Le stelle fanno di tutto per non mangiare i propri figli

La presenza di molti pianeti delle dimensioni di Giove e vicini alla loro stella (i cosiddetti “Giove caldi”), faceva pensare che la loro sorte fosse segnata. Abbastanza velocemente sarebbero stati inghiottiti dall’astro centrale. E invece le stelle, da buone madri, alzano una barriera protettiva che scongiura il “macabro” pasto simile a quello del celebre Conte Ugolino o -quantomeno- lo ritarda di molto.

Grazie ai dati di Kepler si è potuto stabilire che i Giove caldi, malgrado la loro posizione critica, non sono consumati dalla loro stella-madre. Essi rimangono in orbite stabili per miliardi di anni prima di venire inghiottiti. Teoricamente, i giganti dovrebbero spingersi sempre più vicini senza alcuna difesa e, invece, il processo senza scampo si ferma prima che la caduta diventi inevitabile. La configurazione di “salvataggio” consiste nel raggiungere un’orbita circolare con un periodo di rivoluzione di pochi giorni. 

La marcia di avvicinamento verso la fine s’interrompe grazie a un delicate meccanismo mareale che tende a regolarizzare l’orbita del pianeta, raggiungendo lo scopo quando l’orbita diventa perfettamente circolare.

La vita dei Giove caldi inizia ben più lontano dalla posizione in cui si trovano al momento del processo di protezione. Essi sono nati molto più lontani dalla stella, come ha fatto anche il nostro “gigante” planetario. Tuttavia, alcuni di queste sfere di gas possono iniziare una migrazione, dai risvolti interpretativi ancora poco conosciuti, verso la stella. Quasi sicuramente il processo è innescato dalle forze mareali dell’astro centrale combinate con la presenza di compagni sufficientemente massicci, posti in posizioni particolari.  Il nuovo risultato non dice molto sul perché della migrazione, ma dimostra che la lenta e continua caduta può essere arrestata dinamicamente, sempre giocando con le stesse forze mareali, capaci sia di distruggere, ma anche di stabilizzare qualcosa di “traballante”. Precedentemente si pensava che la migrazione potesse arrestarsi a causa del campo magnetico.

Per confermare l’ultima e più soddisfacente teoria si sono analizzati 126 pianeti confermati e circa 2300 candidati. Mentre la teoria del campo magnetico non riusciva a spiegare le configurazioni osservate, quella attuale ha trovato un’ottima correlazione tra massa della stella e distanza dell’orbita planetaria, come previsto assumendo effetti mareali stabilizzanti. Più massiccia è la stella e più lontana è l’orbita di “parcheggio”.

Ricordiamo, però, che se è stato risolto il problema della “fermata” prima del salto finale e distruttivo, rimangono ancora insoluti quelli legati alla migrazione. Questi viaggi un po’ macabri porterebbero non solo a una rapida fine del pianeta gigante (se non ci fosse il processo di stabilizzazione orbitale), ma anche dei piccoli pianeti rocciosi nati più vicini alla stella. Durante la migrazione il Giove caldo disturberebbe fisicamente e dinamicamente i suoi fratellini, distruggendo ogni possibile evoluzione verso la vita biolgica. Fortunatamente per noi, Giove si è ben guardato dal precipitare verso il Sole e la nostra Terra è stata lasciata in pace a lavorare sempre nelle stesse condizioni.

Le migrazioni sono sempre dure da accettare non solo per chi si mette in viaggio ma anche per chi resta al suo posto…

orbita di salvataggio
I giganti caldi che migrano verso la stella centrale si fermano a lungo prima della “caduta” finale. Kepler ne ha scoperti a dozzine con orbite di pochi giorni. (Fonte: NASA/JPL-Caltech)

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9 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Caro Enzo, dopo questa bellissima notizia permettimi di mandarti un caloroso abbraccio!

    Tu ti chiederai: per così poco? Beh, forse per molti altri si, ma per me ha uno speciale significato: sapevo già che le stelle non mangiano i propri figli, ed aspettavo solo che la scienza iniziasse a scoprirlo.....
    Grazie ancora.

  2. Citazione Originariamente Scritto da AlexanderG Visualizza Messaggio
    Come abbiamo detto proprio fino a stamattina, le tue news sono assolutamente irrinunciabili, anche quando l'argomento è stato già postato nel forum
    http://www.astronomia.com/forum/show...i-loro-pianeti
    La quantità di informazioni che hai aggiunto nel tuo post, rispetto al mio, è qualcosa che arricchisce tutti, ma soprattutto arricchisce me!
    Noi postiamo le pillole, Enzo posta i manicaretti a portate multiple

  3. Effetto falena!

    Non tutte le falene si schiantano nelle fiamme, alcune imparano a orbitare senza bruciarsi!

    Quale sarà il destino di Giove? la sua orbita con la sua bassa eccentricità rimarrà stabile ancora per 5 miliardi di anni?

  4. Citazione Originariamente Scritto da Beppe Visualizza Messaggio
    Effetto falena!

    Non tutte le falene si schiantano nelle fiamme, alcune imparano a orbitare senza bruciarsi!

    Quale sarà il destino di Giove? la sua orbita con la sua bassa eccentricità rimarrà stabile ancora per 5 miliardi di anni?
    Beh, intanto, grazie a tutti....

    poi, Giove non corre pericolo. Se lui è migrato lo ha già fatto andando verso l'esterno (ma io ho forti dubbi). Per spingersi verso la stella ci vuole l'aiuto di fratelli massicci e lui non li aveva. Il destino non è uguale per tutti.

  5. Ma quando scopriamo un esopianeta abbiamo già la tecnologia sufficiente per stabilire se la sua orbita è stabile o se è in fase di allontanamento e/o avvicinamento alla sua stella?
    Immagino che questa cosa la si capisca facendo delle simulazioni al computer con i dati a disposizione e le leggi di einstain però raccogliere tutti i dati dalla terra per avere poi una simulazione attendibile dovrebbe essere un'impresa al giorno d'oggi quasi proibitiva...
    In fondo basterebbe solo un piccolo pianetino non individuato a rendere inattendibile la simulazione no?

  6. Citazione Originariamente Scritto da alexander Visualizza Messaggio
    Ma quando scopriamo un esopianeta abbiamo già la tecnologia sufficiente per stabilire se la sua orbita è stabile o se è in fase di allontanamento e/o avvicinamento alla sua stella?
    Immagino che questa cosa la si capisca facendo delle simulazioni al computer con i dati a disposizione e le leggi di einstain però raccogliere tutti i dati dalla terra per avere poi una simulazione attendibile dovrebbe essere un'impresa al giorno d'oggi quasi proibitiva...
    In fondo basterebbe solo un piccolo pianetino non individuato a rendere inattendibile la simulazione no?
    Credo che non ci sia bisogno di invocare Einstein, basta Keplero
    Se la frequenza dei transiti inizia ad aumentare, allora vuol dire che il periodo orbitale del pianeta inizia a stringersi, e dato che i pianeti spazzano settori uguali in tempi uguali, allora vuol dire che si sta avvicinando alla stella

    Ciao,
    Alex.

  7. Citazione Originariamente Scritto da AlexanderG Visualizza Messaggio
    Credo che non ci sia bisogno di invocare Einstein, basta Keplero
    Se la frequenza dei transiti inizia ad aumentare, allora vuol dire che il periodo orbitale del pianeta inizia a stringersi, e dato che i pianeti spazzano settori uguali in tempi uguali, allora vuol dire che si sta avvicinando alla stella

    Ciao,
    Alex.

    Si quello lo immaginavo ma pensavo che per verificarlo servissero osservazioni mirate almeno per qualche anno primadi essere in grado di determinare una variazione della velocità del periodo orbitale........
    Senza poi parlare dei pianeti lontani dalla stella il cui periodo orbitale magari dura qualche mese o qualche anno...

  8. Bellissimo articolo, incredibile come la natura riesca a introdurre un numero impressionante di variabili inaspettate sullo stesso argomento , in questo caso le orbite dei pianeti