Abbiamo visto cos’è il metano idrato e come possa aver influenzato naturalmente e in modo “pesante” la climatologia terrestre. Sicuramente lo farà anche in futuro. D’altra parte, però, rappresenta una riserva energetica di dimensioni stupefacenti. Oltretutto ha una diffusione molto democratica, come si vede bene nella Fig. 1, che rappresenta solo quella prevista nei fondali oceanici poco profondi (quelli ragionevolmente più sfruttabili). Alle zone marine vanno aggiunte quelle terrestri della zona artica dove il ghiaccio che brucia si troverebbe in grande quantità sotto lo strato di permafrost (in Alaska sono già stati compiuti con successo esperimenti estrattivi). Nella figura si nota anche la proporzione tra l’abbondanza del metano idrato rispetto a quella del petrolio, degli altri gas naturali e del carbone. Il rapporto non lascia dubbi.

Quali sono i problemi estrattivi? Beh… innanzitutto il prezzo. Finora non sono stati fatti studi molto accurati sulle tecnologie da applicare. La ragione è abbastanza semplice e … umana. Prima c’era il carbone e il petrolio e, come al solito, l’essere umano è vissuto alla giornata.
Poi, mentre il petrolio si riduceva, è scoppiata la messinscena del Riscaldamento Globale collegata a nuove lobby industriali, appoggiate da molti movimenti ecologisti (sia in buona fede che per partecipare al banchetto). Sono nate energie alternative, i cui prezzi esosi e i mostruosi effetti ambientali (sfilate di pale eoliche quasi sempre immobili fanno ormai da sfondo a castelli, villaggi, monumenti medievali così come da contorno a (ex) stupendi paesaggi) sono stati nascosti dagli incentivi pagati come al solito dal popolo. Chi può pagarli bene, chi non può (leggi paesi del terzo e quarto mondo), peggio per loro.
Servono veramente a qualcosa? A mio modesto parere sono solo palliativi, capaci di dare un ritorno a pochi fortunati (i soliti noti), ma non certo a tutta l’umanità. Sicuramente sono stati utili per la criminalità organizzata e per istituzione che hanno cercato di nascondere i proprio interessi dietro ad alibi ambientalisti. Tuttavia, queste energie a caro prezzo e di scarsa diffusione sono destinate a spegnersi insieme al riscaldamento globale. Si tengono in piedi reciprocamente: se crolla uno, crolla anche l’altro. Purtroppo, i finanziamenti sono stati diretti proprio in quella direzione e ben poco si è fatto per estendere le ricerche verso altre fonti energetiche. D’altra parte, chi ha voglia di studiare a fondo nuove problematiche, derise e prive di fondi, quando vi è un bottino ricchissimo in cui immergersi con poche difficoltà? E così sono state messe da parte la fusione fredda, le tecnologie legate all’idrogeno e altri processi più o meno complessi.
Tuttavia, la necessità aguzza l’ingegno. Una nazione come il Giappone si è trovata improvvisamente e tragicamente senza la sua fonte energetica principale, quella nucleare. Pale eoliche e pannelli solari non avrebbero trovato molto spazio in una nazione iper urbanizzata. Bisognava inventarsi qualcosa e magari far tornare gli scienziati al loro ruolo, quello della ricerca vera e non prezzolata.
Improvvisamente, il metano idrato è tornato in auge, con buona pace degli ambientalisti che pur gridando sono stati zittiti prontamente. Il Giappone ha bisogno di energia! E il petrolio costa troppo caro, a tal punto che l’estrazione del metano, seppure con costi molto alti, è diventata conveniente. Si erano già fatte prove in Alaska, ma gli USA hanno già trovato una soluzione nello shale gas (gas scistoso) che li stanno facendo diventare indipendenti dal petrolio non casalingo. Hanno nel mirino anche il metano idrato, ma senza grande fretta.
Insomma, in un modo o nell’altro, il metano idrato è salito alla ribalta. Potrebbe dare energia, molto più pulita di quella legata al petrolio, per centinaia di anni all’intero globo (in modo democratico), solo se si riuscisse ad abbassare la spesa di estrazione. Cambierebbe anche i confini dei paesi ricchi e di quelli schiavi.
La Scienza, quando vuole e ha mani libere, sa agire: nel giro di pochi anni, sono sicuro che troverebbe le strategie vincenti. Già adesso in Giappone si è arrivati velocemente a un punto molto buono di riduzione costi.
Ovviamente, il metano idrato potrebbe togliere di bocca un osso succoso a chi si è da tempo sentito praticamente al sicuro, supportato dal riscaldamento globale. Adesso, non solo si è fermato l’amico legato al clima, ma è uscito fuori anche questo nuovo nemico, così invitante e abbondante (e poco inquinante). Le lobby delle energie alternative sono piombate nella disperazione. Bisognava subito sparare a zero sul metano idrato. E così è stato fatto, senza nemmeno andare a studiare e a leggere le sue implicazioni reali. Nessuno, stupidamente, si era prima preoccupato di dire che un piccolo riscaldamento avrebbe potuto scatenare la crisi del metano idrato e la sua dispersione nell’ambiente. Altro che la CO2… Il fatto stesso che nessuno l’abbia mai fatto presente è un indice chiaro di quanto poco sapessero di climatologia i climatologi istituzionali e molti ambientalisti (normalmente NON scienziati, ma “predicatori”). L’avessero analizzato avrebbero trovato una catastrofe ancora più impressionante e avrebbero potuto alzare ancora di più le tasse e i loro ritorni economici.
Scientificamente parlando (chissà se ci si riuscirà per molto), l’estrazione del metano idrato è, al momento, piuttosto rischiosa. Come già visto, la sua stabilità è molto precaria e sensibile a piccole variazioni ambientali e geologiche. Trivellazioni non ben eseguite potrebbero creare frane e scorrimenti di depositi con violente dispersioni di metano in atmosfera. In questo caso, l’effetto serra potrebbe veramente diventare un problema. Bisogna quindi stare molto attenti e agire con grande precisione scientifica. Lo scorrimento dei fondali, vicino alle coste, creerebbe anche problemi di grande portata. Insooma conterà molto sapere come e dove eseguire le estrazioni.
Io della scienza libera mi fido, molto meno dei governi e dei loro avvoltoi che quando vedono un guadagno immediato si scatenano senza pensare al domani. Insomma, il metano idrato ha bisogno di qualche anno di test, di studi, di finanziamenti mirati, affinché la vera scienza possa valutare i rischi e i metodi di contenimento o di annullamento totale. Non ha bisogno di Cassandre che gridano al lupo al lupo, cercando di non perdere i privilegi acquisiti.
Vi è, però, anche il pericolo di un voltafaccia drastico (non siamo nuovi a queste situazioni, la paura del grande freddo negli anni ’70 è un segno indiscutibile). Potrebbe innescarsi una corsa al nuovo tesoro, senza un’adeguata preparazione. Non è difficile pensare il seguente scenario: il riscaldamento globale è terminato, si può quindi correre dietro al metano idrato e un casuale riscaldamento causato da qualche “perdita” non prevista, non sarebbe poi un gran danno. Nuovamente, i veri scienziati sarebbero messi da parte e si scatenerebbero nuove lobby (probabilmente composte dagli stessi che hanno cavalcato il GW, così come, spesso sempre gli stessi, avevano prima ipotizzato scenari di glaciazioni imminenti negli anni ’70).
Teniamo anche presente che uno dei metodi di estrazione proposto e già sperimentato si basa sull’immissione di CO2 all’interno dei deposti. Una specie di scambio dell’ospite. Il reticolo di acqua lascerebbero libero il metano e si terrebbe la CO2. Magari qualche sprovveduto ambientalista sarebbe anche contento di aver ingabbiato la terribile CO2. In fondo il metano è ancora poco conosciuto a livello mediatico, se non con vecchi slogan: “Il metano vi da una mano!”.
Insomma, vi è un alto rischio di stuzzicare il can che dorme. La soluzione esiste e sembrerebbe banale. Avvicinarsi al problema con cautela, con studi approfonditi, con test esaurienti. In poche parole, con una visione scientifica sia teorica che applicata. In fondo, prima di mandare un uomo sulla Luna si sono valutati tutti rischi del caso, attraverso lo sviluppo della meccanica celeste e delle sue applicazioni pratiche. Che poi si siano corsi rischi un po’ esagerati era un problema (molti scienziati seri l’avevano sollevato) legato al bisogno di ottenere, in tempi rapidissimi, un predominio politico tra le due nazioni padrone del mondo. E’ andata abbastanza bene e oggi le navicelle viaggiano perfette nel Cosmo, grazie agli studi di meccanica pura.
Che dirvi? Se mi fidassi ciecamente del predominio dei valori più alti della scienza, potrei concludere che nel giro di dieci anni il metano idrato potrebbe dare il via a un nuovo periodo d’oro dell’energia, estendibile facilmente a tutti i popoli della Terra. C’è, però, da fidarsi? Non so, sinceramente temo di no. Un vero peccato. Centinaia di anni di tranquillità energetica permetterebbero di poter veramente studiare a fondo (e con fondi) le energie del domani, quelle che l’Universo continua a mostrarci e che noi continuiamo a non voler vedere.
E poi ci sono i media. Quali saranno gli ordini che riceveranno? Guerra al nuovo nemico o creazione di un nuovo mito, paladino di bontà? Sono in attesa di decisioni dall’alto e intanto prendono tempo, senza sbilanciarsi troppo. Meglio il silenzio e una più o meno finta ignoranza. Intanto, vi sono sempre i cari tuttologi che faranno in fretta a diventare fantastici esperti del metano idrato e delle sue ripercussioni climatologiche.
Staremo a vedere. Ovviamente, io non sono un chimico e nemmeno un tecnologo. Quanto ho espresso è la personale valutazione di un planetologo che legge spesso e volentieri e con un bagaglio di partenza non proprio trascurabile (in fondo, planetologo vuol dire geologo dei pianeti…).
Posso solo consigliarvi di andare a leggere le ricerche serie, di farvi una vostra idea, di non aspettare ciò che diranno tra non molto i media, dopo aver ricevuto gli ordini superiori. Nel sito ci sono anche molti esperti che potrebbero dare un contributo essenziale per capire e per non essere, come al solito, in balia degli atti di fede imposti dall’alto.
Perdonami Enzo se adesso faccio un po' di politica in questo sito dove non dovrebbe essere fatta, ma in questo caso ci vuole e comunque è una politica non partitica e non nel senso che abbiamo purtroppo imparato a vedere dal dopoguerra ad oggi ed oltre.
A volte mi viene da dire :" ma se quello che spesso pensiamo e diciamo in questo stupendo sito, con tutte le differenti opinioni (che è giusto ci siano) pacatamente e chiaramente espresse, con tutti i fili conduttori comuni, con tutta la fantasia e la passione che mettiamo guidata da quello che appunto il filo conduttore del sito : l'Universo, il Cosmo, lo presentassimo in modo più compatto, chiaro e deciso, anche solo come metodo di ragionamento, potremmo fare qualcosina per diffondere un po' di cambiamento?" D'altra parte un giovane leader lo abbiamo, sei tu caro Enzo.
Attenzione non voglio fondare nessun partito, lungi da me non ne sarei capace e forse non sarebbe utile; diffondere un poco il metodo di ragionamento, di dialogo, di fantasia del sito però si ci vorrebbe, non una politica di protesta sguaiata e incocludente (ne abbiamo già svariate ), solo invece una di metodo (scientifico), di confronto, di toni bassi e decisi e, soprattutto, il più possibile di verità.
Dopo la parentesi "politca" veniamo a questa fonte energetica da valutare a fondo con i pro (tanti) e i contro (forse meno, ma pericolosi), valutare bene come estrarli quest idrati senza danno alcuno in assoluto, questo è ciò che ci vuoleo.
Vera fonte innovativa; poi le cosiddette rinnovabili potrebbero essere sempre presenti ad integrare senza distruggere interi paesaggi : piccoli impianti per singole abitazioni di solare o eolico potrebbero sempre integrare,il solare nei deserti, il solare nello spazio al posto dei satelliti spia o addirittura armati, qualche parco eolico dove non c'è paesaggio da distruggere e c'è veramente vento sufficiente e costante, biomasse, maree, qualcosa che nel nostro sistema solare ci possa dare energia, studi approfonditri su vero cosiddetto carbone pulito, insomma tutto ci stà. Scusa Enzo se mi sono dilungato troppo, ora concludo e ti saluto
Sì, in realtà potrei provare a buttare già una specie di manifesto di Astronomia.com, non solo legato all'astronomia, ma proprio al modo secondo il quale bisognerebbe valutare tutto ciò che ci circonda (e si ricade nell'Univero che è il tutto, compresa la mente umana).
Facciamo così, io provo a buttare giù uno schema iniziale e poi, ognuno, potrebbe aggiungere, modificare, variare, proporre. Alla fine potremmo avere una specie di manifesto del pensiero "nuovo" o forse molto più vecchio di adesso ma molto più produttivo.
Servirà a poco? Può darsi, ma la nostra comunità di amici forse merita questo sforzo. In pochi luoghi ho visto così tante persone pronte a fare marcia indietro, a scusarsi, a cercare di riprendere il filo della discussione, come in questo sito. Sì, forse hai proprio ragione vediamo di costruire qualcosa tutti assieme...
Saremo forse finalmente consci di far parte dell'Universo... E sono sicuro che molti sono pronti a passare il messaggio ai loro figli e nipoti e chissà mai...? In fondo le più grandi rivoluzioni sono state fatte solo con parole e concetti, senza armi e violenza.
Bravo Mario! come sempre hai colpito nel segno e fai scendere la tua umile, modesta, ma profondissima mano benevola e sapiente su di noi!!!
aggiungo una sola nota al tuo post: quando parli di "distribuzione molto democratica" della risorsa, vorrei far notare che l'attuale distribuzione delle riserve petrolifere non rispecchia affatto l'effettivo beneficio delle popolazioni indigene, soprattutto per quanto riguarda l'Africa ed il Sud America, ma anche nella stessa Arabia Saudita dove, al di là di qualche "potente sceicco", la maggior parte della popolazione non se la passa poi così bene. (Unica eccezione è forse la Norvegia)
Perché dovrebbe quindi essere diverso con questa nuova fonte di energia?
Anzi, il "know-how" politico degli attuali sfruttatori dovrebbe costituire un vantaggio per loro rispetto a coloro che potrebbero essere dei potenziali concorrenti.
Naturalmente dico questo non per fare polemica, ma solo per dare uno spunto in più nella riflessione.
Ciao,
Alex.
Per me questa notizia di una possibile risorsa del pianeta, mi fa piacere, come mi fa piacere aver saputo dello shale gas, però fuori da questo sito, nei media, non se ne parla da nessuna parte. Ti vorrei chiedere: ma le pale eoliche, che erano e forse anche ora sono reclamizzate come una importante energia del futuro, hanno grossi problemi di manutenzione? visto che molte sono ferme ed inutilizzate, o comunque qual'è il motivo di questo non utilizzo dopo che per costruirle sono state impiegate risorse notevoli? Sui media nessuno ne parla.
Non si parla di shale gas e di metano idrato proprio perchè i media vogliono mantenere la situazione precedente che portava soldi nei giusti canali (anche a loro probabilmente e ai loro tuttologi).
Fa veramente ridere che oggi che gli stessi organi ufficiali come l'IPCC abbiano accettato che il GW è fermo da 17 anni, il povero agronomo Mercalli continui a dire a "Che tempo che fa" che il riscaldaamento continua e che stiamo distruggendo la Terra. E' un po' come se la TV ci dicesse ancora che il Sole gira intorno alla Terra.
Eppure sono persone senza cultura scientifica come lui (viene chiamato climatologo ma nemmeno sa un'equazione di stato) che dettano le regole che gli spettatori senza voglia di pensare seguono come pecore...
Comunque io sono con te!
Sarà Enzo ma io in queste nuove/vecchie risorse energetiche non rinnovabili non vedo la salvezza.. vedo solo un nuova dimensione dello sfruttamento. Lo shale gas non è innocuo ( pompare milioni di litri d'acqua e solventi nel sottosuolo non mi sembra cosa da poco) il metano idrato come dici tu qualche dubbio lo desta già ed il petrolio non è affatto in via di esurimento (vedi sabbie bituminose) diventa solo un po' più difficile estrarlo.
Non stò dicendo che non siano risorse valide ma solo che sono più o meno al livello del petrolio, se mi parli delle prossime centinaia di anni voglio sperare che l'uomo sia finalmente in grado di sfruttare la fusione a freddo o almeno di avere pannelli solari ad alta efficenza e durata di vita.
Se una risorsa non è rinnovabile si sposta solo il problema non lo si risolve.
Se si vuole fare la rivoluzione bisogna trovare il modo di sfruttare egregiamente le energie rinnovabili o trovare i sacro graal della fusione a freddo, tutti gli altri combustibili fossili sono solo palliativi che non risolvono il problema alla radice.
Questa ovviamente era solo la mia opinione. Spero che il dibattito prosegua nel più costruttivo dei modi.