Su Marte non si trovano alieni ma si trovano mille scuse per salvare l’importanza delle costosissime missioni che stanno perlustrando in lungo e in largo (e inutilmente) il pianeta rosso. Probabilmente il rumore mediatico è tale che anche i batteri alieni cercano di nascondersi, non amando troppo le prime pagine dei nostri giornali.
Non ci rimane che cercarli sulla Terra con una spesa nettamente minore e con una pubblicità decisamente meno invadente. L’onore della cronaca è toccato questa volta al Planococcus halocryophilus. Il luogo della scoperta si trova nell’artico e più precisamente nel permafrost dell’isola di Ellesmere.
Il nuovo alieno vive tranquillamente a una temperatura di -15°C, ma può tranquillamente spingersi fino ai -25. Il suo habitat preferito sono sottili vene d’acqua salatissime inglobate nel ghiaccio. Esse si mantengano liquide proprio grazie all’elevata abbondanza di sale. Il batterio resiste al freddo per mezzo di una “pelliccia” speciale che indossa, la stessa cosa che cerchiamo di fare noi per resistere al caldissimo maggio attuale. Sì, non fatevi ingannare dalle apparenze… Solo pochi giorni fa uno dei soliti tuttologi televisivi, su Rai 3 (la più seria?), ci ha detto che questo freddo è dovuto al riscaldamento globale. Come dice una celebre pubblicità: “Ti piace vincere facile!?”. Il Global Warming ha la fortuna di essere confermato sia da situazioni di caldo torrido sia di freddo polare in prossimità dell’estate, sia da periodi aridi sia da altri estremamente umidi. Potenza dei (falsi) climatologi televisivi! Insomma, esiste sia la neve calda che quella fredda, sia la pioggia asciutta che quella bagnata. Basta decidere prima quello che si vuole comunicare al popolo che ingoia tutto.
Torniamo alla pelliccia del nostro Planococcus. Essa è in realtà una membrana modificata che lo protegge dal freddo esterno. Inoltre, al suo interno, possiede una specie di antigelo biologico che mantiene liquidi alcuni composti vitali e che lo protegge anche dall’elevata salinità esterna. Insomma, una macchina perfettamente predisposta per sopportare temperature del tutto simili a quelle di Marte e di altri oggetti del Sistema Solare, come Encelado.
Il batterio però potrebbe avere una vita breve. Temo che sarà oggetto di una campagna distruttiva da parte degli ambientalisti, salvatori della Terra dal riscaldamento globale. Infatti, il Planococcus ha una pessima abitudine: produce un quantità elevata di anidride carbonica, il diavolo del nostro secolo. A mano a mano che il permafrost si scioglie, a causa dell’attuale riscaldamento globale, i batteri aiutano il processo distruttivo del nostro pianeta liberando la terribile CO2. Poco importa sapere che questi batteri vivono da milioni di anni tra periodi caldi e freddi e nessuno si è mai lamentato. Oggi, possiamo finalmente intervenire ed eliminare tutti i diabolici amici dell’anidride carbonica. In fondo, poco male se questi alieni verranno eliminati dal nostro pianeta: li potremmo sempre recuperare su Marte, attraverso missioni fondamentali e costosissime, e dove il riscaldamento globale non fa ancora paura (per adesso).
Scusate le mie piccole deviazioni … la notizia è assolutamente vera, ma io faccio il tifo per il simpatico “orsetto” polare batterico. Planococcus sei tutti noi!
Al netto delle semplificazioni dei "tuttologi", che il riscaldamento globale sia confermato, e non smentito, da eventuali picchi di freddo in stagioni e latitudini durante i quali non ce li aspetteremmo di norma, è un fatto.
Ben noto, e certo non dagli ultimi anni in cui il fenomeno - dalla natura ancora controversa e dal rapporto gerarchico fra le varie probabili concause ancora non ben definito - si è palesato in modo evidente e poi è diventato dominio dei media.
Quoto e straquoto Enzo
Bisogna stare molto attenti a non far diventare il global warming una sorta di mito/barzelletta, come il complotto per nascondere l'ipotetico finto sbarco sulla Luna.
Il problema esiste. Una visone su scala sufficientemente piccola da percepirne l'insieme, le correlazioni con le attività antropiche piuttosto che con le curve di Milutin Milanković piuttosto che con le emissioni poderose di c.d. gas serra da eruzioni vulcaniche, allo stato no.
Ma le rilevazioni dei glaciologi non mentono né possono mentire, essendo verificabili con una fettuccia metrica ed avvenendo in zone in cui davvero non può mutare l'apporto d'acqua per cause antropiche locali.
Ben poco sappiamo di quanto potrebbe interagire sul fenomeno una ipotetica serratissima attività di riduzione delle emissioni da attività umane (inclusi gli allevamenti di ruminanti). Ben poco sappiamo sulle capacità di auto-regolazione del sistema (le biomasse delle foreste, che son trappole di carbonio, tendono a crescere più rigogliose all'aumentare della CO2 nell'aria, di cui si nutrono avidamente; lo scioglimento del permafrost favorisce la colonizzazione da parte di cespugli ed alberi d'alto fusto di zone della Taiga prima buone solo per crarcar Mammut congelati; il mare ha sotto il livello di compensazione dei carbonati una capacità di dissoluzione di CO2 nel suo interno del tutto ignota etc)...
Ma attenti a evitare di accettare l'evidenza di un fatto, solo perché mediamente chi lo commenta parla quasi a vanvera. Sarebbe un approccio ideologico, alla fin fine fideistico, che nuoce alla scienza.
Io ho avuto uno dei due miei professori di Petrografia (seguivo ambo i corsi perché quello in oggetto era una delle massime autorità europee sul chimismo e l'evoluzione delle rocce metamorfiche) che non credeva al meccanismo della subduzione, convezione nel mantello esterno e precipitazione frazionata dei magmi in risalita come motore della tettonica globale.
Non gli tornavano certi aspetti di petrochimica, che gli parevano in contraddizione con l'assunto.
E per qualche schizzo d'acqua sporca, buttava il pur evidente bambino.
Caro Valerio, leggendo il tuo post si ha la sensazione che tu abbia certe competenze ed informazioni, è questo lo rende appetibile: sempre si desidera avere il maggiorn numero possibile di dati per farsi un'idea il più possibile vicina alla realtà conosciuta e conoscibile.
Purtroppo però , devi tener conto che il post viene letto anche da persone come me che ,in campo scientifico hanno competenze scarsissime e con umiltà seguono un portale come questo nel tentativo di diminuire almeno un pochino l'enorme lacuna : questo comporta che se desideri che venga apprezzato devi, purtroppo, esporre i concetti con un linguaggio più semplice e immediato anche se non è facile per chi è abituato a usare il linguaggio specifico di settore che anzi, di solito è costruito per avere la massima chiarezza nel minor tempo possibile ma solo per chi lo conosce. (meccanismo di subduzione???)
Scusami, non vuole essere una critica, ma anzi è il desiderio genuino di poter fruire appieno e non solo a spanne delle tue evidenti conoscenze, è il solo modo per farmi un'idea della cosa e capire se condivido oppure no la tua posizione
Carissimo Enzo questo nteressante articolo e le tre risposte che sono seguite mi hanno stimolato qualche riflessione.
Il Global Warming è naturalmente , come abbiamo sempre detto, un meccanismo preso così senza particolari studi approfonditi che tengano conto di tutti i fattori, naturali e non.
Certamente l'essere umano con i suoi avventati ed invasivi sfruttamenti ha influito, ma la natura sa' reagire e certi cambiamenti comunque ci sono sempre stati ed anche in forma più catastrofica.
Per il resto, perdonami, ma riflettendo bene credo che prima o poi qualche esserino lo troviamo fuori del nostro pianeta, credo sempre che la vita, in senso generico non di "omini verdi", sia più diffusa di quanto si pensi.
E' vero che le missioni spaziali costano tanto, ma meno armi e più spazio sarebbe un'ottima filosofia, aldilà di ciò che posso poi più o meno pensare del "dio" denaro.
Comunque grande Enzo.
io sono d'accordissimo nel cercare la vita in mondi alieni. Ci mancherebbe! Solo che preferirei, prima, di conoscere meglio i "nostri" alieni sia per sapere cosa e dove trovare sia per essere sicuri di non inquinare dicendo poi solo: "Ops...". Ad esempio, sta venendo fuori che il luogo di ricerca su Marte non sia quello più adatto. Si comincia a capire solo adesso che abbiamo studiato meglio il nostro "accaldato" pianeta... Insomma, si potevano spendere meglio i soldi... tutto qua.
La Geologia (da alcuni lustri si parla più estensivamente di Scienze della terra) è una scienza meravigliosa, affascinante, intellettualmente esaltante perché in teoria deterministica, nei fatti composta di una realtà tanto variegata, con tante variabili, con così numerosi aspetti fenomenici (ciò che osservi, e misuri nella realtà) che l'interpretazione oltre un certo punto richiede doti di intuizione e di visione di sintesi che sembrano più affini al lavoro dell'investigatore o dello psicanalista che del chimico col termometro e col bilancino.
Torniamo al riscaldamento globale. C'è chi lo nega: questo è folle e antiscientifico, perché le evidenze sono marchiane. I ghiacciai si stanno sciogliendo ad una velocità sempre crescente, e le guide alpine lo denunciano da svariati lustri. Il loro fronte arretra.
Se arretrassero solo, che ne so, sulle Dolomiti, ci si potrebbe chiedere se ciò sia legato ad oscillazioni delle precipitazioni a livello locale. Ma arretrano i ghiacciai alpini, arretrano quelli della Nuova Zelanda, arretra il limite verso mare della calotta artica, si va sciogliendo una superficie di permafrost immensa, sostituita da una taiga cespugliata dalla quale iniziano a svettare alberi là dove c'era solo suolo gelato. E le foreste ai margini della taiga siberiana si estendono, cosa che notano i pastori di renne e yak perché la superficie adatta a pascolo, per immensa che sia, si riduce.
Quindi si può affermare con ragionevole serietà, mantenendo dei condizionali quasi solo per educazione, che i ghiacciai arretrano a prescindere da condizioni climatiche di nicchia.
A cosa è dovuto tutto ciò? C'entra sopratutto l'uomo, non c'entra sopratutto l'uomo ma le attività antropiche ci mettono "il carico da undici" (come dicono i giocatori di carte) che squilibra il sistema spingendolo verso una direzione precisa (l'aumento globale progressivo di temperatura) laddove avrebbe potuto auto-equilibrarsi in assenza di tutte le immense foreste che distruggiamo come fossero insalatina da taglio e di tutta la benzina che inutilmente bruciamo, o l'uomo ha un'influenza percettibile, ma del tutto secondaria rispetto all'azione di meccanismi naturali ciclici che ancora non sappiamo sviscerare con attendibile precisione per mancanza di dati, e, per conseguenza, di armoniosi modelli interpretativi?
Io non lo so, e sto cercando di farmi un'idea.
Ma una mia fidanzatina di quando avevo ventiquattro-ventisei anni, dal carattere controverso ma intelligentissima, diceva "un fatto è un fatto; e non c'è nulla di più testardo di un fatto".
E allora un corretto metodo scientifico implica prima l'accertare sperimantalmente e con la giusta dose di scetticismo se una cosa è realmente un fatto, poi non negarlo, ma cercare di farsi delle buone domande. Perché nella ScIenza (quella con la maiuscola anche sulla I, come Crozza che scimmiotta il più svanito e inconcludente Zichichi) farsi le domande giuste a momenti conta più di trovare le risposte.
Prometto di raccontare qui in estrema sintesi che accidenti è il meccanismo di subduzione
(Perdono! Perdono! Perdono! )
Caro Valerio ti ringrazio moltissimo per la gentilezza e la disponibilità; ho capito 2 cose:
-che l'argomento è così vasto e complesso che al momento perfino per gli stessi scienziati accreditati è molto difficile dire in quale misura il fenomeno sia dovuto a cause non legate all'attività dell'uomo (tipo attività solare ecc e per le quali non possiamo fare nulla) , quanto sia dovuto invece ad attività umane però indispensabili alla sopravvivenza umana e quindi non ci possiamo fare nulla, e quanto invece dovuto ad attività umane non indispensabili e che si potrebbero evitare. Credo che ci vorranno ancora molti studi approfonditi e interdisciplinari per arrivare a trovare delle risposte o almeno delle "domande giuste"; quindi le persone come me possono solo cercare di tenersi informate il più possibile (e adottando un comportamento ecologico responsabile, ad ogni buon conto, nei limiti del possibile) ma credo astenendosi al momento da giudizi, se neppure gli esperti sono ancora riusciti a farsi un quadro completo del problema.
-la seconda cosa che ho capito è che ami con grande passione la geologia e la natura, e quindi "soffri" molto l'argomento. Soprattutto soffri molto che certi personaggi televisi, privi della minima competenza, usino ogni cosa a fine di mero spettacolo, togliendo dignità oltre che a sè stessi (dei quali poco ci importa) anche all'intelligenza umana, ma a questo mal non c'è rimedio. Io non so nulla di geologia, però molti anni or sono avevo letto un libro di P. Teillhard de Chardin che si intitolava"il cuore della materia" (l'autore però ha il torto di essere un filosofo e un religioso, per quanto fosse anche uno scienziato e quindi le sue idee sono un poco di parte) ed esprimeva un uguale innamoramento per la geologia.
Ancora grazie per la cortese risposta
io non sono un geologo e nemmeno un climatologo, ma sono stato e mi sento ancora un planetologo. la Terra è un pianeta e quindi mi sento anch'io un po' geologo...
La Terra ha subito, a causa del Sole, un grande raffreddamento nel periodo 1600-1700 (piccola era glaciale) che ha portato i ghiacciai a massimi, superati solo nei periodi glaciali di decine di miglkiaia di anni prima. Precedentemente, nell'epoca calda romana e medievale erano arrivati a minimi altrettanto enormi, sia nelle montagne che nel polo nord (la groenlandia verde era veramente VERDE per l'erba). Ne consegue che dopo la piccola era glaciale era più che ovvio che i ghiacciai tornassero verso un minimo e così anche le calotte polari (soprattutto quella nord).
Tutto ciò è, però, partito ben prima della rivoluzione industriale e i grafici "seri" sui ghiacciai del pianeta mostrano un andamento costante. Un trend del tutto ovvio come quello precedente e molti altri prima. L'uomo ha superato e si è irrobustito fisicamente e mentalmente in un periodo che al confronto di oggi era un vero inferno. Intorno ai 40000 anni fa ha subito sia l'esplosione a livello continentale dei campi flegrei, l'inversione momentanea del campo magnetico e sbalzi di temperatura che erano anche di dieci gradi, in più o in meno, nel giro di pochi anni.
Ne consegue, secondo la mia esperienza e le letture mirate dei testi dei climatologi più seri, che la temperatura terrestre ha subito un lento innalzamento del tutto prevedibile e normale. Anzi piuttosto lento e di piccola entità. Ora sono circa 16 anni che siamo in una fase di stasi, ma molte previsioni (serie, ancora una volta) pensano che possa iniziare una fase di piccola glaciazione, legata soprattutto al minimo solare. Tutto ciò senza mettere in conto le variazioni a lungo periodo.
Quello che è veramente assurdo è il legame che si è voluto trovare tra CO2 e riscaldamento. Ci voleva un capro espiatorio e ne è stato scelto uno in modo molto rozzo e banale. Ormai è chiaro (ma lo era già da molto tempo se si voleva leggere e ascoltare) che non vi è alcun nesso tra temperatura e CO2. Le idiozie intrise di affari e politica di Al Gore non incanatano più nessuno (tranne l'Italia che è una delle più teledipendenti nazioni del mondo). La CO2 fa bene alla Natura per definizione e l'aumento che vi è stato è ancora ben all'interno di una situazione senza rischi. Abbiamo tutto il tempo di intervenire (se dovesse proseguire a lungo) attraverso lo studio di VERE energie alternative sia basate sul fossile (metano soprattutto) che sull'idrogeno o addirittura imitando la Natura con la fotosintesi artificiale. Il metano sarebbe ben più grave della CO2 e bisognerebbe lavorare con molta cura. L'attuale, falso, GW è legato strettamente agli affari mostruosi che hanno fatto fare e stanno facendo fare (sempre meno nel mondo) le politiche ecologiste. I pannelli solari porteranno a tragedie economiche e ambientali nel giro di una decina d'anni quando gli incentivi (pagati da tutti noi con tasse e bollette gonfiate) finiranno e si dovranno smaltire infinite distese di vetri rotti o quasi... Le pale eoliche sono ormai diventate affare di mafia a livello europeo e costano più di quello che producono.
Povera CO2, il diavolo, scelto solo per il suo "lontano" legame con l'effetto serra. Sapessi com'è molto più complicato il legame tra vari gas ed effetto serra! Alla TV piace semplificare se dietro ci sono soldi spinti solo in un verso!
Boh... mi fermo qui. Avevo deciso di non rispondere più ai miei post sul clima, lasciando a agnuno la possibilità di leggere e di farsi idee reali e non create ad hoc dai media. Ritorno nel mio silenzio...