Trovata la lettera che accusò Galileo di eresia

In possesso della Royal Society, e sfuggita all’attenzione degli storici per quasi 3 secoli, è stata rintracciata e scoperta dal ricercatore dell’Università di Bergamo Salvatore Ricciardo.


La lettera di Galileo Galilei
La prima e l’ultima pagina della lettera ritrovata. L’ultima pagina riporta la firma G.G. Credit: The Royal Society

Galileo Galilei è noto per le scoperte fatte attraverso l’utilizzo del primo telescopio, ma anche per aver combattuto con la Chiesa cattolica respingendo il sistema geocentrico. I suoi studi lo convinsero che Copernico aveva avuto ragione 100 anni prima: era la Terra a ruotare attorno al sole, e non il contrario. Dopo aver pubblicato un documento intitolato “Dialogo sopra i due massimi sistemi del Mondo“, l’Inquisizione della Chiesa cattolica lo condannò agli arresti domiciliari per i suoi ultimi nove anni di vita.

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La lettera passò nelle mani di un uomo di nome Niccolò Lorini, il quale a sua volta ne fornì una copia alle autorità ecclesiastiche. Preoccupato che la lettera potesse metterlo nei guai, Galileo modificò alcune sezioni della lettera originale per renderla meno “tagliente” e la mandò ad un funzionario di Chiesa. Poi, però, questa variante della lettera originale scomparve e non se ne seppe più nulla… fino ad oggi.

La lettera è stata trovata da Salvatore Ricciardo dell’Università di Bergamo, mentre sfogliava un catalogo in una biblioteca della Royal Society. Casualmente, si è trovato fra le mani la missiva, riconoscendone immediatmente il contenuto.

Salvatore Ricciardo, scopritore della lettera
Salvatore Ricciardo, scopritore della lettera di Galileo

I test iniziali suggeriscono che è autentica. Si tratta della lettera originale di Galileo, composta da 6 pagine, con parti modificate e correzioni al fine di ammorbidire le sue teorie considerate, a quel tempo, eretiche.

Fonti:

Informazioni su Stefano Simoni 642 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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2 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. La domanda è lecita ed è stata fatta da Maura Sandri per INAF a Michele Camerota, professore di Storia della Scienza a Cagliari. Ci sono delle supposizioni ma dovremo però aspettare per avere una risposta.A fine ottobre infatti uscirà un articolo a proposito nella rivista Notes and Records della Royal Society.

    Intervista a Michele Camerota