Usando tecniche radioattive sulla zona a nord dell’Australia, nota come Kalkarindji, alcuni geologi hanno stabilito che l’epoca di una fase di intensissimo vulcanesimo data esattamente 510-511 milioni di anni fa, in perfetto accordo con la data a cui riferire la celebre estinzione del Cambriano che ha portato alla scomparsa di almeno il 50% delle specie viventi. Ovviamente, l’estinzione ha riguardato tutto il globo e non solo il continente australiano. Sappiamo bene come l’atmosfera faccia in fretta a trasportare ovunque le emissioni di gas e di polvere.
Tanto per dare un’idea dell’episodio, si stima che almeno 2 milioni di chilometri quadrati di territorio siano stati coperti dalla lava. I gas di scarico del super vulcano avrebbero innescato variazioni climatiche di rara intensità e di segno opposto in un periodo di pochi anni. Cambiamenti tali da non essere sopportabili da gran parte degli organismi multicellulari.
Il gas che ha deciso il destino di quel periodo così critico per la vita terrestre è stato essenzialmente il biossido di zolfo, rilasciato copiosamente in atmosfera e capace di causare drastiche diminuzioni di temperatura. Insieme a questo composto, però, sono stati rilasciati metano e anidride carbonica che agivano come gas serra, aiutando la temperatura a subire fluttuazioni rapide e intense. Quando la Terra decide di cambiare il clima lo sa fare molto bene!
Facciamo un confrointo con il recente volcano Pinatubo che ha eruttato nel 1991. Una “cosuccia” rispetto al Kalkarindji, eppure i suoi effetti sono stati comunque globali. La temperatura mondiale è scesa di qualche decimo di grado per qualche anno, proprio a causa del biossido di zolfo (si gridava comunque a un implacabile GW…). Se un piccolo vulcano come il Pinatubo è riuscito a segnare il clima globale, figuriamoci cosa può aver fatto l’eruzione gigantesca australiana.
Un calcolo statistico dice che la correlazione tra i due eventi (supervulcano ed estinzione biologica) ha una probabilità di 1 su venti miliardi di essere dovuta solo al caso.
Per comprendere come e quanto il clima terrestre possa essere influenzato dalla mano dell’uomo sarebbe bene studiare e confrontare sempre meglio i dati che la storia del nostro pianeta ci ha consegnato in eredità. Spesso, però, si preferisce trascurarli. Tutto ciò che non dipende dall’uomo sembra perdere di importanza…
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di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo