Le protagoniste di questo inaspettato risultato sono le nane rosse, le stelle simili a Rosetta (tra parentesi sembra che tutti i lettori siano molto esperti in astronomia, nessuno o quasi sente il bisogno di un testo “elementare”. Meglio così… posso alzare il livello degli articoli e tutti mi capiranno…). Il loro numero è decisamente più grande di quello di stelle di tipo solare, la scoperta dei loro sistemi planetari facilitata dalla vicinanza all’astro e, infine, il numero di pianeti piccoli e rocciosi più elevata
Tradotto in numeri, dopo un’accurata analisi statistica, si ottiene che almeno quattro Rosette su dieci potrebbero ospitare un pianeta di dimensioni terrestri teoricamente abitabile. In altre parole ancora, la distanza del primo pianeta vivibile potrebbe ridursi a sette anni luce da noi, dato che dovrebbero esistere almeno otto nane rosse entro un raggio di dieci anni luce dalla Terra. Rispetto alle stime precedenti la distanza si è dimezzata.
Il lavoro si basa su uno studio di quasi 4000 stelle di classe M, oltre che sui risultati di Kepler e su un nuovo metodo di calcolo della zona abitabile. Quest’ultimo si collega all’insolazione, alla stabilità atmosferica e al valore dell’effetto serra. Nel lavoro originario non si parla di effetti mareali, ma dovrebbero essere tenuti in conto almeno per quanto riguarda la sopravvivenza atmosferica. Ricordo che i vecchi modelli si basavano sui dati di assorbimento della CO2 e dell’acqua che erano a disposizione nel 1993. Oggi il quadro è notevolmente cambiato. La situazione di ciò che è stato osservato finora è mostrata nella figura che segue. Si può giurare che tra poco la zona si affollerà.

Mi permetto, allora, una riflessione personale che mi ricorda molti cambiamenti astronomici, avvenuti nel giro degli ultimi 50-60 anni.
Negli anni ’50 del secolo scorso l’acqua sembrava una prerogativa della Terra, anche sotto la forma ghiacciata. Le calotte di Marte si pensavano formate solo da ghiaccio secco (CO2) e nessuno ipotizzava seriamente i satelliti ghiacciati di Giove e Saturno; i crateri lunari erano considerati di tipo vulcanico; gli oggetti trans nettuniani di là da venire; i quasar erano un mistero e spesso associati a stelle; i buchi neri galattici un’ipotesi quasi assurda. E via dicendo. Molte di queste idee non sono cambiate a seguito di una sola, inaspettata, scoperta. Esse hanno avuto un’evoluzione lenta, quasi impercettibile. Gli stessi addetti ai lavori (e io mi metto tra loro) hanno accettato le nuove teorie senza veramente accorgersi del drastico cambiamento che si stava realizzando nella visione dell’Universo e del nostro stesso Sistema Solare.
Oggi, in modo molto simile, il numero di possibili pianeti abitabili si sta allargando sempre più. La vecchia formula di Drake sta diventando una curiosità storica. Le nane rosse stanno acquistando un valore eccezionale e il loro numero cresce a dismisura. I dintorni del Sole appaiono sempre più popolati. Da un momento all’altro uscirà allo scoperto un pianeta con un’atmosfera ideale a una distanza di pochi anni luce. Ormai, senza accorgercene, siamo quasi pronti per questa scoperta e non sarà nemmeno qualcosa di inaspettato.
Forse la vita è molto più frequente di quanto anche i più ottimisti potessero pensare fino a pochi anni fa. Le molecole organiche sempre più complesse che si scovano non solo sulle comete (gli ultimi messaggeri) ma un po’ ovunque nella polvere cosmica, offrono un quadro veramente inatteso. La stessa Terra ospita micro organismi che mostrano chiaramente la loro capacità di sopravvivere in condizioni assurde. Sono da considerare dei veri e propri alieni che ci mostrano un segno chiaro e netto della capacità d’inseminazione biologica del Cosmo.
Probabilmente cercare su Marte e su altri mondi del nostro Sistema Solare diventerà quasi ridicolo. Come cercare l’acqua in una pozzanghera quando a poca distanza vi è un lago immenso. Ecco il problema che ancora sembra insormontabile: la distanza. Tuttavia, una stella e un pianeta a pochi anni luce sono ormai un “qualcosa” dietro l’angolo di casa. Anche se l’uomo non è ancora in grado di andarci direttamente, la sua tecnologia permette di studiarli come non molti anni fa faceva con i pianeti solari, forse anche meglio. Pochi anni e saremo pronti.
Non aspettiamoci, però, nanetti rossi o cose simili. Probabilmente, la vita è frequentissima (e gli “alieni” terrestri ce lo dimostrano), ma ricordiamoci che per arrivare all’uomo la Terra ci ha messo più di tre miliardi di anni. L’uomo esiste da solo un milione di anni. Quello in grado di comunicare a distanza da solo cento anni, circa.
Cento anni su tre miliardi anni è un numero piccolissimo, quasi uguale a zero. Eppure questa è un tipo di probabilità che dobbiamo tenere sempre in mente: la possibilità di trovare tra miliardi di pianeti abitabili uno solo con vita intelligente è veramente ridicola, dell’ordine di uno su parecchi milioni. Sì, è vero, le nane rosse possono anche essere molto vecchie (ma probabilmente non quelle così vicine a noi) e, quindi, questo fatto amplia la lunghezza dell’intervallo di vita intelligente rispetto a quella totale. Ma quanto? Siamo sicuri che questo stadio non sia solo una fase molto precaria e instabile? Sicuramente i microbi hanno una ben maggiore possibilità di sopravvivere ai cambiamenti dell’astro o a eventi esterni e inaspettati: loro esistono da sempre o quasi. Trovarli ha una probabilità molto vicina al 100%.
Insomma, penso che si sia veramente vicini alla scoperta della vita nel Cosmo (e non solo sul piccolo pianeta rosso che forse ha già dato da troppo tempo tutto quello che poteva). Probabilmente si scoprirà prima la vita su un esopianeta che su Titano o Europa. Non spaventiamoci, però, se nessuno sarà capace di stringerci la mano: i numeri parlano chiaro.
Spero che questo articolo, di tipo soprattutto “personale”, stimoli una discussione tra i forumisti e non solo. Forse è veramente giunto il momento di affrontare con serietà scientifica la questione, senza inutili speranze, depressioni, teorie o estrapolazioni fantasiose. Cerchiamo di essere pronti all’annuncio tanto aspettato. Sono pronto a scommetterci… e voi sapete che quando scommetto…
Il lavoro originario si può scaricare QUI.
eh interessante questione....il fatto è che finchè non si trova vita con prove certe,ci sarà sempre chi pensa che siamo l'unico pianeta abitato nell'universo,teoria che oramai a livello logico e di buon senso risulta sempre più fantascientifica.sono d'accordo con te che prima o poi si troverà vita da qualche parte,magari abbastanza
"vicino" (per modo di dire),ma incontrare un'altra civiltà che si trovi nella finestra di evoluzione che coincida con la nostra che è di un secolo su miliardi di anni è praticamente impossibile.poi le distanze...fatichiamo a comprenderle,figurarsi a percorrerle....certo mai dire mai,la tecnologia ci ha sempre stupito e una cosa impensabile qualche decade fa ora è data per "scontata",ma le distanze rimangono un ostacolo praticamente insormontabile anche per la civiltà più longeva ed evoluta che possiamo immaginarci.
enzo,una cosa che volevo sapere riguardo a rosetta: su cosa ci si basa quando si ipotizza che quelle con 0,1 masse solari possono vivere 10000 miliardi di anni? come si fa a stimare una cosa del genere?
La vita delle nane rosse è stata stimata sulla base delle relazioni esistenti tra le sue grandezze fondamentali, come dicevo nel libro sul diagramma HR. Il modello che si è cotruito permette di valutare la vita media in sequenza principale. Le incertezze sono grandi, ma sicuramente la vita deve superare di parecchie volte quella dell'attuale Universo. D'altra parte esiste una relazione abbastanza precisa tra massa e durata di vita (l'ho anche riportata in modo semplice...).
spero che questo articolo (malgrado il titolo poco appariscente) sia letto da molti. Alla fine esprime un concetto per me importantissimo! Si avvicina moltto anche alla solita depressione di Pierluigi: le stelle sono troppo distanti...
E' sbagliato l'approccio.
Faccio un esempio terrra-terra. Quando ci sono i campionati mondiali di calcio, non penso proprio che vi siano molti che siano disperati perchè non possono andare di persona a toccare i giocatori. La TV ci fa vedere molto meglio la partita di quanto non si riesca a fare dalle curve (e già il biglietto è costano molto (viaggio escluso)). Ci si accontenta, anzi si gioisce, della visione a distanza, magari anche "muta" (visti i commenti che ci propinano). Ebbene, non è lo stesso? La futura tecnologia visiva (a tutte le lunghezze d'onda) ci permetterà di "vedere" e sentire ciò che capita a distanze mostruose. Potremmo seguire in TV le partite di un pianeta di una nana rossa. Non sarà in diretta, ma, in fondo, quanti riguardano sempre volentieri la famosa Italia-Germania 4-3? Facciamo solo finta di non sapere il risultato...
Secondo me anche se fosse pieno l'universo di vita bisogna vedere dove questa si trova, mi spiego, magari su Marte si trova vita ma è a 500 metri di profondità, stessa cosa per i pianeti attorno alle nane rosse, se quei pianeti sono stati abitabili per 100 milioni di anni, hanno formato la vita e ora è sottoterra non la troveremo mai.
Poi bisogna anche vedere altre 2 variabili: un campo magnetico bello forte e un pianeta gioviano che trasporta le comete ricche di acqua verso l'interno del sistema solare. Una volta ho letto che le superterre formerebbero facilmente un campo magnetico, non mi ricordo perchè, forse per il fatto che avendo più Fe-Ni e pressioni più alte riuscirebbero a creare un campo magnetico.
Visto che le stelle esistono da più di 13 miliardi di anni, possiamo immaginarci una nana rossa dove la vita esiste già da (per ipotesi) 10 miliardi di anni, ed esseri intelligenti simili agli umani hanno trovato un equilibrio per non finire le risorse del pianeta, gestendole in maniera equilibrata! Magari arrivassero informazioni di una civiltà così evoluta da mantenersi per miliardi di anni! Anche se probabilmente queste informazioni sarebbero ignorate da chi gestisce il potere su questo pianeta.
Queste si che sono notizie veramente importanti scoprire la vita su altri modi, indipendentemente dal fatto che siano batteri o altre forme intelligenti (di cui sono certo comunque dellesistenza) non potrà che dare una maggiore consapevolezza allumanità del ruolo che la stessa svolge allinterno di questo enorme universo!
Ce ne è veramente bisogno perché forse è lunico modo per far comprendere alla razza umana la futilità delle controversie tra i popoli che abitano su questo piccolo pianeta! J
Magari qualcuno in futuro si renderà conto che spesso ci siamo ridotti a farci la guerra per un granellino di sabbia in mezzo ad una spiaggia! L
PS. A proposito di passi avanti dellumanità.. chissà che nei prossimi 50-60 anni non riusciamo anche a buttar giù una teoria del tutto ma ci pensate che bello sarebbe? J
No, non è fantascienza... In fondo anche fuori delle zone abitabile, il nostro sistema planetario ha cercato di averla (e magari c'è anche riuscito...).
Comete o non comete (ma le comete dovrebbero essere una costante planetaria) la vita ha viaggiato e si è preparata molto prima di arrivare nella sua culla. Penso che dovremo presto cambiare l'approccio generale verso la vita biologica: meno omini verdi e molti più batteri o micro organismi. Accontentiamoci...
Ripeto: dobbiamo cominciare a vedere le cose sotto un aspetto diverso. L'Universo ci sta mandando segnali ben chiari sulla proliferazione della vita. Lo stesso fa anche la nostra terra con gli alieni antartici. Cerchiamo di afferrarli...
per quello che rettifica enzo c'è da dire che effettivamente,con i mezzi che dispone la nostra civiltà oggi,ed eventuali altri mondi vivi o altre ciiviltà come la nostra,acquista sempre più credito la possibilità di vedere,scoprire e studiare vita in "differita" e a distanze proibitive senza possibilità di contatto comunicativo,e soprattutto senza una eventuale consapevolezza ed interazione reciproca degli "attori" in scena....beh,vabbè...ci si acconteterebbe lo stesso eh.... basta, per oggi,(ri)torno sulla terra e vado a lavorare,comunque vi amo tutti per potere
anche solo intavolare discorsi del genere