Non si hanno più notizie del rover Opportunity dallo scorso 10 giugno, quando le polveri sollevate da una tempesta hanno coperto gran parte del pianeta rosso. Dopo mesi, ora le condizioni atmosferiche su Marte sono migliorate, ma gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL, la divisione della NASA che si occupa di sonde e robot) non sanno ancora se riusciranno a mettersi nuovamente in contatto con Opportunity.
Non possiamo sentirlo ancora quindi ma almeno possiamo vederlo. Questo grazie alla incredibile foto scattata dal MRO e in particolare da HiRISE, una fotocamera ad alta risoluzione montata sulla sonda in orbita attorno a Marte dal 2006.
La foto, scattata da un’altitudine di circa 270 km il 20 settembre, riprende il rover dei miracoli – al centro del riquadro bianco – fermo in una zona nei pressi della Perseverance Valley. Appare chiaro che la tempesta ora sia del tutto o quasi attenuata.
[amazon_link asins=’8854032662′ template=’ProductAd’ store=’astronomia04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’79e6c3f9-c0ff-11e8-822b-2b80ec9e6998′] Opportunity, che ricordiamo “cammina” studiando il pianeta Marte da ben 14 anni, è arrivato nell’area di Perseverance Valley all’ inizio del maggio 2017 e ha cominciato le attività scientifiche con lo scopo di capire l’origine di quella valle. Questo sino a quando, appunto, una tempesta globale non lo ha investito in pieno, ricoprendo i suoi pannelli solari, e lasciando il rover in modalità stand-by.
Secondo i dati estrapolati dalla foto, la misura dell’opacità dell’atmosfera marziana espressa in tau, è scesa a 1,3: un valore sufficiente buono per sperare in una ricarica delle batterie.
L’11 settembre i tecnici del JPL hanno iniziato ad aumentare la frequenza dei comandi e ristabilire i contatti. Le previsioni sul futuro del rover non sono comunque molto ottimistiche. Diversi giorni fa la NASA ha diffuso un comunicato annunciando che saranno eseguiti nuovi tentativi per mettersi in contatto con Opportunity entro 45 giorni, al termine dei quali il riavvio del robot non sarà più una priorità.
Non resta quindi che aspettare fiduciosi.
Tanto per vantarci un pò, ho scoperto che MRO è composto anche da un radar ITALIANO chiamo SHARAD (deve servire a misurare depositi di ghiaccio nelle profondità del terreno)
Dopo la recente scoperta di acqua su marte sempre grazie ad un radar italiano mi viene da dire che siamo proprio capaci nel costruire radar