Il prossimo megarocket NASA invierà una missione per Europa

L’enorme razzo della NASA della nuova serie Space Launch System (SLS), è in fase di sviluppo per portare gli astronauti su di un asteroide, su Marte e altre destinazioni distanti. Ciò consentirà di aiutare considerevolmente gli sforzi nell’esplorazione del campo della robotica, e di spingere la scienza verso nuovi traguardi.


L’enorme razzo della NASA in fase di sviluppo per portare gli astronauti su di un asteroide, su Marte e altre destinazioni distanti, dovrebbe anche aiutare considerevolmente gli sforzi nell’esplorazione del campo della robotica, come comunicato dai membri del Congresso lo scorso Martedì 28 Luglio.

Artist's concept showing the 77-ton configuration of NASA’s Space Launch System rocket launching into space. Credit: NASA/MSFC
Una rappresentazione artistica che mostra la configurazione SLS da 98 metri di altezza mentre è stato lanciato verso lo spazio.
Credit: NASA/MSFC

Lo Space Launch System (SLS) megarocket, previsto per volare per la prima volta nel 2018, invierà una navicella spaziale senza pilota verso i suoi obiettivi a velocità incredibili, riducendo drasticamente i tempi di viaggio interplanetario, come ci dice John Grunsfeld, amministratore associato del NASA’s Science Mission Directorate.

“La mia visione è che lo Space Launch System sarà rivoluzionario per la scienza,” Grunsfeld ha detto all’Casa dei rappresentati della Scienza americana, Comitato di Spazio e Tecnologia durante una esposizione Martedì intitolata “Esplorazione del Sistema Solare: da Mercurio a Plutone e oltre.”

Per fare un esempio, Grunsfeld ha citato la prossima missione NASA che intende approcciare Europa, la luna gioviana dagli oceani ghiacciati, che l’agenzia spaziale prevede di inviare nella prima metà degli anni 2020. Utilizzando SLS invece dei razzi attualmente disponibili permetterà inoltre di ridurre il viaggio della sonda per Giove da 8 anni a meno di 3 anni, ha detto Grunsfeld. I membri del team Mission stanno sviluppando la navicella che effettuerà il passaggio in prossimità di Europa in modo da farla rientrare in una serie di diversi veicoli di lancio, includendo anche SLS.

“Questo è uno di quei rari casi in cui il tempo è veramente denaro,” egli ha affermato. “In quel tempo aggiuntivo necessario per il viaggio, come sapete, dobbiamo mantenere una squadra di ingegneri e di scienziati ed una navicella spaziale durante il suo percorso, anche se ci iberniamo. E questo è qualcosa che purtroppo ritarda la scienza stessa.”

La navicella spaziale New Horizons della NASA, che appena due settimane fa ha fatto la storia con il primo passaggio ravvicinato di Plutone, è stata lanciata dalla United Launch Alliance Atlas V rocket. New Horizons pesava appena 480 kg quando piena di carburante, ma la sua missione tuttavia ha richiesto la variante più potente dell’Atlas V per essere lanciata, ha detto Grunsfeld.

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Il gigante Space Launch System della NASA è ottenuto da tecnologia provata, utilizzata per decenni dal programma lunare Americano e dallo space shuttle. Credit: Karl Tate, SPACE.com

E New Horizons ha potuto inquadrare direttamente il sistema di Plutone ad alta velocità per un solo passaggio ravvicinato. Navicelle spaziali che possano permanere intorno al corpo celeste in esame — come la sonda per Europa, che effettuerà almeno 45 avvicinamenti ad Europa dall’orbita di Giove — non può viaggiare così leggero, come ha detto il principale investigatore di New Horizons, Alan Stern, del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado.

Per navicelle spaziali che rimangono in orbita e per quelle che atterrano sulla superficie, “è necessario trasportare molto carburante, e non c’è alcun modo di renderlo più leggero; ne hai bisogno per poterti fermare o nell’orbita planetaria o sulla stessa superficie,” ha detto Stern ai membri del comitato in una discussione fatta ieri. “SLS ci aiuterà molto per consentirci di effettuare missioni del genere, includendo — si spera un giorno — il ritorno al sistema di Plutone e alla Cintura di Kuiper.”

SLS potrebbe anche aiutare l’astronomia del cielo profondo, consentendo a telescopi spaziali più potenti e grandi di essere lanciati nello spazio, ci comunica Grunsfeld.

Il razzo potrà lanciare interi osservatori spaziali, o forse “parti che gli astronauti potrebbero assemblare per costruire un telescopio capace di ricercare atmosfere planetarie intorno a mondi alieni vicini,” dice Grunsfeld.

In questa configurazione iniziale, SLS sarà alto 98 metri e capace di sollevare una massa di 70,000 kg fino all’orbita bassa terrestre. Il razzo fornirà circa il 10 percento in più di spinta rispetto al famoso razzo Saturn V della NASA, che ha portato gli astronauti verso la Luna, dicono gli ufficiali dell’agenzia spaziale.

Ma la NASA pianifica anche una versione evoluta di SLS di 117 metri di altezza e capace di sollevare 130,000 kg, generando una spinta del 20% superiore a quella del Saturn V.

SLS e la capsula Orion, che è anch’essa in costruzione, consentiranno agli astronauti di giungere su asteroidi in prossimità della Terra, e su Marte, dicono gli ufficiali della NASA.

Il primo lancio di SLS nel 2018 manderà un Orion senza equipaggio per un viaggio intorno alla Luna. Il razzo e la capsula dovrebbero volare con degli astronauti per la prima volta nel 2021 o giù di li. Il piano attuale prevede di mandare un equipaggio la fuori per un incontro con un asteroide che si trova in prossimità della Terra, e che una sonda robotica è riuscita a trascinare in un’orbita intorno alla Luna.

L’articolo originale è disponibile QUI su Space.com.

Informazioni su Enrico Corsaro 88 Articoli
Nato a Catania nel 1986. Si laurea in Fisica nel 2009 e ottiene il titolo di dottore di ricerca in Fisica nel 2013, lavorando presso l'Università di Catania e di Sydney, in Australia. Dopo il conseguimento del dottorato ha lavorato come ricercatore astrofisico presso l'Università Cattolica di Leuven, in Belgio, e continua ad oggi la sua carriera nel Centro di Energia Atomica e delle energie alternative di Parigi. Appassionato del cosmo e delle stelle fin dall'età di 7 anni, il suo principale campo di competenze riguarda lo studio e l'analisi delle oscillazioni stellari ed i metodi numerici e le applicazioni della statistica di Bayes. Collabora attivamente con i maggiori esponenti mondiali del campo asterosismologico ed è membro del consorzio asterosismico del satellite NASA Kepler. Nonostante il suo campo di ricerca sia rivolto alla fisica stellare, conserva sempre una grande passione per la cosmologia, tematica a cui ha dedicato le tesi di laurea triennale e specialistica in Fisica e a cui rivolge spesso il suo tempo libero con la lettura e il dibattito di articoli sui nuovi sviluppi del settore.

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