Gli Starlink nascono con l’idea di portare internet satellitare in ogni punto della Terra, anche il più remoto.
Tutto bene se non fosse che tutti questi satelliti, già presenti in orbita e lanciati quasi ogni giorno in trenini da 20-30 oggetti, lasciano il loro ricordo nelle foto astronomiche e addirittura, nel caso dei trenini, generano falsissimi allarmi di UFO da parte di persone che evidentemente vivono in un’isola deserta ancora senza connessioni con il resto del mondo e non sanno cosa succede intorno a loro.
Mi dicono che i famosi trenini di innumerevoli puntini luminosi che si rincorrono nel cielo sono uno spettacolo inconsueto e quasi magico, ma io personalmente non li ho mai visti: recentemente con il mio amico astrofilo Salvatore ci siamo appassionati ad osservarli in un trenino allargato, laddove ne vedevamo uno seguito ad una certa distanza da un altro e così via, fino a contarne 25, tutti percorrendo uno stesso sentiero tra le ignare stelle.
Adesso la NASA, in previsione di futuri insediamenti umani su Marte, con necessità di avere internet anche sul pianeta rosso, ha chiesto uno studio di fattibilità a SpaceX per realizzare anche intorno a Marte una costellazione di Starlink.
Lascio la parola ad Alan Boyle, di cui traduco e riassumo un articolo apparso su UniverseToday, come sempre (e non mi stancherò certo di affermarlo) traducendo per mezzo della mia IU (Intelligenza Umana) ben differente da quella Artificiale, asettica, informale e odiosa, che però, domata opportunamente, può essere un validissimo aiuto anche nel campo dell’Astronomia.
Starlink su Marte? La NASA sta pagando SpaceX per esaminare l’idea
La NASA ha dato il via ad uno studio da parte di SpaceX per adattare i suoi satelliti per internet a larga banda, per la realizzazione di una prossima rete di comunicazione marziana.
Questa idea fa parte di un pacchetto di una dozzina di proposte che hanno vinto il finanziamento da parte della NASA: l’idea di base potrebbe poi sfociare nella strategia dell’agenzia di riportare campioni del suolo marziano sulla Terra per poterli analizzare. Queste proposte coinvolgono compagnie più o meno note quali Blue Origin, Lockheed Martin, United Launch Alliance, Astrobotic, Firefly Aerospace, Impulse Space e Redwire Space.
Tutti questi vincitori verranno sovvenzionati con un importo compreso tra 200 mila e 300 mila dollari per fornire un responso entro il prossimo mese di agosto.
Eric Ianson, direttore del Mars Exploration Program della NASA, ha recentemente affermato che “siamo in una nuova era di esplorazione dello spazio, che richiede una crescita rapida degli interessi e delle capacità commerciali ed è proprio adesso il momento da parte della NASA di sondare le possibilità di partnership con compagnie pubbliche e/o private per il supporto scientifico su Marte nei prossimi anni.”
Da parecchio tempo all’interno di SpaceX si è parlato di usare i satelliti Starlink in orbita marziana, come parte ed estensione dell’idea di Elon Musk di rendere l’umanità una specie multiplanetaria: nel 2020 la presidentessa di SpaceX, Gwynne Shotwell, aveva affermato che la connettività sarà una parte essenziale dei piani di insediamento su Marte, da parte della compagnia.
Gwynne ha affermato che “Una volta portati esseri umani su Marte, avranno necessità di poter comunicare. Sarà molto più critico avere una costellazione come gli Starlink attorno a Marte, dato che ci sarà la necessità di connettere i due pianeti, Terra e Marte, con una robusta telecomunicazione”.
Il multimiliardario ha scavato più a fondo sulla questione in un recente congresso tenutosi in Azerbaijan affermando che “Essenzialmente per Marte si vorrebbe un sistema di comunicazione a laser e tutto dipende dalla larghezza di banda che si cerca di avere. In definitiva vorremmo arrivare ai terabit, se non addirittura ai petabit di trasferimento dati tra Terra e Marte”. (ndr: noi a casa parliamo di gigabit per la nostra fibra. Un tera sono 1000 giga e un peta sono 1000 tera e cioè un milione di giga… Basteranno? )
Musk potrebbe soddisfare la necessità da parte della NASA di aggiornare un sistema di comunicazioni con il pianeta rosso, basato su satelliti in alcuni casi più vecchi di 20 anni.
Inoltre la NASA ha focalizzato l’attenzione su una strategia multi-missione per poter riportare sulla Terra i campioni del suolo marziano raccolti dal rover Perseverance. In un’ottica di riduzione dei costi, l’agenzia spaziale si sta rivolgendo alle innovazioni tecnologiche da parte dell’industria privata .
Ad esempio la compagnia Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, il multimiliardario creatore di Amazon, studierà l’adattamento del veicolo di trasferimento Blue Ring per ospitare e distribuire carichi utili da trasportare su Marte. (ndr: driiin… “sono il corriere Amazon, c’è un pacchetto per lei”. Vi ricorda niente questa situazione? )
Un altro studio separato focalizzerà l’utilizzazione di Blue Ring come servizio di relay di prossima generazione e questo ha fatto brillare parecchi occhi tra i dirigenti della Blue Origin.
Conclusioni
Staremo a vedere dopo agosto a che cosa avranno portato questi studi ben pagati.
Credo che dal suolo di Marte prima o poi si vedranno trenini di satelliti così come sulla Terra, ma ho idea che ci vorranno ancora parecchi anni.
Rimaniamo sintonizzati!
Tra il colonizzare e l'inquinare ci passa veramente poco [emoji28]
Gli starlink mi ricordano una scena del film Wall-E della Disney...Allegato 53544
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Qui una spiegazione della filosofia alla base del sistema.
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