Ricordiamo i dati di fatto. Il pianeta dista 6 milioni di chilometri dalla sua stella e rivolve in 3.2 giorni. Facciamo qualche approssimazione. Alpha Centauri A e B possiamo considerarle uguali al Sole (più o meno ci siamo). B rivolve attorno ad A in circa 80 anni. L’orbita è molto eccentrica e quindi al periastro B giunge a sole 11 Unità Astronomiche (UA) (approssimiamole a 10), mentre all’apoastro si spinge fino a 36 UA (per semplicità facciamo 40).
Nella Fig. 1 rappresentiamo quest’orbita e poniamo il pianeta attorno a B al momento del periastro (le cose comunque non cambierebbero di tanto in posizioni diverse). Ovviamente, viste le distanze reciproche, ho dovuto allargare di molto l’orbita del pianeta. A questo punto faccio un’ipotesi piuttosto realistica: il pianeta mostra sempre la stessa faccia alla stella B. Vista la distanza e le masse in gioco è facilissimo che le forze mareali abbiano sincronizzato periodo di rivoluzione e di rotazione del fratello della Terra.

Questo fatto rappresenta un certo vantaggio per il nostro astronauta. Il giorno del pianeta dura 3.2 giorni, ma le condizioni sono molto diverse per tre posizioni raggiungibili dal nostro amico spaziale.
Prendiamo quella rappresentata dal pallino verde, la peggiore. L’astronauta non avrebbe mai notte e il cielo sarebbe illuminato da un astro 100 volte più luminoso del Sole (la luminosità va col quadrato della distanza). Meno male che ha la tuta… Ovviamente è ben difficile che riesca a vedere la stella A, quando lui si trova dalla parte opposta rispetto a B. Essa è distante ben 10 volte di più del Sole visto da terra. Dipende, comunque, molto se il pianeta ha un’atmosfera oppure no. In caso negativo le due stelle si vedrebbero entrambe per mezza giornata (a parte possibili eclissi di A, ma per quelle dobbiamo sapere l’inclinazione dell’orbita planetaria).
Molto meglio se l’astronauta si trovasse nella posizione rappresentata dal punto azzurro (lungo il terminatore). La stella A sorgerebbe e tramonterebbe come prima, ma la B sarebbe sempre sull’orizzonte (teoricamente se ne vedrebbe solo metà).
Condizioni quasi perfette nella posizione indicata dal pallino rosso. L’astronauta non si accorgerebbe nemmeno di rivolvere attorno a B: non la vedrebbe mai. Il suo Sole sarebbe A che sorge e tramonta normalmente, anche se in un giorno solo la sua distanza varia di 12 milioni di chilometri (6 x 2). Sono comunque poca cosa rispetto alle undici unità astronomiche che lo separano da A.
Fin qui la dinamica del sistema. Ma come vedremmo le stelle dal punto di vista delle dimensioni e della luminosità? Basta disegnare qualche triangolino e calcolare un paio di logaritmi (dovreste già saperlo fare).
In Fig. 2, facciamo il confronto tra il Sole visto dalla Terra e la stella B vista dal pianeta. Beh… una bella differenza dal punto di vista di “ingombro”. La magnitudine, invece, diminuisce di 7: sarebbe meglio mettere dei potenti occhiali da … sole.

In Fig. 3 vediamo l’apparenza della stella A rispetto sempre al Sole visto dalla Terra, al periastro e all’apoastro. Le dimensioni diventano veramente ridicole, ma la magnitudine resta ancora molto bassa: da -22 a -19. Sempre meglio che la Luna Piena (-12.7), ma la luce diurna sarebbe molto più debole. Comunque basta che uno si abitui…

Direi che per conti fatti a mente può bastare… Aspettiamo adesso la maggiore accuratezza di Celestia, la sua bellezza realistica e il suo ritocco tecnologico. Ma carta e penna, in fondo, sanno già raccontare qualcosa… Potrei anche aver fatto qualche errore di calcolo (agli uomini capita): provate a rifare i conti e se ho sbagliato “correggetemi”!
Beh, accipicchia, - 19 proietta una bell'ombra, o no? La luna piena, dimensioni a parte, che magnitudine media ha? Oltretutto non sarebbe una luce bianca-argentata, quindi in effetti, uno scenario ababastanza particolare di "semi-giorno", piùttosto che "semi-notte"...magari una cosa che assomiglia alle ultime ore prima del breve tramonto in fine estate-autunno (o in primavera?) al circolo polare artico...va beh, insomma, son solo chiacchiere...
purtroppo in questi giorni non ho molto tempo a disposizione per i viaggi cosmici...
dovrete aspettate il weekend...
intanto potrete avere un assaggio rileggendo l'articolo sulla costellazione dei Gemelli
http://www.astronomia.com/2011/12/25...e-dei-gemelli/
non c'entra niente, ma ci sono 3-4 filmati simpatici del sistema sestuplo di Castore, tanto per vedere come è la situazioni di più Soli che ruotano (anche in questo caso a distanze molto differenti)...
grande enzo,ne pensi (e ne scrivi)sempre una più del diavolo.....e come temperature?quali sarebbero (più o meno) rispettivamente per i tre astronauti,verde,azzurro e rosso?
Insomma, meglio non togliersi mai la tuta
Bell'articolo, curiosa come situzione!
Mi chiedevo una cosa Enzo, ci pensavo su qualche giorno fa...secondo te è possibile che esista un sistema di due o più stelle in cui un ipotetico pianeta che si trovi a rivolvere attorno ad esse si trovi in perenne giorno? Ma non come nell'articolo in cui solo il punto verde è in perenne sole mentre spostandosi in altre parti del pianeta si potrebbe conoscere anche la notte...mi piacerebbe sapere se sia possibile che esista da qualche parte dell'universo un pianeta in cui su tutta la superficie sia sempre giorno! Di modo che agli ipotetici abitanti di quel pianeta la parola NOTTE sia priva di significato...
In un altro, invece, in un sistema triplo un pianeta era destinato ad avere una sola "notte" ogni qualche centinaio o migliaio di anni, e ogni volta i suoi abitanti cadevano preda del panico più totale, riportando sistematicamente all'inizio le lancette della "civiltà" in un ciclo senza fine!
No chiedetemi però titoli e autori, perchè li ho letti un mucchio di anni fa, e anche se li avessi letti il mese scorso probabilmente non me lo ricorderei comunque, con la memoria che mi ritrovo!:(
a domani!!!!