

  6. Questo bel racconto mi ha fatto ripensare alla brutta abitudine che hanno gli astronomi (ma non tutti) e soprattutto i cosmologi, di credere di essere vicini a sapere “tutto quel che c’è da sapere”, la Teoria del Tutto insomma. Dopo, ovviamente, scoprono che non erano affatto vicini a sapere tutto… Meno male!
    Complimenti al Professor Zappalà

  7. E bravo prof! Ma infatti chi se ne importa dei voti, mica siamo a scuola! Complimenti! 😛

  8. @silvia,
    grazie! In realtà però non è il voto in sè (quello non conta certo), ma il fatto di poter rispondere a chi la pensa in modo contario. io sono sempre stato per il dialogo aperto e quindi cerco di stimolarlo in tutti. ma forse è proprio un’utopia. Poco male, comunque …