Le galassie antiche sono luoghi notevolmente pieni di polvere. E non basta dire che è ovvio perché sono “vecchie” e nessuno le ha aiutate nelle faccende di… casa. I colpevoli dell’aspetto tanto polveroso delle città celesti sono probabilmente le supernove, delle vere e proprie fabbriche di polvere cosmica. Tuttavia, ci si doveva accontentare di ipotizzare questo meccanismo, dato che mancavano osservazioni dirette. Intendiamoci bene: meno male che esiste questa polvere. Essa porta con sé gli elementi più pesanti dell’Universo, tra cui quelli essenziali alla vita, e li regala a nuove stelle che iniziano la loro esistenza. Più ce n’è e meglio è, ovviamente, ma avrebbe fatto piacere assistere a una conferma delle ipotesi fatte e stabilire le modalità del fenomeno.
Gli occhi di ALMA sono senz’altro i migliori per risolvere il “puzzle”, ma non possono certo cercare nelle galassie primordiali. Troppo deboli e lontane anche per il fantastico telescopio. Fortunatamente, nel 1987 è esplosa una supernova proprio vicino a casa nostra, in una delle piccole galassie satelliti della Via Lattea, la Grande Nube di Magellano. In pochi anni è stato possibile seguire, passo dopo passo, l’incredibile evolversi di ciò che stava lanciando la supernova nello Spazio. Le meraviglie non sono mancate, prima fra tutte la stupenda collana di “perle” che , in breve, ha circondato la stella esplosa, sicuramente una delle più belle immagini del Cosmo.
Si è anche capito in fretta da cosa era prodotta. Le perle erano dovute allo scontro tra il materiale lanciato nello Spazio, molto lentamente, dalla stella, nelle fasi precedenti quella dell’esplosione (quando era ancora una supergigante rossa), e l’onda di shock prodotta nella fase veramente esplosiva. Quest’ultima aveva una velocità ben maggiore di quella degli anelli di materia emessi precedentemente e li ha raggiunti in fretta. Nello scontro, questi ultimi si sono illuminati violentemente producendo la fantastica collana di perle. Uno spettacolo meraviglioso che avveniva in diretta nel giro di pochi anni. Eravamo stati fortunati nel potere seguire una supernova così vicina, solo 160 000 anni luce. Era dai tempi di Keplero che non succedeva. Certo… sarebbe stato ancora meglio avere i telescopi di oggi nel 1605 e magari anche ALMA… ma non si può avere tutto e accontentiamoci di 1987A.
ALMA è entrato in azione e ha colpito subito. Ciò che perfino l’infrarosso non aveva visto (o -almeno- solo in minima parte) 500 giorni dopo l’evento catastrofico, è apparso subito, senza lasciare dubbi. All’interno della collana di perle vi è una quantità enorme di polvere, pari a circa il 25% della massa del Sole. Polvere ormai fredda, contenente i meravigliosi regali di una stella gigante e della sua esplosione: grani formati da ossigeno, silicio, carbone, ecc., legati assieme. E’ la prima volta che si ottiene questa prova evidente della quantità di polvere prodotta a seguito dell’esplosione di supernova ed è facile estrapolare il meccanismo anche alle galassie primordiali, dove il numero di supernove era di gran lunga più alto.
Soffermiamoci un attimo: dove fino a pochi decenni fa esisteva solo una stella morente, ora vi è polvere “preziosa” in abbondanza. E’ affascinante, ogni tanto, assistere a una evoluzione nel Cosmo su tempi comparabili ai nostri. Ah… per essere precisi, io sto parlando di tempi odierni, ma, in realtà, sono avvenimenti ben più antichi, dato che risalgono a 160 000 anni fa e che solo oggi si mostrano a noi, viaggiando alla velocità della luce.
Tuttavia, la polvere deve ancora superare una prova non indifferente, prima di inseminare lo Spazio. Le onde di shock, dopo aver creato le bellissime perle, sono costrette a tornare indietro verso ciò che resta della stella. Esse rimbalzano e presto si scontreranno con la polvere che si sta espandendo, distruggendo parte del suo lavoro di aggregazione. Non potranno certo distruggere tutto quell’ammasso di polvere, ma sicuramente colpiranno duro, riducendola forse di una piccola percentuale o –magari- anche della metà. Non lo possiamo sapere, ma ALMA ce lo dirà di sicuro
Che avventura, ragazzi!
Articolo originale QUI
di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo
Non fatelo sapere ai promoter porta-a-porta del Vorwerk Folletto se no stavolta siamo finiti veramente...