Lavori in corso su Fomalhaut

Un radio-telescopio, ancora in fase di messa a punto, ha già dato un grande contributo allo studio di un sistema planetario non solare. Lo strumento è l’ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) e il sistema planetario è quello di una stella a noi molto vicina, Fomalhaut.


ALMA è un unico radiotelescopio “virtuale” formato da un insieme di 66 antenne paraboliche dislocate su un pianoro estremamente arido delle Ande (il deserto di Atacama)  a 5000 metri d’altezza. ALMA studierà gli oggetti dell’Universo che emettono radiazioni comprese fra i 10 e i 50 gradi Kelvin (-263,15 / -223,15 gradi centigradi), in una porzione dello spettro elettromagnetico poco frequentata dagli astronomi, fra lo spettro delle microonde e quello della luce visibile.

Appena aperti gli occhi (o le orecchie, se preferite) ALMA ha già fornito un’immagine straordinaria di un disco (o anello) di polvere attorno alla stella Fomalhaut, a soli 25 anni luce da noi. La struttura si conosceva già, ma aveva dato il via ad alcune polemiche scientifiche relative alla sua configurazione. ALMA ha risolto il problema: sia il bordo esterno che quello interno dell’anello sono perfettamente delimitati, come fossero tagliati con un coltello. Vi ricordate l’anello f di Saturno e i più lontani anelli di Urano? Ne abbiamo già parlato a lungo in merito ai meccanismi dinamicamente raffinati per mantenerli così stretti e netti. Sono necessari due “satelliti-pastori” per mantenere unite le particelle di polvere.

La stessa cosa capita su grande scala nel sistema di Fomalhaut. L’anello di polvere usa lo stesso meccanismo che abbiamo conosciuto nel sistema di Saturno e di Urano. E’ anche stato possibile stimare la massa dei due pianeti-pastori (in questo caso): più grandi di Marte, ma non più di poche volte la Terra. Non è ammissibile una massa maggiore, pena la distruzione dell’anello, né una minore, pena il suo allargamento incondizionato. La polvere è composta da particelle dell’ordine del millimetro.

Il disco ha un’ampiezza che è 16 volte la distanza Terra-Sole e si trova a 140 Unità Astronomiche dalla stella. Il suo spessore è solo 1/6 della larghezza. Ricordiamo che Plutone è solo a circa 40 unità astronomica dal Sole. I due pianeti di Fomalhaut  sarebbero, quindi, gli oggetti planetari più freddi trovati attorno a una stella normale.

Pensate che le nuove osservazioni si sono ottenute solo con la metà delle antenne a disposizione. Cosa sarà capace di fare ALMA quando lavorerà al 100%?

Un commento finale. Alcuni meccanismi dinamici e fisici che caratterizzano il nostro Sistema Solare e che erano stati considerati come veramente peculiari e -forse- addirittura fortunati o casuali, sembrano invece la norma anche su altre stelle. Vi consiglio, perciò, di andare a rileggere gli articoli sulle “magie” che si compiono attorno a Saturno. Le ritroveremo sicuramente un po’ ovunque… Quando un sistema planetario lavora, lo fa con regole abbastanza precise (vedi quiqui)

fomalhaut
L’immagine mostra il risultato di ALMA (colore giallo) sovrapposto all’immagine di Hubble. Il miglioramento è enorme e pone limiti ben precisi all’anello che prima sembrava molto più largo e sfumato. Al momento ALMA ha osservato solo metà del disco, come si può facilmente intuire. (Fonte: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)).

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5 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Caro Enzo è veramente favoloso ed è fenomenale sapere che avremo a disposizione un simile strumento, che comunque già opera benissimo anche in configurazione parziale.
    Una domanda: possibilità che vi siano lassù pianeti più vicini e, diciamo, terrestri?

  2. Citazione Originariamente Scritto da Mario Fiori Visualizza Messaggio
    Caro Enzo è veramente favoloso ed è fenomenale sapere che avremo a disposizione un simile strumento, che comunque già opera benissimo anche in configurazione parziale.
    Una domanda: possibilità che vi siano lassù pianeti più vicini e, diciamo, terrestri?
    caro Mario,
    niente è impossibile nell'universo! Prr adessso nessuna notizia, ma...

  3. sarebbe interessante osservare e/o capire magari con l'aiuto di modelli matematici come ed in che modo avvengono le "migrazioni planetarie" ora che "vediamo" la formazione iniziale del sistema ...

  4. Le recenti scoperte del telescopio Kepler lasciano capire che i sistemi solari sono davvero una consuetudine nell'universo...se poi teniamo conto che finora sono stati scoperti soprattutto pianeti giganti (solo perchè più facilmente visibili) è chiaro che i numeri statistici aumenteranno...e di conseguenza la scoperta di nuove Terre è ormai prossima