Gli astronomi trovano per la prima volta un rarissimo quasar quadruplo!

Una notizia che ha dell’incredibile è stata pubblicata in un recentissimo studio su Science! Gli astronomi hanno scoperto per la prima volta un gruppo di quattro quasar tutti vicini, con una probabilità di osservarlo di uno su 10 milioni. Adesso forse le teorie sulla formazione degli ammassi di galassie dovranno essere riviste…


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L’immagine dei quattro quasar scoperti dagli astronomi nell’Universo distante.

Una notizia che ha dell’incredibile è stata pubblicata in un recentissimo studio su Science!

Gli astronomi scrutano costantemente il cielo per trovare oggetti astronomici che possano fornire uno strumento per vincolare i modelli e le simulazioni di evoluzione galattica. Hennawi e collaboratori hanno sorvegliato una porzione di cielo molto antica, che appartiene ad un’epoca in cui l’universo era dominato da grandi nubi di idrogeno ionizzato. Hanno trovato un sistema contenente quattro nuclei galattici attivi, quasar nello specifico; oggetti che si reputa siano i progetinori delle galassie attuali. Trovare una nebulosa con un rarissimo sistema di quasar incorporato al suo interno consente studi spetroscopici e cinematici che potrebbero aiutare a perfezionare gli attuali modelli di formazione di galassie e ammassi di galassie.

Tutte le galassie molto tempo fa hanno attraversato una fase di quasar iperluminoso, azionato dall’accrescimento di un buco nero supermassiccio. Ma poichè questa fase è breve, i quasars sono oggetti tipicamente rari e separati da noi da distanze cosmologiche. In un studio di emissioni Lyman-alpha a redshift z ≈ 2, è stata scoperta una associazione di quattro quasar racchiusi in una nebulosa gigante. Localizzato entro una considerevole sovradensità di galassie, questo sistema è probabilmente il progenitore di un ammasso di galassie massivo. La probabilità di trovare un quasar quadruplo è stimata intorno ad una possibilità su 107, il che significa che esiste una connessione fisica tra la nebulosa Lyman-alpha e la posizione di protoammassi così rari. La scoperta fatta ci indica che le strutture più massive dell’universo distante hanno un tremendo apporto (≃1011 masse solari) di gas freddo e denso (densità volumetrica ≃ 1 cm−3), che è in conflitto con le attuali simulazioni cosmologiche.

Il commento di Daniel Clery, un vice editore delle notizie su Science:

“Trovate un quasar — una rara, galassia molto brillante nello spazio profondo — e penserete di essere piuttosto fortunati. Pertanto un team di astronomi si sta chiedendo come sia possibile aver trovato quattro quasar tutti vicini insieme (vedi figura), una probabilità di riuscita di uno su 10 milioni. I quasar sono rari perchè costituiscono una breve fase che attraversano tutte le galassie, quando i buchi neri supermassicci posti al loro centro consumano materia a ritmi elevati.
La caduta di materia nel buco nero crea getti in espulsione così caldi che brillano centinaia di volte di più dell’intera galassia che contiene il buco nero. Mentre eseguivano l’indagine utilizzando il telescopio W. M. Keck delle Hawaii, i ricercatori hanno scoperto un quartetto di quasar racchiuso in una nebulosa gigante di gas denso e freddo. I quasar trovati sono al centro di una regione particolarmente densa di materia dell’universo primordiale, con un numero di galassie maggiore della media. La nuvola di gas freddo potrebbe dunque fornire materia prima per questi buchi neri così affamati. Il quartetto di quasar ed i suoi dintorni, fotografati a circa 10 miliardi di anni luce di distanza, appaiono come un ammasso di galassie — una enorme conglomerazione di galassie nell’universo odierno — durante i suoi primi anni di formazione. Ma le simulazioni numeriche attuali sulla formazione di ammassi di galassie ci suggeriscono che tale struttura dovrebbe trovarsi in una regione con gas molto più caldo e meno denso. Quindi o questo è un colpo di fortuna cosmico, o è tempo di riscrivere le nostre teorie su come le strutture a larga scala si formano!”

 

Informazioni su Enrico Corsaro 88 Articoli
Nato a Catania nel 1986. Si laurea in Fisica nel 2009 e ottiene il titolo di dottore di ricerca in Fisica nel 2013, lavorando presso l'Università di Catania e di Sydney, in Australia. Dopo il conseguimento del dottorato ha lavorato come ricercatore astrofisico presso l'Università Cattolica di Leuven, in Belgio, e continua ad oggi la sua carriera nel Centro di Energia Atomica e delle energie alternative di Parigi. Appassionato del cosmo e delle stelle fin dall'età di 7 anni, il suo principale campo di competenze riguarda lo studio e l'analisi delle oscillazioni stellari ed i metodi numerici e le applicazioni della statistica di Bayes. Collabora attivamente con i maggiori esponenti mondiali del campo asterosismologico ed è membro del consorzio asterosismico del satellite NASA Kepler. Nonostante il suo campo di ricerca sia rivolto alla fisica stellare, conserva sempre una grande passione per la cosmologia, tematica a cui ha dedicato le tesi di laurea triennale e specialistica in Fisica e a cui rivolge spesso il suo tempo libero con la lettura e il dibattito di articoli sui nuovi sviluppi del settore.

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2 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Citazione Originariamente Scritto da etruscastro Visualizza Messaggio
    notevole!!
    Esatto! Questo mette davvero a dura prova la teoria ed è un bene che lo abbiano trovato, ci sarà adesso da ragionarci un pò .