… che lo portano a ben 97 lune, un numero di tutto rispetto, ma ben lontano dai 274 del Signore incontrastato dei satelliti, oltre che degli anelli.
Quotidianamente il sito dell’M.P.C. (Minor Planet Center della IAU, l’International Astronomical Union) riporta le ultime scoperte da parte di tutti gli osservatori (sia con la “o” stretta che aperta) in giro per il mondo, di solito riguardanti asteroidi vicini e lontani e più saltuariamente comete e altri oggetti interstellari (tipo Oumuamua, ad esempio).
Più raramente invece capitano segnalazioni di satelliti dei pianeti del Sistema Solare, identificati da una sigla (assegnata dalla IAU) composta da “S/“, seguito dall’anno della scoperta dell’oggetto, dalla sigla del pianeta (“J” Giove, “S” Saturno, “U” Urano e “N” Nettuno) ed infine da un numero distintivo.
Dopo la grande abbuffata, avvenuta recentemente, di satelliti di Saturno (di cui parlo qui e qui), che come detto ha portato il numero totale a 274, un paio di giorni fa sono apparse due segnalazioni intitolate rispettivamente “S/2017J 11” e “S/2017J 10” che indicano la scoperta di due satelliti di Giove, avvenuta in tutti e due i casi nel (lontano) 2017, con numero d’ordine 10 e 11.
Un po’ di storia delle scoperte dei satelliti
Come ho già sottolineato altre volte in occasione di nuove scoperte di satelliti, oramai la metodologia è completamente differente da quella delle scoperte dei primi satelliti: nei secoli scorsi i satelliti venivano scoperti da astronomi che osservavano notte dopo notte i pianeti con i loro telescopi. A partire da Galileo Galilei, che nel 1610 scoprì i primi satelliti di un pianeta, in questo caso Giove, con il suo strumento di appena 6 cm di diametro, nel corso dei secoli gli Astronomi hanno scoperto tantissimi altri satelliti dei pianeti stavolta con strumenti sempre più potenti.
Salvo rare eccezioni, queste scoperte avvenivano col contagocce, una luna alla volta e ad ogni oggetto veniva assegnata in seguito una denominazione dalla comunità astronomica internazionale.
Recentemente invece le scoperte avvengono in modo differente, con analisi nel tempo di zone in prossimità dei pianeti, analisi che richiedono parecchi mesi se non anni per poter seguire con certezza dei puntini luminosi (oramai sono rimasti quelli più deboli…) analizzandone la posizione in foto di anno passati ed oramai soprattutto grazie all’IA (Intelligenza Artificiale buona, quella che aiuta e non quella con cui vengono create notizie false, i fake, sotto forma di filmati o foto che ingannano gli sprovveduti).
Così come è successo per Saturno recentemente, da lastre fotografiche precedenti e da studi proseguiti da scansioni automatizzate nel corso degli anni, sono stati individuati appunto due nuovi satelliti, dei quali è stato possibile calcolare con certezza l’orbita intorno al pianeta, fatto questo che ne dichiara il riconoscimento da parte della IAU: il nome attribuito è all’inizio quello convenzionale, mentre nel seguito spetta agli scopritori il compito di ribattezzare l’oggetto con un nome tratto di solito da mitologie del mondo.
Mentre prima lo scopritore di un satellite era un Astronomo singolo, occasionalmente aiutato da un collega, un aiutante (in alcuni casi il coniuge), oramai queste ricerche vengono effettuate nel tempo da parte di folti gruppi di scienziati appartenenti a team di solito di osservatori (con la “o” aperta) sparsi nel mondo, principalmente nelle Isole Hawaii: una volta confermati questi satelliti, nelle tabelle vengono di solito riportati tutti i nomi degli appartenenti ai team, subito dopo il nome del team leader. Se proprio fossero tantissimi, allora vengono indicati con “et al.” o una dizione simile.
Successivamente…
… il vostro pignolone cerca in internet per vedere se qualcun altro si è accorto della scoperta, cosa che di solito avviene in Wikipedia in lingua inglese e successivamente mi metto in moto per la stesura di questo articolo informativo.
Tra i siti che controllo di solito ce ne sono altri due, in cui il famoso scopritore di satelliti Scott S. Sheppard (team leader di svariati gruppi di ricerca) raccoglie i dati in apposite pagine ricche di tabelle, grafici e quant’altro, relative ai pianeti con satelliti: quasi sicuramente perché impegnatissimo con la sua attività di ricerca (che io gli invidio davvero tantissimo!) , queste pagine vengono aggiornate solo qualche giorno dopo. Nel caso dei 274 satelliti l’aggiornamento è avvenuto solo una decina di giorni dopo, ma anche in questo caso dei due satelliti di Giove ancora non appare l’indicazione, nonostante Scott sia stato direttamente interessato dalla scoperta in prima persona.
Quello che faccio di solito in un secondo articolo è mostrare, con un diagramma 3D interattivo, le orbite dei nuovi satelliti intorno ai rispettivi pianeti: come sapete la visualizzazione, specie nel caso di Saturno, assomiglia parecchio ad un’intricatissima matassa di orbite colorate a seconda della famiglia di appartenenza dei satelliti stessi.
Nel caso di Saturno, l’aggiornamento del software di visualizzazione mi aveva richiesto un bel po’ di tempo, dato che i satelliti da aggiungere erano 128.
Come consuetudine, nell’immagine in evidenza riporto il contributo di uno dei nostri amici che frequentano il Forum, perché appassionati di Astronomia: si tratta dell’amico gecu che qualche tempo fa aveva fotografato Giove
Per adesso vi rimando al successivo articolo con la consueta frase…
Rimanete sintonizzati!
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