La scorsa Luna Piena dell’8 aprile 2020 è stata una super Luna : si tratta di termine non prettamente scientifico ma ormai utilizzato dai media e che viene assegnato ad una Luna Piena allorché nel suo moto orbitale attorno alla Terra viene a trovarsi nei pressi del perigeo .
Da appassionati di Astronomia sappiamo che in queste condizioni la Luna è molto vicina alla Terra e perciò appare molto più grande che non in altri punti della sua orbita.
Ma noi, ad occhio nudo, siamo in grado di valutare che la Luna di aprile è stata più grande di quella nei mesi precedenti? La risposta è negativa ed ora lo scopriremo insieme, iniziando da un’illusione ottica che si impara a conoscere non appena si muovono i primi passi nell’Astronomia.
È un ben noto effetto ottico vedere la Luna grande quando è bassa sull’orizzonte, vicina a case, palazzi, tralicci, antenne, oggetti che conosciamo bene: ci sembra molto più grande di quando (qualche ora dopo) è alta in cielo, allorché facciamo fatica a valutarne la grandezza perchè non abbiamo altri punti di riferimento. Un modo banalissimo di verificarlo? Stendere il braccio verso il cielo: la Luna (sia quando è bassa che quando è alta in cielo) la si potrà paragonare con il nostro pollice, che in entrambi i casi la nasconderà…
Tutto questo si può verificare ogni sera, indipendentemente dall’effettiva distanza della Luna dalla Terra: anche quando la Luna è alla massima distanza (all’afelio ) e perciò ha il diametro apparente più piccolo, la vediamo enorme in vicinanza dei palazzi, di manufatti conosciuti e nettamente più piccola quando è alta in cielo. Ma in realtà il diametro che ha quella sera è sempre lo stesso, con il passare delle ore.
In definitiva il nostro occhio non è in grado di valutare bene l’ampiezza della Luna a poche ore di distanza, figuriamoci tra uno o più mesi, tra una Luna Piena e altre precedenti.
Ribadisco che questo concetto vale per l’osservazione ad occhio nudo , perché viceversa effettuando una serie di riprese fotografiche si ha decisamente la possibilità di fare il confronto e stavolta, sì, che si possono apprezzare le differenze.
Cerchiamo di fotografare la Luna…
Con una stima spannometrica posso affermare che il 99% di noi possiede un cellulare: abbiamo mai provato a scattare una foto alla Luna?
Che delusione! Anche se per il nostro smartphone viene sbandierata una capacità fotografica di decine se non centinaia di MegaPixel, i risultati sono decisamente scadenti, dato che il nostro satellite appare come un puntone bianco luminosissimo, di solito contornato da aloni e da riflessi che fanno gridare al miracolo gli sprovveduti fotografi della domenica.

Nemmeno serve zoomare la Luna e cercare di fotografarla: si ottiene nel migliore dei casi un bel disco bianco sfocato senza particolari e decisamente inguardabile.
La prima delle tre foto l’ho scattata dal mio balconcino, senza alcuna velleità, ma in previsione dell’articolo, la seconda me l’aveva inviata una mia amica, mentre la terza invece l’avevo scattata quest’estate in montagna.
In quest’ultima occasiome mi ero appoggiato ad un segnale in strada, selezionata la modalità 45Mpixel e questo è il massimo che abbia mai ottenuto, tant’è vero che l’ho messa subito come sfondo del mio Redmi Note7.
Lasciamo perciò il nostro cellulare ai suoi compiti principali, fare le telefonate, chattare, comprare cose in internet, vedere film (ma con un buon microscopio!). Per le foto alla Luna dobbiamo almeno sfruttare la nostra fotocamera seria, che per scelta non fa telefonate, ma il suo compito lo sa fare bene: il tutto senza scomodare il nostro meraviglioso telescopio, accessorio da veri appassionati che quel 99% di prima non possiede.
La Luna con una fotocamera
Con alle spalle anni di esperienza prima nell’analogico (pellicola) e poi nel digitale, posso affermare che riuscire a fotografare bene la Luna richiede strumentazione adatta e una buona dose di costanza accompagnata da numerosi tentativi: intanto per avere una Luna poco più che decente nell’inquadratura ci vuole almeno un tele da 300mm, un buon treppiede, nonché un telecomando, per evitare di toccare e quindi muovere la fotocamera durante lo scatto.
Ma non basta. Le fotocamere reflex hanno lo specchio che si alza e poi si riabbassa allorchè vogliamo scattare la foto, per permettere alla luce di arrivare al sensore: tutto questo però, specie con l’utilizzo di focali molto più grandi (ma succede anche con i 300mm…), comporta l’effetto odiosissimo del micromosso, che si ripercuote sulla foto che inevitabilmente viene poco definita.

Che dire? Deludente anche questa: già la messa a fuoco è un terno al lotto e poi c’è il problema del micromosso che con la D90 non si risolve.
Questa foto invece

l’avevo scattata con la D7000 del mio amico Salvatore, che si era preso l’ingrato compito di focheggiare l’immagine: dopo aver alzato lo specchio, la foto ottenuta è già nettamente meglio.
Esistono infatti fotocamere DSLR che permettono di alzare manualmente lo specchio oppure ritardano lo scatto della foto dopo che lo specchio viene alzato: alzaspecchio manuale e ritardo nello scatto sono caratteristiche software/hardware aggiuntive che fanno salire il costo di un apparecchio fotografico.
Magari gli amici appassionati di Astronomia e di foto stanno già sorridendo, pensando che in pratica le foto così come vengono scattate necessitano di alcune modifiche, ritocchi che nulla tolgono alla fatica di aver effettuato la ripresa: di questo fatto mi sono convinto solo recentemente dato che ho sempre concepito il ritocco come una specie di taroccamento dell’immagine.
Sfruttando ad esempio l’editor base di foto di Google Foto (che permette di avere la condivisione di foto sia su android che su PC) si ottengono risultati migliori: la mia foto della Luna Piena è diventata così, ma ancora difetta di particolari… è mossa

Invece l’altra foto scattata con la D7000 diventa così

Non male, specie nella parte vicina al terminatore, ma non proprio dettagliata da altre parti…
Acquisto natalizio
Dopo aver visto sul solito social una foto della Luna che mi ha fatto spalancare la bocca di meraviglia e dopo un’accurata indagine, mi sono interessato al campo delle fotocamere bridge , una sorta di ponte tra le fotocamere compatte (mirrorless, ad ottica fissa) e le fotocamere DSLR (ad ottica intercambiabile e dotate di specchio): anche qui la scelta è stata un compromesso tra prezzo, caratteristiche e prestazioni.
Escludendo le ammmiraglie di fascia alta e professionali della mia casa preferita (che non abbandono visto che ho una dotazione di accessori che non voglio certo buttare via), mi sono rivolto alla serie Coolpix il cui modello di punta, la P900, è ormai da parecchi anni il top indiscusso in questa categoria popolata da tantissime altre fotocamere di brand e costi completamente differenti, ma di prestazioni decisamente inferiori.
Come dico sempre in questi casi, io non ricevo nulla dalla Nikon in cambio di questo tipo di articoli che potrebbero contenere una sorta di pubblicità occulta: mi basta e avanza ricevere quotidianamente da questa fotocamera dei risultati per me assolutamente inimmaginabili!
Una delle primissime foto (non ritoccate) che avevo scattato a dicembre scorso, già può mostrare le capacità della P900

ad iniziare dalla grandezza dell’immagine della Luna, mentre con un piccolo e banale ritocco è diventata così

Dimenticavo di dire che le caratteristiche della fotocamera sono eccezionali, in proporzione al prezzo non molto elevato: che ne dite di uno zoom ottico 28-2000 mm con possibilità di un ulteriore zoom digitale 4x? Fantastica!
Sono davvero soddisfatto dell’acquisto e da allora, tempo permettendo, ho scattato sequenze di foto alla Luna: e qui arriviamo al …
Confronto fra cinque Lune Piene
Dopo tutte queste premesse (mi risuona in mente il motto latino per aspera ad astra ) mi trovo nella condizione migliore per poter confrontare le 5 Lune piene che si sono succedute dallo scorso dicembre fino a quest’ultima di aprile, perché ho potuto toccare con mano, visivamente, cosa significa la Luna a distanze differenti dalla Terra con semidiametri apparenti differenti (inversamente proporzionali).
Ho sfruttato il fatto che dalla prima sera dell’acquisto, scatto foto alla Luna con la fantastica focale di 2000 mm, che permette di ottenere una Luna molto grande nel fotogramma: aggiungo pure che la P900 è dotata di un utilissimo monitor da 3″, ribaltabile e ruotabile in modo da permettere il puntamento della Luna anche quando questa si trova altissima in cielo, quasi allo zenit.
La cervicale del vostro pignolone sta ancora ringraziando.
Ho perciò preso dal mio HD di backup le foto della Luna fatte nei 5 mesi scorsi, in giorni ed orari molto prossimi agli istanti di Luna Piena, inventandomi un procedimento, senz’altro ben noto, per misurare la dimensione in pixel della Luna nelle 5 occasioni: avrei potuto sfruttare uno dei qualsiasi programmi di “righello” presenti in internet, ma ho preferito usare il fidato PaintShop Pro (PSP) , visto che poi volevo creare delle immagini di confronto.
Perciò, caricata ogni foto in PSP, ho sfruttato il tool “Auto selection” , selezionando con un rettangolo mobile la zona della Luna: automaticamente la silhouette del nostro satellite è stata circondata da una cosiddetta “floating selection” circolare

che ho provveduto a copiare ed incollare volta per volta in un’apposita immagine vuota di dimensioni 13050 x 2610 pixel, per generare il collage finale contenente le 5 Lune Piene.
In particolare ho comunque salvato le floating selection in altrettante immagini, le cui dimensioni in pixel mi sono servite a compilare questa tabella
data | ora | distanza (km) |
diametro |
pixel |
11 dicembre 2019 | 20:37 | 379930 | 31’26” | 2419 |
10 gennaio 2020 | 23:57 | 365023 | 32’43” | 2522 |
8 febbraio 2020 | 19:11 | 361344 | 33’03” | 2548 |
9 marzo 2020 | 22:41 | 352590 | 33’53” | 2603 |
8 aprile 2020 | 0:58 | 352379 | 33’54” | 2607 |
Le distanze della Luna e i corrispondenti diametri apparenti li ho facilmente ottenuti grazie a Stellarium.
Ricordo che avendo effettuato le foto con la stessa distanza focale, l’ampiezza in pixel dell’immagine risultante della Luna è proporzionale all’effettiva ampiezza apparente del nostro satellite.
L’immagine ottenuta come collage delle 5 situazioni di Luna Piena (o giù di lì) è la seguente

Vediamo ora il perché delle dimensioni di questa immagine: sono partito da una singola immagine quadrata da 2610 pixel, replicata poi in orizzontale per 5 volte, ad ottenere dunque una width pari a 2610×5 , appunto 13050 pixel.
Purtroppo l’immagine dell’articolo è stata drasticamente ridotta, ma avendo posizionato le 5 Lune il più possibile in alto nel frame, già si può notare (dal bordo nero rimanente sotto alla Luna) quanto la prima immagine (di dicembre) sia effettivamente la più piccola delle 5, specie a confronto con l’ultima foto. Comunque cliccando l’immagine se ne aprirà una versione a grandezza naturale che si può ulteriormente scaricare sul PC.
Dalla tabella, facendo il paragone tra la prima e l’ultima immagine, vediamo che la differenza è di ben 188 pixel, mentre tra le ultime due Lune è di appena una manciata di pixel.
Visto che c’ero ho fatto un mini collage con solamente la prima e l’ultima Luna

e da qui la differenza tra le ampiezze apparenti della Luna è chiaramente ben visibile.
Concludo dicendo che è valido l’antico detto “chi si contenta gode“, nel senso che io sono davvero entusiasta dei risultati ottenibili con questa fotocamera: sono altresì ben conscio del fatto che già con un apparecchio di fascia più alta oppure con un telescopio, si otterrebbero risultati migliori, ma a fronte di costi decisamente maggiori.
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