La costellazione di Orione

Orione è sicuramente la costellazione più nota in assoluto. Scopriamone insieme dettagli, mitologia e asterismi, avvalendoci del nostro software 3D.

Sommario

Quando e dove si può osservare?

Orione è una costellazione tipicamente invernale, osservabile, seppur ad orari scomodi, anche nei mesi autunnali. Tuttavia, il periodo di migliore osservabilità è quello fra Novembre e Marzo. Già attorno alle ore 22, tra fine Ottobre e primi di Novembre, è possibile vederla sorgere verso Est.

Nei mesi successivi anticipa sempre più il suo sorgere fino a trovarsi (a metà gennaio e sempre attorno alle 22) in culminazione, ovvero alla sua massima $altezza$ sull’orizzonte. Condizione, questa, che ne garantisce la miglior visibilità.

A fine Marzo, prima della mezzanotte, Orione ha già compiuto tutto il suo tragitto nel cielo, e si accinge a tramontare definitivamente verso Sud Ovest. Nei mesi a seguire, sarà invisibile poichè sopra l’orizzonte solo durante il giorno.

Cosa c’è meglio di un video, per capire questa progressione? Vi mostriamo la posizione di Orione il primo di ogni mese alle ore 22, da Novembre ad Aprile.

Mitologia

Tornando alla rappresentazione della costellazione e cioè alla figura di Orione, abbiamo la possibilità di vedere due stupendi disegni tratti il primo dall’Uranometria di J.Bayer (dell’inizio del diciassettesimo secolo) ed il secondo dal Firmamentum Sobiescianum di Hevelius (posteriore di quasi un secolo): in entrambi i disegni Orione è raffigurato nell’atto di combattere con la sua clava contro il Toro, difendendosi nel primo caso con una pelle di leone e nel secondo caso molto più saggiamente con uno scudo.

Orione nell’Uranometria (big)

Come appare Orione nell’Uranometria

Nella tavola dell’Uranometria, la figura del gigante rispetta fedelmente la posizione delle stelle in cielo, ma Orione stranamente è raffigurato mentre guarda da un’altra parte rispetto a dov’è il Toro, che viceversa è posto in alto a destra. Altra obiezione di persone interessatesi all’opera, è che l’immagine del cacciatore volge le spalle a chi osserva mentre in generale altri personaggi sono stati raffigurati di fronte: lo verificheremo volta per volta per ogni costellazione che analizzeremo e che riguardi una figura maschile o femminile. Infine notiamo che in quest’opera appare solamente la figura di Orione, mentre del suo nemico, il Toro, è rappresentata Aldebaran e qualche stella delle Iadi.

Orione secondo Hevelius - big

Come Hevelius rappresentava Orione

Invece nell’opera di Hevelius, la scena di combattimento è rappresentata in modo speculare, perché sappiamo che le costellazioni del Monoceros (l’Unicorno) e dell’Eridano in realtà si trovano in cielo da parti opposte rispetto ad Orione: per avere la rappresentazione corretta bisogna perciò alterare l’immagine specularmente, ottenendo come controparte le varie scritte completamente illeggibili! Solo così però si ottiene che la stella Rigel è di nuovo il piede destro del $gigante$. A parte questa apparente stranezza, dovuta ad una precisa scelta dell’autore, la raffigurazione di Hevelius è più ricca di particolari e la figura di Orione appare circondata da animali (veri o mitologici) ed altre entità, quali ad esempio Eridano, che altro non è che il fiume Po.

E il nostro fido Stellarium, come rappresenta Orione? Presto detto!

Orione secondo Stellarium - big
Come Stellarium rappresenta Orione

Stelle principali e Cintura

Le stelle principali che delineano Orione sono:

  • Betelgeuse
  • Bellatrix
  • Rigel
  • Saiph

e le tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka che disegnano l’asterismo della famosa Cintura

Altri nomi di stelle

Nella mappa stellare che si vede lanciando l’applet, ho inserito alcuni nomi nuovi rispetto a quelli che già conoscevamo. Vediamo il loro significato:

  • Meissa (λ Ori): deriverebbe da un termine il cui significato è la splendente
  • Tabit (π3 Ori): nome attribuitole dall’astronomo Piazzi, non si sa bene per quale motivo
  • Trapezio (θ1 Ori): è il nome assegnato ad un asterismo di 4 stelle, disposte proprio come un trapezio, la cui stella principale è la θ1. E’ un bellissimo gruppetto di stelle immerso nella ben nota nebulosa di Orione M42

 

Orione in 3D

Prima di cominciare l’analisi della costellazione di Orione, vi suggerisco di lanciare il software in una finestra, in modo da verificare direttamente quello che proporrò. Innanzitutto ho scelto di visualizzare le stelle più brillanti e cioè quelle che avevano ricevuto una denominazione rappresentata da una lettera greca (sottintendendo la sigla della costellazione, Ori), che nei casi di stelle più note è ovviamente sostituita dal nome proprio (arabo, greco, latino o più moderno).

L'Applet della costellazione di Orione in 3D - thumb
Lancia il nostro Software

Ho infine aggiunto quelle stelle che usualmente sono utilizzate per rappresentare la costellazione stessa. I numeri verdi che si possono mettere al posto dei nomi (oppure mischiati!) sono i valori delle distanze in anni luce, calcolati dai valori delle parallassi ricavate dalla sonda Hipparcos e liberamente ottenibili dal sito francese denominato SIMBAD.

Una volta presa un po’ di dimestichezza con i vari tasti da premere, si può davvero riuscire ad avere una visione tridimensionale della costellazione e finalmente ci si può rendere conto di come queste stelle sono solo disposte casualmente a formare una figura piuttosto che un’altra. Prima di proseguire nel ragionamento, ruotiamo il foglio virtuale (freccia destra) fino a farlo apparire di taglio, spostiamo l’immagine un po’ verso sinistra (tasto z parecchie volte!) per far rientrare tutte le stelle nel diagramma, accendiamo sia i nomi delle stelle (barra spaziatrice) che le distanze (tasto n).

Fatto ciò cosa possiamo dire? Che le stelle di Orione sono davvero sparpagliate nello spazio! Due stelle sono vicine (26 e 28 anni luce rispettivamente per Tabit e χ1 Ori), poi (assolutamente a caso e spostandoci verso destra) 121, 311, 634, 901, 1259, 1622 per finire con 1895. Si tratta di stelle lontanissime da noi ma anche tra loro! Con questo programma non è (ancora!) possibile trovare la distanza tra due stelle, ma la cosa si può fare con Celestia: ad esempio tra le due stelle poste una a 1055 anni luce (Meissa) e 1069 (64 Ori) apparentemente ci sono 14 anni luce (facendo la differenza tra i valori), ma è ovviamente sbagliato, perchè le due stelle sono nello spazio! Sapete qual è la loro distanza vera? Grazie a Celestia sappiamo essere 422 anni luce!

Vi ricordate le tre stelle della Cintura di Orione, Mintaka, Alnilam e Alnitak, così vicine nel cielo da aver fatto pensare all’allineamento delle tre piramidi egizie della piana di Giza? Tra Mintaka e Alnitak ci sono (nello spazio!) 55 anni luce di distanza, mentre Alnilam è lontanissima!

Il

Il Sole visto da Tabit

Prima abbiamo citato la stella Tabit, come la più vicina di quelle rappresentate: per questo motivo è interessante effettuare un volo virtuale dalle sue parti per vedere dove è posizionato nel cielo Tabitiano il nostro piccolo Sole. Tra l’altro Tabit è una stella poco più grande del Sole: il suo raggio è 1.4 volte. Dalla foto vediamo che la nana gialla che più conosciamo, da Tabit è appena di magnitudine 4.36, spersa in una zona del cielo abbastanza povera di stelle, tra cui troviamo Altair (α dell’Aquila), Rasalhague (α dell’Ofiuco), Sirio (α del Cane Minore) e Dshubba e Graffias (δ e β2 dello Scorpione)

Informazioni su Pierluigi Panunzi 477 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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1 Commento

  1. @pierluigi: Bravo, Pier!! Ottima l’dea di includere le immagini di Bayer e Hevelius. Oltre all’astronomia, le costellazioni hanno una valenza storica molto interessante, che vale la pena approfondire.
    In fondo, le costellazioni sono nate per raccontare ai bambini, nelle notti buie passate accanto al fuoco, le storie degli eroi. Un po’ come gli affreschi nelle chiese… Ma con una volta MOLTO più vasta!!! :mrgreen: