Nel precedente aggiornamento sulla cometa interstellare 3I/ATLAS avevo parlato delle due immagini riprese dalla fotocamera NavCam a bordo del rover Perseverance, dicendo che non si trattava della cometa (assolutamente poco luminosa) ma del maggiore dei satelliti di Marte, Phobos, che invece brilla luminosissimo nel cielo di Marte (magnitudine -6, rispetto alla +6 della cometa).
La conferma si può avere dal blog del bravo fotografo Simeon Schmauß, il quale ha analizzato l’immagine dell’oggetto immortalato dal rover e l’ha paragonata con la situazione del cielo vista dalla posizione del rover sul pianeta rosso, grazie a Stellarium.
In particolare in questa immagine (da cui era stato tratto il ritaglio della scorsa puntata)

si vedono 90° del cielo puntato dalla telecamera NavCam del rover e si scorgono bene alcune stelle (Arturo e l’Orsa Maggiore).
Badate bene che le scie lasciate dalle stelle (per la rotazione di Marte sul proprio asse durante il tempo di esposizione) hanno lunghezza e direzione differente rispetto a quella lasciata da Phobos proprio perché viceversa il satellite viaggia velocemente lungo la sua orbita.
Se fosse stata visibile, la cometa avrebbe invece creato una striscia parallela a quella delle stelle! Ringrazio l’amico e autore Antonio Piras per la segnalazione, mentre tutti noi attendiamo fiduciosi nuovi articoli da parte sua!
Con Stellarium è facile posizionarsi su Marte in corrispondenza delle coordinate del Perseverance, seguire Phobos e vedere proprio quelle stesse stelle

in questa immagine si vede la collocazione esatta della cometa (di magnitudine +10.4 secondo il programma e non proprio +6) con viceversa Phobos luminosissimo e soprattutto così veloce da lasciare un traccia visibile nelle foto dell’ESA.
Con un altro contributo davvero spettacolare il bravissimo Simeon ha effettuato lo stacking di 20 immagini di 30 secondi l’una, risultando quindi un tempo di integrazione totale pari a 10 minuti ottenendo questa animazione (che qui vediamo alla massima risoluzione)

in cui le stelle sono strisciate (per effetto dello stacking) ed etichettate con il loro nome, mentre grazie all’integrazione delle 20 immagini la cometa è lì, dove ci si aspettava di trovarla in base agli elementi orbitali dell’M.P.C.(Minor Planet Center).
La sua luminosità è davvero bassa, altro che quella di Phobos!
Vediamo i contributi delle sonde in orbita
In un articolo postato ieri subito dopo la pubblicazione del mio 21-mo aggiornamento, l’ESA ha pubblicato le immagini riprese da altre sonde.
In particolare la sonda ExoMars TGO, in orbita intorno a Marte, ha puntato l’apparato CaSSIS (Colour and Stereo Surface Imaging System) verso la cometa ricavando questa animazione

in cui possiamo apprezzare un punto bianco sfocato che si sposta tra le stelle e che rappresenta il centro della cometa e cioè il suo nucleo e la chioma che lo circonda.
Lo strumento non è stato in grado di risolvere il nucleo (largo qualche km) rispetto alla chioma, a causa della grande distanza della cometa: vedere il nucleo sarebbe stato impossibile come vedere dalla Terra un cellulare posto sulla Luna…
Viceversa è chiaramente visibile la chioma, larga qualche migliaio di km, che si crea quando una cometa si avvicina al Sole: il calore e le radiazioni della nostra stella stanno portando la cometa alla vita, facendole rilasciare gas e polveri, che successivamente si raccolgono a formare l’alone che circonda il nucleo.
Non è stato nemmeno possibile misurare l’ampiezza della chioma perché la luminosità delle polveri decresce con la distanza e va subito a confondersi con il rumore di sottofondo dell’immagine.
Normalmente il materiale della chioma viene spazzato via a formare una coda che può arrivare pure ad una lunghezza di milioni di km in prossimità del Sole: però la coda è molto più debole della chioma e quindi non è visibile nelle immagini dello strumento CaSSIS, ma forse si riuscirà a distinguere in osservazioni future quando la cometa si riscalderà ancora di più e rilascerà più vapore acqueo del ghiaccio che sublima.
Nick Thomas, PI del progetto di CaSSIS spiega che “si è trattata di un’osservazione impegnativa da parte dello strumento, dato che la cometa è da 10mila a 100mila volte più debole dei soggetti che riprende di solito”.
L’altra sonda dell’ESA, la Mars Express
La cometa non si è ancora mostrata nelle immagini della sonda Mars Express, anche perché queste sono state scattate con un tempo di esposizione massimo di 0.5 secondi, paragonati ai 5 secondi della sonda ExoMars TGO.
I tecnici continueranno l’analisi dei dati di entrambi gli orbiter, combinando più immagini del Mars Express per cercare la cometa molto debole.
Finora hanno provato a misurare lo spettro della cometa con gli spettrometri OMEGA e SPICAM della Mars Express e del NOMAD della ExoMars TGO, ma ancora non si sa se la luminosità della chioma e del nucleo erano sufficienti per la caratterizzazione dello spettro: nelle prossime settimane e nei prossimi mesi proseguiranno le analisi per capire la composizione della cometa e come si sta comportando all’approssimarsi al Sole.
Colin Wilson, Project Scientist del programma delle due sonde spaziali, afferma che “I nostri orbiter marziani finora stanno dando un contributo eccezionale alla Scienza di Marte, ma è viceversa davvero eccitante vederli alla prova con situazioni completamente inattese come questa della cometa. Non vedo l’ora di conoscere quanto i dati possano rivelare a seguito delle ulteriori analisi”.
L’ESA promette altre osservazioni
Il mese prossimo osserveremo la cometa con gli strumenti della sonda JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer): ma anche se si troverà ad una distanza maggiore rispetto agli orbiter marziani, potrà osservare la cometa subito dopo il perielio, quando l’oggetto interstellare si troverà nel suo stato più attivo. Ma tutto ciò avverrà solo a febbraio 2026.
Concludendo…
Successivamente nell’articolo viene citato il progetto Comet Interceptor, di cui ho già parlato in questo articolo e nel successivo.
Rimaniamo dunque in attesa di ulteriori novità, ricordando che in questa pagina trovate l’elenco aggiornato di tutte le puntate della storia che stiamo vivendo quotidianamente e che parla di una cometa proveniente da molto lontano, nel tempo e nello spazio.
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