La Terra si cura da sola

Molte volte, discutendo sulla reale esistenza e sui possibili effetti del riscaldamento globale, si arriva alla solita retorica frase strombazzata continuamente dai media: “La Terra è malata e noi la stiamo uccidendo”. Beh. Un recente studio ha dimostrato che essa sa curarsi benissimo da sola.


Perchè pubblichiamo quasi soltanto articoli contro il GW


I ricercatori che si occupano di Scienza della Terra e dell’atmosfera presso l’Università di Pardue in Indiana hanno svolto un’accurata ricerca su un periodo preistorico in cui si erano sviluppati livelli di anidride carbonica estremamente alti e si sono accorti (ce n’era bisogno?) che la Terra ha innescato un meccanismo insospettato per sveltire la parte di CO2 in eccesso. In altre parole, e come spesso ho ripetuto su queste pagine, la Terra sa curarsi benissimo da sola (se ce ne fosse bisogno). Non confondiamo quindi un pericolo per l’uomo con un pericolo per la Terra. E smettiamola con le solite frasi sulla Terra malata o addirittura moribonda…

La Terra si cura da sola

La ricerca in oggetto dice apertamente che il nostro pianeta è stato capace di “guarire” completamente da un eccesso di anidride carbonica avvenuto circa 56 milioni di anni fa in un tempo eccezionalmente breve rispetto a quanto previsto dai modelli odierni (e su cui si basano tanti catastrofici scenari apocalittici sul futuro della Terra). In altre parole, il pianeta ha aumentato automaticamente la sua capacità di demolire il tanto temuto nemico dei nostri giorni. Il gruppo di scienziati ha trovato che circa la metà della quantità di CO2 immessa nell’atmosfera è stata cancellata nel giro di 30000-40000 anni, ossia in un terzo del tempo che si pensava fino ad oggi. Non si sa ancora esattamente come ciò è stato possibile, ma sicuramente la Terra c’è riuscita innescando qualche processo dinamico non ancora noto alla climatologia attuale. Insomma, la Terra ha delle potenzialità di reazione agli eventi che noi nemmeno immaginiamo.

Ricordo che il periodo di eccesso di CO2 e di riscaldamento di cui si parla è durato per ben 170000 anni. Durante quell’evento, miliardi di tonnellate di carbonio furono rilasciate negli oceani, nell’atmosfera e nella biosfera. Un esempio ben calzante con quanto sta capitando oggi, anche se su scala ancora più grande. A quei tempi non si bruciava petrolio e carbone e l’origine dell’anidride carbonica era sicuramente del tutto naturale, proveniente in parte da episodi vulcanici parossistici.

Andando nei dettagli, ecco come hanno agito i nostri ricercatori per valutare i tempi di smaltimento. Essi hanno esaminato campioni di sedimenti marini e terrestri di quel periodo e in particolare hanno misurato i livelli di due differenti isotopi del carbonio, il carbonio-12 e il carbonio-13. Il rapporto tra l’abbondanza di questi due isotopi cambia se la CO2 è prelevata o aggiunta all’atmosfera durante il decadimento della materia organica. Le piante preferiscono il carbonio-12 durante la fotosintesi e quando accelerano il prelevamento di CO2 fanno anche cambiare il rapporto tra i due isotopi. Questo rapporto si riflette su quello che si trova nei minerali delle rocce formatisi per reazione con l’anidride carbonica dell’atmosfera. Il tasso di cambiamento del rapporto C12/C13 nei minerali rocciosi ci dice quanto rapidamente la CO2 è stata eliminata dall’atmosfera. In altre parole, i ricercatori hanno potuto seguire sia la fase di rilascio della CO2 nell’atmosfera e la sua durata temporale, sia quella di eliminazione

Sicuramente, una parte importante in questo sveltimento del processo di eliminazione è stato dovuto alla crescita rapida della biosfera. Per accettare questo meccanismo bisogna però prima capire come i suoli si siano arricchiti di carbonio. Si è ipotizzato un meccanismo molto peculiare e decisamente geniale. Anche se diverso da quanto si dà oggi per scontato.

Potrebbe darsi che il rilascio di CO2 sia partito inizialmente dall’attività vulcanica, ma poi continuato attraverso gli incendi boschivi innescati dagli eventi geologici. Questa sarebbe stata una reazione “positiva” alle condizioni critiche di vegetazione che si erano raggiunte a causa del riscaldamento globale di quel periodo (circa 5 °C). Foreste secche e legno asciutto causati dal caldo anomalo avevano favorito la combustione e il rilascio di CO2, utilizzata poi per creare una rapidissima crescita della biosfera e velocizzare un drastico cambiamento climatico. In altre parole, il riscaldamento globale è stato proprio fermato dall’emissione anomala di CO2 che ha innescato una crescita veloce della biosfera e dei cambiamenti climatici collegati, dovuti a variazioni drastiche del ciclo dell’acqua.

In fondo ne abbiamo prove locali anche oggi: quando le foreste subiscono momenti di crisi sono spesso rivitalizzate da estesi incendi, come è capitato anni fa nei boschi immensi dello Yellowstone National Park americano. Mentre i media descrivevano gli incendi come un dramma epocale, i curatori del Parco (avevo parlato direttamente con uno di loro) consideravano la situazione estremamente positiva e utilissima per una rigogliosa rinascita.

Prima di esprimere brevemente un paio di considerazioni personali, voglio riportare le parole di uno dei ricercatori dell’Università americana: “Abbiamo bisogno di sapere cosa è esattamente successo in quel lontano periodo per capire esattamente in che punto ci troviamo oggi e quale sarà il nostro futuro. Al momento, i dati in nostro possesso ci indicano chiaramente che la risposta della Terra a questo tipo di eventi è molto più dinamica di quanto si pensasse e dimostrano l’importanza di una più ampia comprensione del ciclo del carbonio”.

Cosa posso aggiungere? Due considerazioni del tutto personali. La prima è che la Terra sa reagire molto bene ai cambiamenti atmosferici e climatici, giocando addirittura in contropiede, come bruciare ciò che è già in crisi per potere poi velocizzare la rinascita della vita. In questo contesto, prende ancora più valore l’ipotesi che nel passato del nostro pianeta siano state le emissioni di CO2 a seguire i periodi di riscaldamento e non il viceversa come tentato di imporci da politici arrivisti di recente memoria.

La seconda è che invece di spendere una quantità enorme di soldi per mantenere un gigantesco gruppo di ipotetici scienziati come quelli dell’IPCC, pronti a seguire le direttive dei politici e del potere economico anche a costo di truccare dati e nasconderne altri, sarebbe bene indirizzare le finanze pubbliche verso la ricerca vera. Il nostro pianeta non è malato e la sua storia potrebbe insegnarci a capire meglio le sue strategie più raffinate e magari cercare di attuarle per aiutare gli esseri umani sicuramente ben più “indisposti” della Terra, sia fisicamente che moralmente. Lo studio di ciò che il nostro mondo ha vissuto potrebbe sicuramente migliorare i modelli climatici approssimativi e ambigui su cui si basano le catastrofiche previsioni del prossimo futuro.

Ma c’è ancora chi vuole investire sulla ricerca pura? Questo vale, purtroppo, per molte altre scienze, come quella legata allo sfruttamento delle risorse energetiche pulite. Tante parole e tanto rumore, ma veri studi ben pochi. I soldi prendono sempre direzioni sbagliate. Impariamo umilmente dalla storia del nostro pianeta e dalla sua lunghissima esperienza.

Il lavoro originale si può trovare qui:

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11 Commenti

  1. Spett.le Enzo il tuo articolo e veramente grande,in effetti la terra a una buona capacità di recupero dai danni ecologici come il recupero della Co2,
    Basti pensare alle alghe azzurre che 3,5 miliardi di anni fà ossigenarono l’oceano e l’atmosfera creando le basi per l’emersione della vita.
    Ma se mi consenti una mia modesta opinione vi è una soglia di inquinamentao entro la quale la terra può auto curarsi,passata la quale il sistema crolla.
    Si chiama impronta ecologica,oggi il tasso di inquinamento e sfruttamento delle risorse terrestri e superiore al recupero della terra.
    Con questo non voglio dire che la terra morirà,in effetti a altri 5 miliardi di anni prima che il sole la inglobi diventanto una gigante rossa,ma che noi siamo a rischio estinzione.
    Ho letto poi uno studio di uno scenziato americano che diceva di esperimenti atomici sotterranei che stanno destabilizzando il nucleo centrale della terra con le onde d’urto delle esplosioni,e che se esse non cesseranno il nucleo potrebbe esplodere,al di là delle teorie e come la mettiamo con i disastri nucleari?
    Un saluto con stima :mrgreen:

  2. caro Raffaele,
    non sono in contrasto con te, come si evince da alcune frasi che ho inserito. L’inquinamento di qualsiasi tipo sia avrà come risultato una nostra malattia più o meno grave ma non una malattia per la Terra che reagirà in modo più o meno drastico a seconda dei danni che arrechiamo al biosistema. Molte volte sono andate distrutte percentuali altissime di vita animale e vegetale, ma il pianeta ha sempre saputo ricominciare anche meglio di prima. Non scarichiamo allora sul falso buonismo nei confronti della Terra tutto ciò che noi causiamo e che noi subiremo. Alla Terra cosa può interessare se l’essere dominante sarà ancora l’uomo o un altro essere? Seguiamo i suoi ritmi e i suoi insegnamenti con umiltà e con vero spirito scientifico. Contemporaneamente eviteremo la nostra malattia e lo spreco di risorse sia finanziarie che energetiche. Se si puntasse con grande impegno verso lo studio accurato, e senza i limiti imposti da interessi privati, dell’energia dell’idrogeno e di altre VERE fonti alternative nascoste sotto il letto come la polvere, sicuramente scomparirebbero sia gli scenari apocalittici dei media, sia la degradazione dell’ambiente in cui DOBBIAMO vivere per le caratteristiche fisiche che possediamo. 😉

  3. Buon giorno,

    purtroppo non concordo affatto con le considerazioni finali. Premesso che dubito molto di “accurate ricerche sulla preistoria”… e che ovviamente concordo sul fatto che non si dovrebbe dire che “la Terra è malata”, perché chiaramente il pianeta continuerà a girare intorno al sole anche senza alcuna forma di vita su di esso…
    Il fatto è che quando si dice che la Terra è malata, si intende le forme di vita sulla Terra per come le conosciamo. La “manodopera” umana innesca e distrugge meccanismi più velocemente di quanto faccia il pianeta.
    Le coltivazioni intensive ammazzano la biodiversità e sono possibili soltanto grazie a dosi massicce di pesticidi. La diminuzione dell’estensione della barriera corallina non lascia dubbi circa l’estinzione prossima di un “mare” di specie viventi. E dipende dalle emissioni di anidride carbonica, altroché.

    In conclusione… non me ne frega niente di come sta “la Terra” 🙂 Io per Terra intendo la vita sulla Terra. E quella è malata, e noi la stiamo uccidendo. Non c’è nulla di falso in questo se non l’utilizzo del termine Terra. La mia specie ha ridotto o fatto estinguere moltissime specie viventi. E’ solo questo che importa. Domattina può venirci addosso una cometa e distruggere tutto. E’ la vita, non ci si può far nulla. Ma dove si può fare e invece non si fa perché “tanto la Terra si guarisce da sola” non mi sta affatto bene.

  4. Spett.li Alessandro ed Enzo inanzitutto vi ringrazio di aver risposto al mio commento mi fà molto piacere conversare con persone che hanno il mio stesso interesse l’astronomia,detto questo per rispondere ad alessandro,restando tra sogno e realtà,in un programma chiamato Voyager su rai 2 tanti anni fà,si parlava di programmi militari top secret,e di un prototipo di motore ad antimateria proprio per i viaggi spaziali purtroppo alcuni fisici teorici dichiararono che la creazione ed uso dell’antimateria nei vettori avrebbe alterato in qualche modo lo spazio tempo,creando il più potente essere dell’universo al suo passaggio cioè dei buchi neri.
    Per quando riguarda enzo sono d’accordo la terra a subito cinque grandi estinzioni di massa da quanto e apparsa la vita su di essa,ma noi siamo l’unica specie cosciente in grado di distruggere o di salvare questo pianeta,purtroppo l’istinto del più forte del predatore utile in preistoria,e ancora radicato in noi,a mio avviso ci dovrebbe essere un cambiamento dell’animo dell’intera umanità e pensare che questo pianeta va prima di tutto rispettato e protetto e non depredato e sfruttato xche la natura a le sue leggi e queste leggi non possono essere violate in eterno,prima o poi essa si ribellerà,e nel peggiore dei casi accadesse ciò,chi prenderà il nostro posto? Eventuali alieni intelligenti riuscirebbero a comprendere che su questo pianeta e esistità una specie dotata di coscienza,conoscenza e anche follia? Speriamo che non arrivi mai questo giorno! Un Ciao con stima :mrgreen:

  5. @Raffaele: ti consiglio di lasciar perdere Voyager.
    Quel programma fa disinformazione scientifica.

    Relativamente all’argomento trattato, penso anch’io che la Terra continuerà a girare attorno al Sole anche quando noi saremo estinti; però reputo che questa moda dell’ecologico può fare del bene sensibilizzando le persone a tenere un comportamento più etico con vantaggi per l’ambiente, il prossimo e anche il proprio portafogli.

  6. Caro Zappalà, quello della paleogeologia è sempre stato un terreno scivoloso: un mio professore all’Università soleva chiudere le sue lezioni sul tema con una frase esplicativa: “Così è, forse…”.
    Ammetto di non avere ancora avuto il tempo di leggere l’articolo citato, ma il tema del massimo termico del paleocene-eocene è studiato da anni, sia per il “rapido” (a giudizio di alcuni) riassorbimento della CO2 sia, ancor di più, per il fatto che sono stati registrati almeno quattro “picchi” tra i 53,8 ed i 52,8 milioni di anni fa.
    Sul primo punto non c’è concordanza che il riassorbimento della Co2 sia stata così rapida: altri autori ritengono che questo periodo non sia stato inferiore a 150.000 anni.
    Al di là di queste considerazioni, tuttavia, mi paiono improprie le conclusioni, ovvero che il nostro pianeta possegga chissà quali capacità autoregolatorie non ancora note in grado di neutralizzare qualunque nefandezza l’uomo possa compiere (compreso l’aumento di CO2 di origine antropica) e che lo studio della storia della Terra darebbe, o potrebbe dare, risposta a qualunque problema si affacciasse. A parte le difficoltà di studiare la storia del pianeta vorrei sottolineare che a volte le conseguenze di una situazione sono il prodotto di un feedback di una enorme combinazioni di fattori esistenti in quel momento e non in altri precedenti e successivi e, dunque, fino a quando non saremo in grado di definire con precisione (e mai probabilmente lo saremo) le conseguenze di una data combinazione di fattori/eventi/situazioni abbiamo il dovere di essere PRUDENTI ed evitare di disturbare tale combinazione con le nostre attività.
    PS: non ricordo di studi in base ai quali sia plausibile l’ipotesi che “nel passato del nostro pianeta siano state le emissioni di CO2 a seguire i periodi di riscaldamento e non il viceversa”

  7. caro Saverio,
    due cose veloci …
    le ricerche sul legame CO2-riscaldamento sono state riportate a iosa nell’attacco scientifico al celebre filmato di Al Gore.
    la terra è un pianeta e non è opera dell’uomo. pensiamo di essere così potenti da potrela distruggere?Quanta boria nell’essere umano. Basta un piccolo sussulto e la Terra riesce a sgretolare noi e le nostre opere come un castello di carte. Vuoi che ci temi? Sa lei come fare se qualcuno disturba i suoi cicli di milioni e milioni di anni. Non illudiamoci. L’unica cosa che potremmo distruggere siamo noi stessi, non certo l’equilibrio di un pianeta..

  8. Se la terra sa curarsi benissimo da sola, quando l’essere umano diventerà una malattia dovrà curarsi anche da esso…

  9. Intendevo di studi che attestino che, come riportato testualmente nell’articolo, “siano state le emissioni di CO2 a seguire i periodi di riscaldamento e non viceversa”.
    Concordo sul fatto che il genere umano non sia in grado di distruggere materialmente il pianeta, ma credo invece che possa influire negativamente sui delicatissimi cicli biogeochimici i quali potranno a loro volta raggiungere un nuovo equilibrio che non è detto sia favorevole alla nostra specie. E’ qui che il punto di disaccordo è massimo e che le nostre “visioni del mondo” non riescono a collimare!

  10. Buongiorno, ho letto con interesse l’articolo di Vincenzo Zappalà, poiché tratta dell’avvenimento legato al limite Paleocene-Eocene (P/E) su cui ho lavorato e presentato diversi articoli scientifici nel periodo 1999-2006. Conosco bene gli studi isotopici del carbonio per averne messo a punto la metodologia d’estrazione e misura sulla materia organica (prima si facevano analisi solo sui carbonati). Per quanto possa valere la mia opinione, posso comunque confermare che quanto scritto corrisponde al vero. L’unico appunto che mi sento di muovere è che è stato omesso un particolare abbastanza importante: il limite P/E è conosciuto non soltanto per un importante riscaldamento globale, ma anche per l’estinzione massiccia di un gran numero di esseri viventi, a cominciare dal plancton sino ai primi mammiferi. Ricordo infatti che dopo il Cretaceo, durante tutto il Paleocene (5 milioni di anni) i primi mammiferi rimpiazzarono i grandi rettili in ogni nicchia ecologica, ma questi primi mammiferi si estinsero proprio al passaggio P/E lasciando spazio libero ai mammiferi attuali. Conclusione: è verissimo che la Terra si curi da sola, ma c isono degli effetti collaterali cui non vorrei partecipare 😉
    Cordialmente Roberto

  11. caro Roberto,
    è un piacere sentire la tua opinione che di certo condivido. Gli effetti collaterali non sono sicuramente trascurabili per la razza umana, ma questo è proprio quello che non ho mai negato. La malattia sarà nostra, non del pianeta! 😉