La scoperta della grande tempesta gioviana è avvenuta il 3 novembre 2019, durante il 22 esimo sorvolo da parte della sonda Juno della NASA, quando si trovava a circa 3500 km dal pianeta. Il “piccolo” ciclone si aggiunge alla già conosciuta schiera di 6 nei pressi del polo sud del pianeta. Il rinvenimento è stata possibile utilizzando anche i dati di Jiram (Jovian Infrared Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia spaziale italiana.
Come dice Alessandro Mura, ricercatore dell’INAF nel team scientifico di Juno, «I dati di Jiram indicano che siamo passati da una struttura di cinque cicloni attorno a un altro ciclone centrale a una disposizione di sei cicloni attorno a uno centrale” e aggiunge «Questo nuovo vortice ha una stazza minore rispetto ai suoi sei fratelli ciclonici più consolidati, che hanno pressappoco le dimensioni del Texas. Riteniamo che i dati di Jiram raccolti nei prossimi sorvoli ci mostreranno una crescita di dimensioni di questo ciclone“.

La scoperta recente è stata comunque possibile grazie ad una manovra senza precedenti nella missione. Per evitare che la sonda scivolasse nell’ombra del pianeta e rimanesse senza energia è stato necessario effettuare una manovra di propulsione 5 volte più lunga delle precedenti, col risultato che Juno è ancora in corsa per nuove scoperte.
Per saperne di più, per vedere le immagini non solo all’infrarosso :
https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasas-juno-navigators-enable-jupiter-cyclone-discovery
www.mediainaf.com
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