In questo momento non potrei dedicarmi ad articoli più impegnativi e nemmeno vorrei farlo per non intralciare la scaletta di Red. Anche se lui ne farà sicuramente cenno, desidero richiamare o far conoscere uno dei momenti più grandi nella storia dell’intelletto umano. Riguarda la Scienza e si svolge nell’ottobre del 1927 a Bruxelles. 29 fisici si incontrano al V Congresso Solvay per discutere delle problematiche legate al confronto tra meccanica classica e relativistica, da un lato, e meccanica quantistica dall’altra. E’ facile rendersi conto che la nascita della MQ aveva sollevato molti problemi su cosa fosse la realtà e, addirittura, sull’esistenza stessa della realtà.
A Bruxelles si scontrarono due schieramenti di fisici:
1) Bohr, Heisenberg, Dirac, Pauli, … (la cosiddetta Scuola di Copenaghen)
2) Einstein, De Broglie, Schrödinger, Planck, Ehrenfest, Lorentz, …
Le questioni sul tappeto si possono riassumere in una domanda di base, che molti lettori si sono posti direttamente o indirettamente: “Esiste una realtà indipendentemente dalle nostre osservazioni?”
A tale domanda le risposte possibili sono almeno tre:
1) SI (punto di vista realista o metafisico)
2) NO (punto di vista idealista)
3) LA QUESTIONE NON HA SENSO (punto di vista agnostico o operativista).
La fisica newtoniana è, in fondo, consistente con tutti e tre i punti di vista ora accennati. Non obbliga a un punto di vista particolare. La fisica dei quanti impone, invece, una scelta tra i tre punti di vista, limitando le nostre libertà metafisiche. La Scuola di Copenaghen scelse il 3° punto di vista: accettò come fondamentale il concetto di quanto, bandì dalla teoria tutte le grandezze non osservabili e rinunciò al determinismo classico. Le leggi probabilistiche della fisica dei quanti furono considerate come una realtà definitiva ed il principio di Heisenberg fu assunto a prova di un nuovo determinismo fondamentale nelle leggi della Natura.
Non ci si limitò a dire che non è possibile conoscere simultaneamente posizione e velocità di una particella; si affermò addirittura che in generale una particella non ha né una posizione né una velocità ben determinate. La particella è diffusa in tutta l’onda e, quindi, si trova, con maggiore o minore probabilità, contemporaneamente in tutta l’onda. La particella ha contemporaneamente, con diverse probabilità, diverse velocità.
Gli altri furono sconfitti. Einstein accettò le conclusioni, ma tentò, per anni e inutilmente, di ribattere e di portare argomenti a sostegno delle tesi opposte a quelle che vinsero. Parleremo sicuramente delle sue prove, più o meno tutte distrutte concettualmente e concretamente. Per adesso vorrei solo farvi pensare a quel Congresso del 1927. Riporto una foto dell’epoca con i nomi dei partecipanti.
Ho segnato in rosso quelli più “celebri”, ma è difficile tentare classifiche: ben 17 dei 29 partecipanti avevano vinto o vinceranno un premio Nobel. Eppure, si affrontarono a viso aperto, sciorinando idee, prove, teorie, accettando le evidenze e contestando le ambiguità. Sarebbe possibile farlo oggi, in un contesto in cui l’umiltà, la verità, la sincerità sono merce rarissima, se non del tutto irreperibile? Perfino il clima e le sue problematiche, che, visto l’interesse generale sia concreto che scientifico, dovrebbero mettere a confronto le più grandi menti odierne, vengono invece affrontate da mezze figure, influenzate, se non guidate, da interessi di parte e soprattutto economici e politici. Mala tempora currunt.
Tuttavia, il Congresso del 1927 ci dà una speranza. Ogni tanto le onde dell’intelletto riescono a produrre un’interferenza veramente costruttiva (tanto per rimanere in tema di MQ) e allora i geni nascono come i funghi, quasi fossero legati da una sorta di azione razionale e predisposta. Malgrado la probabilità infinitesima di questa interferenza, essa, ogni tanto, avviene.
Non è difficile vederci forti analogie con le onde di probabilità della MQ. Non fatemi, però, cadere nella filosofia. Fatemi, invece, ricordare un altro di questi momenti quasi impossibili, ma senza dubbio reali. L’inizio del 1400 a Firenze. Artisti insuperati come Brunelleschi, Masaccio, Donatello, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Piero della Francesca, … si scontrarono, vincendo, con geni altrettanto eccezionali, quali Ghiberti, Beato Angelico, Masolino e molti altri, ancora legati alla visione gotica e impersonale della Natura. L’uomo ne usciva vincente, come entità concreta, pensante, reale, poderosa nella sua essenza carnale e intellettuale. La prospettiva aiutava ed esaltava la sua reale posizione nel mondo, dandole spazio e armonia. Nel 1500 si ebbe un altro picco, come una scossa di assestamento dopo un terremoto sconvolgente e portò ai nomi immortali di Michelangelo, Leonardo, Raffaello, ecc., ecc. Considerazioni analoghe potrebbero farsi per altri episodi dell’arte figurativa (anche se non di tale “ampiezza”), per la musica, per la letteratura, ecc.
Forse basta aspettare che le onde interferiscano nel modo giusto. Chissà che un giorno non capiti anche per la fratellanza, la comprensione e il bene comune?
Per adesso godiamoci la foto del 1927, magari sognando di essere uno di quei “29 geni 29”, maestri di Scienza, ma anche di vita e di pensiero.
Come ogni "interferenza" che si rispetti seguono periodi di "buio", forse verso la fine del secolo si avrà una nuova "interferenza" costruttiva....
P.S. in bocca la lupo!!
In moltissimi libri, oltre a raccontare le scoperte scientifiche di questi gnadi nomi della scienza, viene raccontata (anche se molto brevemente) anche la loro storia umana e professionale.
Spesso ne emerge il lato umano della scienza fatta di uomini eccezionali con personalità estremamente forti, profonde e talvolta passionali fino ad un livello quasi romantico nei confronti del loro lavoro, perseveranti, umili o altezzosi all'inverosimile, spesso con una cultura non solo scientifica (ma anche umanistica) quasi enciclopedica....
In pratica spesso queste stesse persone emergono veramente come dei mostri sacri dell'intelletto umano...Purtroppo non ne nascono molto spesso, però è naturale altrimenti non sarebbero stati cosi eccezionali!
Se il mio bimbo sarà il prossimo Einstein sarà merito di enzo anche se però guardandolo in faccia non mi da l'idea che da grande sarà uno scienziato!
Questi quesiti sono la mia droga (ormai l'avrete capito)!
Enzo, tu da che parte saresti stato?
Se mi é permesso essere cosí arrogante da esprimere un'opinione in merito all'argomento (usando come base quello che ci state insiegnando giorno per giorno e le limitate capacitá deduttive del mio pseudocervello..) mi viene da schierarmi per la 1.
Penso che la realtá effettiva é data dall'interazione delle probabilitá realative a ogni singolo quanto di informazione.
Se é vero che non c'é certezza prendendo ogni singola informazione, penso che invece collocandola nel contesto delle interazioni con gli altri "tipi" di informazione sia costretta a rientrare in una realtá "concreta" e verificabile derivante proprio dalla continua rilevazione della pluralitá delle diverse informazioni.
Mi piacerebbe sapere che ne pensate anche voi
Grazie per l'opportunitá di riflessione Enzo!!
Magari cosi qualcuno del sito che ti sottovaluta capisce meglio la tua storia!
La mia storia è storia semplice di ricercatore appassionatao e sono ben lieto di essere un collaboratore esterno a questo sito con la sola intenzione di divulgare quel poco che ho avuto la fortuna di imparare in più di 40 anni di studio e amore per la Natura. Riguardo al forum, ovviamente, no comment: non è cosa per me e ben poco ha a che vedere con il mio concetto di astrofisica. Comunque, finchè ci siete voi la voglia di continuare rimane inalterata
Quello a cui fai riferimento è la decoerenza quantistica, e fa parte dell'ipotesi n°3......
Red, perché rientra nella numero 3? (sto cercando di superare lo shock dell'apprendere che il mio cervello é arrivato da solo a un concetto scientificamente accettabile...)
Se la cosa é uno spoiler dei tuoi articoli lasciamola pure cadere
Ma solo per un'istante. Nell'istante successivo tutto si rigenera ex novo... Se è così, una realtà vera non c'è, perchè e sempre e solo il risultato di diverse interazioni, e mai una cosa indipendente da esse...