E’ una visione senza precedenti delle regioni in prossimità del piano della nostra galassia, la Via Lattea, quella che ci offrono le ultime dettagliatissime immagini ottenute dal team del progetto scientifico a guida INAF denominato Herschel infrared Galactic Plane Survey (Hi-GAL), ottenute grazie alle riprese del telescopio spaziale Herschel dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea).
Riprese che mettono in evidenza numerosi dettagli del materiale diffuso, dense strutture filamentose di gas e polveri che si addensano qua e là, dando così il via al processo di formazione di nuove stelle. Nelle immagini sono visibili grumi di materia pre-stellare, protostelle in differenti fasi evolutive e nuclei compatti prossimi a diventare astri, ma anche stelle già formate e assai giovani, avvolte da bolle di materia formate dalla loro radiazione altamente energetica. Accanto a questi spettacolari scorci galattici, presi in cinque differenti lunghezze d’onda che vanno dal lontano infrarosso fino alle onde sub-millimetriche, è stato rilasciato anche un catalogo di sorgenti compatte con alcune centinaia di migliaia oggetti, che nel loro insieme ci mostrano tutte le fasi che portano dalla formazione alla nascita delle stelle nella Galassia.
«Lo studio scientifico più affascinante che può essere affrontato con la miniera di dati prodotti da Hi‑GAL è sicuramente legato alla comprensione dei meccanismi di formazione stellare nella nostra Galassia» dice Sergio Molinari, dell’INAF-IAPS di Roma, responsabile scientifico del progetto Hi-GAL. «Infatti, mentre i telescopi terrestri, che osservano in luce visibile, possono vedere le nuove stelle soltanto quando fanno capolino per la prima volta dai densi involucri di gas e polveri che le hanno generate, gli strumenti a bordo della missione Herschel invece, osservando dallo spazio la luce del lontano infrarosso, hanno potuto scrutare all’interno di queste nubi di polveri e seguire l’intera fase di gestazione stellare, dalle prime fasi di addensamento della materia diffusa fino alla nascita della stella vera e propria».
Il programma Hi-GAL, che prevede la mappatura completa nell’infrarosso del piano della nostra Galassia ha utilizzato i dati raccolti da Herschel in oltre 900 ore di osservazioni totali, pari a quasi 40 giorni, coprendo una superficie di circa 800 gradi quadrati, ovvero circa il due per cento di tutto il cielo. Hi-GAL è stato uno dei programmi osservativi più ampi portati avanti con il telescopio spaziale operante nel lontano infrarosso a bordo della missione Herschel dell’ESA ed è stato selezionato proprio per la sua connotazione di programma “universale”, in grado di fornire un risultato che sarà di ausilio all’intera comunità astronomica, oggi e negli anni a venire. Per questo motivo l’INAF e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno fortemente sostenuto il progetto, che ha visto impegnati molti giovani ricercatori italiani e stranieri per più di sei anni.
«Con questa nuova mappatura, basata sull’interpretazione dei dati prodotti dal satellite Herschel, si fa un ulteriore passo avanti nella comprensione dei meccanismi di formazione stellare – dice Barbara Negri responsabile ASI dell’Esplorazione e Osservazione dell’Universo-. Questo risultato rappresenta un’ulteriore conferma delle ottime prestazioni scientifiche del satellite Herschel che ci ha fornito una notevole mole di dati da elaborare».
Nel corso degli ultimi due anni, il team di Hi-GAL ha elaborato i dati per ottenere una serie di mappe calibrate, con una qualità e risoluzione straordinaria. Oggi vengono rilasciate le prime 70, ciascuna disponibile in ognuna delle cinque lunghezze d’onda rilevate. Le mappe coprono la regione interna della Via Lattea, verso il Centro Galattico, con longitudini galattiche comprese tra + 68° e -70°. La porzione mancante verrà pubblicata entro la fine del 2016. I ricercatori coinvolti nel progetto hanno utilizzato una tecnica speciale per individuare le singole sorgenti presenti nelle mappe, raccogliendo così posizioni, flussi, dimensioni e altri parametri per centinaia di migliaia di oggetti nelle cinque lunghezze d’onda a cui hanno scandagliato il cielo gli strumenti di Herschel.
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Per saperne di più:
Le mappe e il catalogo di sorgenti compatte sono pubblicati nell’articolo di Sergio Molinari, et al Hi-GAL, the Herschel infrared Galactic Plane Survey: photometric maps and compact source catalogues. First data release for Inner Milky Way: +68º≥ l ≥ −70º sulla rivista Astronomy & Astrophysics
L’articolo originale è disponibile su Media INAF.
Che dire, uno spettacolo ineguagliabile, anche considerando che le interpolazioni per la resa estetica della mappa ha dovuto utilizzare un complesso software di gestione delle risoluzioni a diverse lunghezze d'onda. Una curiosità: si indica il range di longitudini ma non di latitudini galattiche. Ad esempio nel video si vede la Trifida (M20) ma non la più estesa Laguna (M8).
Fantastico!
Che meraviglia!
Aggiorno questo 3d con uno studio attinente:
La Via Lattea: più grande e dinamica che mai
La Via Lattea, la nostra Galassia, è più estesa e massiccia di quanto finora ritenevamo, avvicinandosi così per conformazione e dimensione alla galassia di Andromeda, la maggiore tra le galassie che insieme alla nostra costituiscono il Gruppo Locale. Non solo: la sua velocità di rotazione è più alta del 10 per cento rispetto al valore oggi accettato. Questi sono alcuni dei risultati dello studio guidato da Ye Xu, dellAccademia cinese delle Scienze e a cui ha partecipato il ricercatore dellIstituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Luca Moscadelli. Il lavoro, pubblicato oggi su Science Advances, ci restituisce una nuova, accurata visione della nostra Galassia e della nostra posizione al suo interno, ottenuta grazie alle osservazioni nelle onde radio condotte con il Very Long Baseline Array (VLBA), una rete di 10 radiotelescopi dislocati negli Stati Uniti, nellambito del progetto internazionale BeSSeL (Bar and Spiral Structure Legacy).
Buona lettura
Però è sconcertante che si sa ancora così poco sulla nostra Galassia...(ancor di più che dobbiamo finire di esplorare addirittura la Terra, ma glissiamo...)
Non è che poi questi dati, tra una decina d'anni, verranno considerati sbagliati? Per carità, mi rendo conto che, come disse (mi pare) Asimov "è come cercare di mappare una città osservandola dal tetto della casa più bassa, in periferia e con la nebbia" però così potremmo mai giungere a un risultato certo?
O dobbiamo aspettare di mettere appunto il viaggio intergalattico per uscirne e osservarla da fuori?
Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), succede che nel campo scientifico un risultato oggi reputato valido, possa successivamente divenire errato.
La scienza è proprio questo, un continuo scoprire e costruire mattone dopo mattone la conoscenza che ha l'uomo su ciò che lo circonda. A volte bisogna fare un passo indietro e provare una strada alternativa. Questo succede, non spesso ma succede.
In ogni caso con ESA Gaia la mappatura diventerà così accurata da lasciare poco spazio ad incertezze.
Non dimentichiamoci che lo studio della Galassia è assai complesso, sia per le distanze in gioco, che soprattutto per il nostro punto di vista, che è situato al suo interno. Sarebbe stato molto più semplice infatti osservare la Galassia da un punto esterno ad essa.
Capisco, grazie.
In effetti se la prima ipotesi fosse sempre quella giusta si perderebbe anche il gusto della ricerca scientifica...