HIVA, il continente perduto

In questo periodo dove si cavalcano e si alimentano opportunamente misteri che aleggiano attorno alla fine del calendario realizzato ed utilizzato dai Maya, poco distante, nell’oceano Pacifico forse si è risolta la misteriosa provenienza degli abitanti di un’isola remota scoperta da un vascello olandese proprio il giorno di Pasqua.

Il continente perduto
La copertina del dvd

L’isola di Pasqua è un luogo affascinante e particolarmente isolato in mezzo all’oceano, ma nonostante tutto è stato abitato in epoche lontane. Quindi sorprende ancor di più pensare ai mezzi usati per la sua colonizzazione, e proprio nel DVD realizzato dall’autorevole National Geographic Society si analizzano ben due misteri, uno di questi svelato anche grazie all’osservazione del cielo notturno. Le leggende tramandate dagli abitanti dell’isola narrano dell’arrivo in questo luogo di un antico popolo polinesiano proveniente da un continente perduto. Alla mente può far venire Atlantide, ma non si tratta di questo. Gli abitanti dell’Isola di Pasqua sostengono che i loro antenati provenissero da un continente chiamato Hiva, poi sprofondato in seguito a un evento catastrofico. Leggenda a parte, le ricerche compiute parallelamente coinvolgono due fronti uno di tipo antropologico usato per stabilire la provenienza di questa popolazione e l’altro archeologico per scoprire i rapporti commerciali che ci potessero essere fra le altre isole.

Un gruppo di ricercatori, infatti, ha trovato alcuni indizi interessanti in un gruppo di isole della Polinesia, che potrebbero essere state all’origine di questa antica e affascinante civiltà. Da oltre 400 anni questo arcipelago remoto è conosciuto con il nome di Isole Marchesi, ma in precedenza i nativi polinesiani le chiamavano semplicemente Isole di Hiva. Ricorrendo a diverse indagini e avvalendosi anche dei risultati dell’analisi del DNA effettuati sulla popolazione più anziana e che non anticiperò, poco alla volta si dipana il mistero in una semplice spiegazione che non ha a che fare con una terra misteriosa, ma l’intero contesto dell’oceano pacifico, dove abili navigatori, conoscitori delle correnti e delle costellazioni (ed in particolare una), poco alla volta hanno colonizzato la totalità delle isole.

Secondo mistero da risolvere, anche se con l’astronomia c’entra poco, ma è lo stesso curioso, è quello riguardante e gigantesche statue di pietra sferzate dal vento che si ergono enigmatiche lungo le coste isolane. Notizia recentissima è che pare si sia finalmente capito come queste statue venissero soprattutto trasportate dalle cave alle coste. Spostare questi colossi di pietra, alti fino a 10 metri e pesanti fino a 82 tonnellate non doveva essere semplice senza gru o argani. La proposta per risolvere questo mistero è veramente semplice anche se gli studi effettuati non sono stati banali. Secondo le leggende dell’isola, le statue, chiamate Moai, arrivarono a destinazione camminando sulle loro gambe. L’ esperimento presentato chiarisce in che modo queste statue furono spostate e come posso aver effettivamente “camminato”, come sostiene la leggenda…senza l’uso di tronchi o slitte come si era precedentemente ipotizzato.

Prezzo:  DVD € 14,99

In distribuzione dal 24 ottobre 2012

Informazioni su Gabriella Bernardi 75 Articoli
Laurea in Fisica e master in divulgazione scientifica, ha lavorato presso l’Alenia Spazio di Torino (missione Rosetta), passando poi a tempo pieno alla divulgazione scientifica, soprattutto nel campo astronomico. La sua attività principale è quella di giornalista freelance per riviste e periodici, anche on-line, che alterna con altre attività in campo divulgativo come la collaborazione alla realizzazione del Planetario e Museo dell’Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese o l’attività di animatrice in piccoli planetari e mostre. Attualmente partecipa anche al programma di informatizzazione e digitalizzazione dell’archivio di lastre fotografiche dell’Osservatorio Astronomico di Torino. Recentemente le è stato assegnato il premio giornalistico per la divulgazione scientifica “Voltolino”.

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