Chi ha letto il libro che ho scritto insieme a Francesca si ricorderà il nostro tentativo di rappresentare al meglio il magnifico paesaggio che si potrebbe vedere abitando in un ammasso globulare. Però, si ricorderà anche che abbiamo detto che l’esistenza di pianeti, soprattutto stabili, sarebbe un po’ come la vincita di un terno al lotto.
Le cose vanno sicuramente un po’ meglio per un ammasso aperto, ma il traffico stellare è, comunque, molto intenso e la formazione di pianeti e il loro mantenimento non certo facile. E invece due astronomi americani, finanziati da un progetto della NASA, hanno scoperto ben due pianeti gioviani all’interno di un bellissimo ammasso aperto e proprio attorno a due stelle di tipo solare. Magari hanno anche un fratello più piccolo e abitato. Che meraviglia il cielo per quei fortunati alieni (sempre che nessuna stella gli passi troppo vicina…).

L’ammasso è quello famoso del Presepe, un insieme di circa mille stelle che si sparpagliano attorno al centro del gruppo. I due pianeti, appartenenti a stelle diverse, sono del tipo “giove caldo”, a causa delle grandi dimensioni e del fatto che orbitano molto vicini alla propria stella. Le giovani stelle del Presepe sono nate tutte assieme dalla stessa nube e non hanno ancora avuto il tempo di vivere indipendentemente le une dalle altre. Può anche darsi, però, che la mutua gravità gli neghi la fuga e rimangano sempre unite.
I due nuovi pianeti si chiamano Pr0201b e Pr0211b e sono i primi “b” (lettera che indica il primo pianeta attorno a una stella) di un ammasso aperto attorno a stelle di tipo solare. La scoperta è stata fatta con un telescopio da 1.5 metri al Whipple Observatory dell’Arizona, studiando il disturbo gravitazionale che i pianeti inducono sul moto delle stelle madri. Insomma, il metodo astrometrico, quello a cui Peter van de Kamp aveva dedicato la vita scientifica e che tante delusioni gli aveva dato. Grande Peter, sono sicuro che, anche se hai lasciato da parecchi anni il nostro pianeta, sarai sicuramente contento di questo successo! Rimando al libro per saperne di più su questo metodo di scoperta e sul grande astronomo americano.

In realtà, si erano già scoperti due pianeti in un ammasso aperto, ma le stelle erano delle vere giganti con una vita troppo breve per ipotizzare sistemi planetari in grado di evolversi sufficientemente a lungo per ospitare la vita.
I due pianeti del Presepe sono sicuramente tra i più giovani scoperti finora e il fatto di trovarli così vicini alla propria stella pone dei limiti temporali ai supposti meccanismi di migrazione verso l’interno del sistema. Essi devono aver fatto molto in fretta e questo può certamente aiutare nel capire come funziona -e se funziona- questo processo evolutivo.
E’ un caso fortunato o è la regola per gli ammassi aperti? Troppo presto per dirlo, ma sicuramente l’ammasso del Presepe ha delle frecce in più nel suo arco. Le sue stelle sono ricche di elementi pesanti e questo fatto molto probabilmente aiuta la formazione di pianeti. Gli astri sono molto più ricchi di ferro di quanto non lo sia il Sole e da altre ricerche (ne abbiamo appena parlato) sembra proprio che questi metalli possano fare da “seme” e da “fertilizzante” per una veloce crescita planetaria.
Abitanti del Presepe! Venite a prendermi e portatemi sul vostro pianeta. Lo spettacolo di mille stelle una vicina all’altra è uno spettacolo che non si può mancare… Ovviamente, usate il teletrasporto, dato che non ho molto tempo da perdere… questo sito mi distrugge…
veramente interessante.....
Allora caro Enzo, prova a vedere se c'è un biglietto in più per Presepe. mi accontento di uno strapuntino.
Una domanda, se ci fossero pianeti di tipo terrestre sarebbero più lontani dalla stella di questi due robusti compagni presumo, quale sarebbe la dinamica di questo Sistema con due colossi vicini alla stella invece dei piccoletti Mercurio e Venere?
Anche se molto più minuti (logicamente) difronte al loro sole, come apparirebbero questi giganti da un'ipotetico pianeta in posizione ( e dimensione) terrestre rispetto a come si presentano i nostri compagni di viaggio?
Non sarebbe una vista molto eccitante. Girano in solo pochi giorni attorno al Sole e quindi sarebbero più o meno alla stessa distanza della stella da noi. Avendo un diametro di meno di 1/10 di quello solare, avrebbero anche un diametro angolare di 1/10. Ossia soltanto 3 primi d'arco... Niente di eccezionale direi, a parte le continue piccole eclissi...
Riguardo alla dinamica non è facile a dirsi. Un po' troppo vicini a noi e forse non potremmo vivere stabilmente e a lungo...
Quale sarebbe la magnitudine di questo migliaio di stelle?
Mi sono espresso male
Intendevo quale sarebbe la magnitudine delle stelle viste da ipotetici abitanti su una delle stelle del grappolo.
Non ce l'ho con te in particolare, ma penso che un appassionato non facciaa alcuna fatica a provare a risolvere da solo la piccola domanda che mi hai fatto. La soddisfazione sarebbe molto più grande!!!
OK ci provo, dimmi però quale posso considerare come distanza minima tra un sistema stellare ed altro .... vanno bene un paio di anni luce?
è già detto nel testo del messaggio... puoi considerare 1000 stelle in una sfera di 22 anni luce di diametro. Non dovrebbe essere difficile calcolare (approssimativamente) quanto dista una stella dall'altra ipotizzando che siano distribuite in modo uniforme. Provaci... se no ti do qualche aiuto in più...OK? Il volume della sfera è 4/3 pigreco r**3... per cui...
5,5 anni luce?
In realtà volevo sapere se "gravitazionalmente" quale poteva essere la minima distanza tra due stelle affinché non venisse considerato un sistema binario.