Prima di quella data si pensava che le stelle non potessero superare le 150 masse solari. Un limite superiore che doveva valere in qualsiasi luogo dell’Universo, sempre che le teorie della nascita stellare fossero giuste. I giganti, trovati così vicini a noi, mettevano in discussione i processi formativi, una delle basi dell’astrofisica moderna.
Essi si trovano all’interno del gigantesco ammasso stellare R136, al centro di 30 Dor, la nebulosa Tarantola che domina con i suoi 1000 anni luce di diametro una delle più fertili “nursery” stellari conosciute. Anzi, R136 rappresenta la culla più luminosa di tutto il nostro gruppo galattico locale, in cui vivono oltre 50 galassie. I quattro mostri però non se li aspettava nessuno: ognuno aveva una massa di circa 300 masse solari, una vera assurda enormità. Si doveva forse pensare che le stelle seguissero meccanismi di formazione diversi nei vari punti dell’Universo? Sembrava strano, eppure…

Un gruppo di ricercatori di Bonn non si è perso d’animo e ha preparato un modello altrettanto mostruoso capace di simulare il movimento di 170 000 stelle all’interno dell’ammasso contenenti gli astri giganteschi scoperti da poco. Sono partiti, ovviamente, con una distribuzione di corpi di dimensioni “normali”. Per eseguire il programma, il computer doveva risolvere più di 500 000 equazioni a ogni singolo passo di una serie incredibilmente lunga. Non solo, doveva tenere conto dell’energia rilasciata da ogni singola stella e simulare le mutue collisioni, molto comuni in un gruppo così denso di corpi celesti.
Questo tipo di programma prende il nome di simulazione diretta degli N-corpi ed è l’unico sistema, quasi infallibile, per seguire l’evoluzione di stelle legate tra loro dalla mutua forza di gravità.
Alla fine della simulazione, anzi già dall’inizio, è apparso subito chiaro il motivo dell’esistenza di corpi stellari fuori da ogni regola. Essi sono apparsi molto in fretta e causati dall’unione di coppie di stelle giganti “normali”. In un ammasso così denso le perturbazioni causate da stelle di passaggio su sistemi doppi sono all’ordine del giorno e possono alterare le orbite della coppia, costringendola a collassare in unico oggetto. Insomma, giganti al di fuori di ogni aspettativa fisica, creatisi da un’azione comune.
Quando si dice che l’unione fa la forza!
Rivolgendomi a chi ha il libro… questa storia non vi ricorda molto il racconto di “Vagalù”, la simpatica vagabonda blu? Non solo forza, quindi, ma anche gioventù!
non si sà se sono più mostruosi i ricercatori di Bonn ad aver preparato questo simulatore o la massa di queste giganti...
e questo articolo in parte conferma indirettamente quello che già sappiamo da tempo, e cioè che il nostro "angolo" di galassia è particolarmente tranquilla e dormiente, senza particolari fenomeni "sconvolgenti"....
dato che, come si legge nell'articolo è un fenomeno legato agli ammassi stellari, è strano come (per puro caso probabilistico) nonostante nella nostra galassia ci siano molte nebulose "nursery" feconde relativamente vicine o comunque osservabili non si è mai riscontrato un fenomeno del genere
Ignoravo l'esistenza di stelle del genere...io credevo che la stella più mostruosa conosciuta in quanto a massa fosse eta carinae.
Caro Enzo, pensi che possano esistere le ipernove? Alla fine non abbiamo mai visto, credo, esplodere stelle di 300 masse solari
Mhhh...sarei curioso di capire come funziona il "motore" di questi bestioni.
Il che, se non ho capito male, dovrebbe succedere abbastanza rapidamente, vista la massa sproporzionata...comunque visto l'andazzo degli ultimi tempi mi aspetto altre sorprese a breve