La più antica supernova documentata dall’uomo

Il mistero legato a una supernova osservata più di 2000 anni fa dagli astronomi cinesi è stato finalmente risolto. Spitzer e WISE hanno svolto perfettamente il loro compito.

La grandezza raggiunta della nebulosità espulsa dall’esplosione, nel giro di “solo” duemila anni, era un mistero ancora irrisolto. I risultati mostrano adesso la ragione dell’enorme velocità di espansione: essa è avvenuta in una specie di “cavità” all’interno del gas interstellare, permettendo al materiale espulso di disperdersi molto velocemente e a grandi distanze. In particolare, la velocità e la grandezza della nebulosa sono tre volte superiori a quelle che ci si aspetta normalmente da una supernova.

Il nome di questo interessantissimo oggetto celeste è RCW 86. Nel 185 a.C. gli astronomi cinesi notarono una nuova stella che apparve improvvisamente nel cielo e che rimase visibile per circa otto mesi. Nel 1960 si stabilì che quella era stata la prima supernova documentata. Più tardi si individuò anche il luogo esatto dell’esplosione a circa 8000 Anni Luce dalla Terra. Il mistero però rimaneva: il residuo quasi-sferico della supernova era troppo grande rispetto alle teorie correnti. Esso copre nella luce infrarossa uno spazio superiore a quello della Luna Piena.

La soluzione dell’enigma è arrivata dalle osservazioni di Spitzer e WISE, combinate con quelle precedenti di Chandra e del XMM dell’ESA.

Si può oggi dire che la supernova è stata di Tipo Ia. Una pacifica nana bianca è stata nutrita di materiale proveniente dalla sua compagna fino a raggiungere una massa tale da diventare instabile ed esplodere. Le osservazioni, però, hanno mostrato per la prima volta che una nana bianca può creare una specie di “cavità” vuota di gas attorno a lei prima di esplodere. Probabilmente, questa “pulizia” è effettuata da un forte vento stellare antecedente all’esplosione.

All’atto dell’esplosione la materia espulsa ha quindi trovato minore “resistenza” e si è espansa a grande velocità nello spazio circostante privo di polvere e gas. Spitzer e WISE hanno calcolato la temperatura della nebulosità di RCW 86, risultata di circa -200 °C. Si è allora stimato quanto gas doveva essere presente all’interno della nebulosa in espansione per portarla a questa temperatura. I risultati confermano una regione a bassa densità, praticamente una vera e propria cavità vuota.

Lo studio di osservazioni umane antichissime permetterà d’ora in poi di saper leggere molto meglio la fisica e la dinamica delle esplosioni stellari.

la supernova più antica ricordata
Il residuo di supernova RCW 86. L’esplosione è riportata nei documenti cinesi relativi al 185 a.C. L’immagine è stata ottenuta combinando le osservazione dei quattro telescopi citati nel testo.

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3 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. La cosa più impressinante,secondo me,è che siamo riusciti a dare una risposta a una domanda iniziata quasi 2000 anni fa...chissà come hanno reagito gli astronomi del 185 a.c. davanti a una supernova durata 8 mesi??? ....2000 anni....una storia per noi un battito di ciglia per l'universo....