Sappiamo ormai da tempo che a certe comete “piace caldo”. Molte comete famose della storia si sono avventurate fino alle porte del Sole, lasciandosi gonfiare dal suo calore per diventare protagoniste del cielo notturno visibili ad occhio nudo dai terrestri. Ma per la cometa ISON non è andata così.
Durante il suo incontro ravvicinato col Sole, previsto per il 28 novembre scorso, il Giorno del Ringraziamento, invece di diventare una Grande Cometa, “ISON si è disintegrata,” dice Karl Battams della Comet ISON Observing Campaign della NASA. “Quel che rimane è ora troppo debole per essere visto ad occhio nudo.”
Può sembrare una sconfitta, ma Battams afferma che “piuttosto che dispiacerci per quello che abbiamo perso, dobbiamo essere soddisfatti per quanto abbiamo guadagnato—alcuni dei dati più interessanti nella storia dell’astronomia cometaria.”
Le aspettative erano tante il 28 novembre, mentre ISON si avvicinava al perielio, cioè la sua posizione più prossima al Sole. Possedeva già una coda 20 volte più grande della Luna piena e una testa abbastanza brillante da essere localizzata prima dell’alba senza l’ausilio di binocoli. Il successo era garantito, bastava una buona dose di calore solare. Più di 32000 persone si sono unite a Battams e agli altri scienziati del Sole su Google+ per guardare immagini in tempo reale provenienti da una flotta di sonde, tra cui le gemelle STEREO probes, il Solar Dynamics Observatory (SDO) e il Solar and Heliospheric Observatory (SOHO). Nel suo percorso di avvicinamento al Sole, la luminosità di ISON ha subito un incremento, per poi diminuire di nuovo. “Potrebbe essere stato quello il momento della disintegrazione,” dice Matthew Knight della Comet ISON Observing Campaign della NASA.
Gli strumenti a bordo del SDO hanno seguito la $cometa$ fino al suo $perielio$ e…non hanno visto nulla. “Non sapevamo cosa stesse succedendo,” dice Knight. “Emotivamente parlando eravamo sulle montagne russe.” A sorprendere ancora di più I ricercatori è stata la nube a forma di ventaglio che successivamente è emersa dall’atmosfera solare. Nessuno sa con precisione cosa ci fosse dentro. Poteva trattarsi dei resti della $Cometa$, un nucleo troppo piccolo per essere rilevato, o magari di un cumulo di frammenti in rapida evaporazione. In ogni caso, alla fine della giornata ciò che restava di ISON era solo una nube di polvere.
“Si può essere delusi dal mancato spettacolo,” dice Knight, “ma per altri motivi credo che la $Cometa$ ISON sia stata un enorme successo. Il seguito che ISON ha avuto dal pubblico sui social media è fenomenale; il nostro sito web “Comet ISON Observing Campaign” è stato visitato oltre un milione di volte e ho avuto difficoltà a scaricare immagini durante l’avvicinamento al perielio perché il servizio della NASA era sovraccaricato.” “Quindi forse possiamo definire ISON la ‘Cometa del nuovo Secolo,'” continua. E Battams concorda: “La $Cometa$ può essere morta ma la Campagna Osservativa ha avuto un grande successo.”
Dalla sua scoperta in settembre 2012, ISON è stata osservata da una armata di navette spaziali, analizzata a tutte le lunghezze d’onda e fotografata da migliaia di telescopi sulla terra. Per mesi ha avuto ininterrottamente gli occhi puntati addosso: nel suo percorso da oltre l’orbita di Giove fino alle soglie del Sole, non ci siamo persi neanche un secondo del viaggio.
Gli astronomi ora sperano che la grande quantità di dati disponibili permetterà di svelare il mistero che ora avvolge il destino di ISON. “Questa è senza dubbio la $cometa$ più anomala che io e Matthew, e probabilmente tanti altri, abbiamo mai incontrato,”, dice Battams. “L’Universo è un luogo pieno di sorprese, e ci ha sorpreso ancora una volta.”
giusto ciò che dici, è stata una delusione per gli osservatori da Terra, ma ci ha regalato una mole di dati non indifferente, sono sicuro che presto avremo novità importanti su questi corpi matusalemme del sistema solare....