La teoria più accreditata sull’origine delle supernove di tipo Ia si basa sull’evoluzione di un sistema doppio stellare, in cui una compagna abbia raggiunto la fase di nana bianca. Se l’altra stella è molto vicina e sufficientemente grande si innesca il meccanismo di trasferimento di massa dalla gigante verso la nana bianca. Quando quest’ultima raggiunge la massa critica di 1.4 masse solari avviene l’esplosione che ormai conosciamo perfettamente bene.

Tuttavia, questa descrizione non ci basta, dato che vorremmo sapere che tipo di stella è la “donatrice” di materia e in che modo esatto la nana bianca ingoia il materiale regalatole. Soprattutto, vorremmo sapere come questo processo influisca sulle caratteristiche dell’esplosione.
La cosa migliore da fare sarebbe trovare delle coppie di candidate che mostrino i segni di una prossima esplosione e poi vedere proprio l’esplosione. Non è certo un’idea nuova e sono molti anni che si cercano questi sistemi doppi. Purtroppo, sono state ormai identificate migliaia di coppie, ma … nessuna è ancora esplosa!
Studi molto recenti hanno, però, identificato un segno che potrebbe essere quello vincente. Molte supernove di tipo Ia mostrano presenza di sodio gassoso. Dato che l’esplosione di una nana bianca ben difficilmente potrebbe produrlo, esso dovrebbe essersi formato nella compagna e poi trasferito alla stella prossima all’esplosione o distribuito attorno all’intero sistema. Tra tutte le candidate, si dovrebbero, allora, cercare proprio quelle che mostrano la presenza di sodio. Un gruppo di ricerca internazionale potrebbe avere trovato la prima concorrente: QU Carinae. Essa è composta proprio da una nana bianca che sta divorando a grande velocità la materia della compagna. Inoltre, e questa potrebbe essere la chiave di volta, è stata identificata la presenza di una nube di sodio attorno alla coppia. E’ già un ottimo risultato, ma sarebbe ancora meglio se QU Carinae si decidesse a esplodere in fretta!
Sig. Vincenzo buongiorno
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? perchè leggevo in giro su internet, che la stella dista circa 900 anni luce (ma sul sito dicevano che la misura non era accurata ). Facciamo finta che la stella disti effettivamente 900 Anni luce ed esplodesse tra qualche anno,noi vedremmo l'esplosione sulla terra solo tra 900 anni,giusto?
volevo chiederle, a che distanza si trova QU Carinae
la distanza della stella è stata calcolata con il satellite Hipparcos ed è pari a 610 parsec, che vuol dire circa 2000 anni luce. Per il resto hai pienamente ragione.
So che passo di palo in frasca, ma....
Sto leggendo un'articolo in cui si sostiene che le stelle con massa superiore alle 160 masse solari non esplodano col classico meccanismo delle supernove di tipo II, ma con un fenomeno chiamato "instabilità di coppia".
In pratica, in quelle peculiari condizioni tutte le coppie di fotoni sufficientemente energetiche si trasformerebbero in una coppia elettrone - positrone.
Questa trasformazione comporta un calo di pressione interno alla stella, poiché la pressione dei fotoni si converte nella più misera pressione di elettroni e positroni.
Questo a sua volta causa un collasso del nucleo della stella, con la pressoché immediata fusione dell'ossigeno sintetizzato e la completa distruzione dell'astro.
Alla fine, a parte la nebulosa costituita dai residui dell'esplosione, della stella non rimane nemmeno un buco nero o una stella di neutroni. Il tutto avrebbe una firma inconfondibile, e cioè la formazione di enormi quantità di Nichel 56.
Sembra che la supernova SN 2007bi sia il risultato di questo tipo di esplosione.....
Caro Enzo, ne hai sentito parlare? Che ne pensi?