La Terra vista dallo spazio: la NASA studia l’Airglow

Da migliaia o milioni di chilometri il nostro pianeta è visto sempre come il pianeta blu. Ma cosa succede se lo guardiamo da distanze più vicine?

Com’è il nostro pianeta visto dallo spazio? Blu, saremo tentati a dire nel ricordare la celebre foto Blue Marble, scattata nel dicembre del 1972 dall’equipaggio dell’Apollo 17. O l’altrettanto celebre Pale Blue Dot, ripresa dalla Voyager 1 nel 1990. Ma quando non parliamo di migliaia o di miliardi di chilometri ma di distanze più vicine alla nostra casa, al confine tra la Terra e lo spazio, ecco a noi una vista sconosciuta. Da appena 400 chilometri, vicino all’orbita della Stazione Spaziale Internazionale, un tripudio di colori si apre ai nostri occhi. Vibranti strisce di luce rossa e verde o viola e gialla che si irradiano dall’atmosfera superiore.

La luminescenza notturna catturata dalla ISS. Credit NASA
La luminescenza notturna catturata dalla ISS. Credit NASA

Gli astronomi definiscono questi bagliori di luci Airglow o luminescenza notturna. Si verifica quando gli atomi e le molecole nell’atmosfera superiore, eccitati dalla radiazione solare, emettono luce. Oppure, può aver luogo ogni volta che gli atomi e le molecole che sono stati ionizzati dalla luce solare si scontrano e catturano un elettrone libero. In entrambi i casi, emettono una particella – chiamata fotone – con l’obiettivo finale di ritornare al sistema energico più basso.

Il fenomeno cromaticamente è simile alle aurore. A differenza delle aurore, che sono episodiche e sfuggenti, l’airglow brilla costantemente in tutta l’atmosfera terrestre. E il risultato è una tenue bolla di luce che racchiude da vicino il nostro intero pianeta.
Airglow è un marcatore della regione dinamica in cui la Terra incontra lo spazio: la ionosfera.
Compresa tra i 50 e 1000 km circa sopra la superficie terrestre, questa zona – in cui la densità di elettroni e ioni liberi raggiunge valori fisicamente rilevanti a causa dell’azione ionizzante della radiazione solare UV e X – deve ancora essere compresa a fondo. La ionosfera è una zona con un alta instabilità e capire cosa c’è alla base di essa può aiutare gli scienziati a d usare la ionosfera come un “indicatore” delle variazioni atmosferiche.
E qui entra in gioco l’airglow perchè ogni gas atmosferico ha il proprio colore caratteristico a seconda del gas appunto, dell’altitudine e del processo di eccitazione – ionizzazione.
Airglow trasporta informazioni sulla temperatura, la densità e la composizione dell’atmosfera superiore. Ci aiuta a capire come le particelle si muovono attraverso la regione stessa, creando “venti” di alta quota , spingendo i suoi effetti colorati in tutto il mondo ed evidenziando dei possibili modelli globali. Modelli globali che verranno intuiti, si spera, grazie alle due missioni, ICON e GOLD, che la NASA sta conducendo per studiare l’atmosfera superiore.

Tante parole sono nulla in confronto alle straordinarie immagini dell’airglow rilasciate dal sito della NASA.

Informazioni su Corrado Mascia 51 Articoli
In un lontano '97, mentre correvo su strada, rimasi folgorato dalla vista di una delle cose più belle che il cielo mi avesse regalato. Da allora non ho mai smesso di guardare in alto, né tanto meno di correre! Impiegato, quando non lavoro, coltivo con la mia famiglia l'amore per l'astronomia e l'archeologia che cerco di condividere col prossimo attraverso foto e video.

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2 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. A parte la metafora, se qualcuno dovesse mai venire a visitarci quando arriva penso che gli viene un colpo, come possono immaginare che la Terra è così? Vabbè godiamocela..