Malgrado le sue caratteristiche, Gliese 411 è stata decisamente trascurata dagli autori di fantascienza dal momento che a differenza di altre stelle che abbiamo incontrato e che incontreremo, non compare né in racconti né in film: poco male, ovviamente.
Quel che importa è che si tratta di una stella di classe M2, posta ad 8.3 anni luce (al ) da noi ed è dotata di una parallasse annua, 393 millisecondi d’arco, mas, nota con un errore davvero piccolo, pari a 0.67 mas .
La sua magnitudine non troppo bassa (7.5) permette agli appassionati di poterla osservare con un buon telescopio, in una zona di cielo lontana dalla Via Lattea e perciò non troppo piena di stelle che ne rendano difficile l’individuazione.
Si trova infatti nella parte meridionale della costellazione dell’Orsa Maggiore, così come possiamo vedere nella mappa realizzata con Stellarium.

Questa stella ha davvero parecchie denominazioni, che vanno dal catalogo Gliese di stelle vicine, al monumentale catalogo (Histoire Céleste Française ) redatto dall’astronomo francese Joseph-Jérôme Lefrançois de Lalande a cavallo dell’800.
Quest’opera monumentale contiene ben 47390 stelle conosciute al tempo e tra queste appare proprio la stella vicina con la denominazione Lalande 21185.
La posizione di Gliese 411 nel corso dei secoli
La nostra stella è dotata pure di un discreto moto proprio che ne permette l’individuazione nel corso dei secoli tra le cosiddette stelle fisse. Sempre grazie a Stellarium vediamo, a partire dal 1800, quanto si sposta ogni secolo tra le stelle dello sfondo





per arrivare, intorno al 4000, a varcare i confini dell’Orsa Maggiore entrando così nella costellazione del Leone Minore.
Tantissime denominazioni
Grazie alla sua vicinanza ed al moto proprio elevato, la Gliese 411 appare in tantissimi cataloghi stellari (un record finora…)

e se solo fosse stata leggermente più luminosa avrebbe senz’altro ricevuto un nome proprio se non una sigla all’interno dell’Orsa Maggiore (UMa).
Cerchiamo Lalande 21185
Mentre scrivevo questo articolo, mi sono affacciato su Wikipedia : la versione italiana riportava tra le altre notizie che a causa del suo moto proprio, circa 20000 anni fa si era avvicinata al nostro Sistema Solare a 4.65 al.
In questo grafico invece si vede che l’avvicinamento massimo della stella avverrà solo tra circa 20000 anni

Come ho detto più volte, non bisogna mai fidarsi di una sola fonte d’informazioni: infatti nella versione inglese è riportato (coerentemente con il grafico) che “In approximately 19,900 years Lalande 21185 will be at its closest distance of about 4.65 ly from the Sun”.
Visto che Wikipedia è di tutti, il vostro pignolone ha corretto la frase “Circa 19 500 anni fa la stella passò alla minima distanza dal Sole, a 4,65 anni luce di distanza” con “Fra circa 19 500 anni la stella passerà alla minima distanza dal Sole, a 4,65 anni luce di distanza”: ecco perché prima avevo scritto “Wikipedia riportava pure…”.
Il DSS
Soddisfatto per questo tributo alla scienza, termino l’analisi delle caratteristiche della nostra Lalande 21185 con la sua visualizzazione all’interno del DSS (Digitized Sky Survey)

Un pianeta extrasolare
Un’ultima notizia riguarda il fatto che, sempre dal database SIMBAD, questa stella possiede un pianeta extrasolare, che ha ricevuto il nome Lalande 21185 b.
Sappiamo che esiste la regola secondo la quale i pianeti scoperti prendono il nome dalla stella attorno cui ruotano, aggiungendo lettere successive ad iniziare da “b“.
Una verifica nel database di Exoplanet.eu, indica lo stato di confirmed per questo esopianeta, scoperto nel 2017 e del quale si conoscono ancora pochi dati, mentre non c’è indicazione di altri pianeti, né candidate, né unconfirmed, a differenza di quanto riportato in Wikipedia…

Il cielo di Gliese 411
Siamo arrivati alla parte dell’articolo che a me piace di più, in quanto non tratta di notizie raccolte da varie fonti ufficiali, ma è il risultato del lavoro del vostro pignolone.
Come detto più volte, il programma funziona in base ai dati forniti dal database SIMBAD: sappiamo che cliccando sulla figura sottostante si aprirà un planisfero stellare interattivo che rappresenta il cielo Lalandiano.
A causa della mole di dati presenti e l’intrinseca lentezza del linguaggio javascript, attendiamo i soliti pochi secondi per trasferirci nel cielo visibile dalle vicinanze della stella Gliese 411

Lascio a voi il compito di scoprire tutte le variazioni di posizione delle stelle dovute alla parallasse ed insieme andiamo ad analizzare l’aspetto che hanno le costellazioni dal nuovo punto di vista, distante 8.3 al da noi.
Iniziamo dal nostro Sole, che si trova in posizione diametralmente opposta nel cielo stellato: dato che Gliese 411 si trova in una costellazione settentrionale, il Sole si troverà (con una magnitudine pari ad 1.9) nella zona australe del cielo, esattamente fra le costellazioni del Pesce Australe e la Gru.
E le nostre costellazioni preferite?
La costellazione più bella del cielo (Orione) ha fondamentalmente lo stesso aspetto che conosciamo, mentre le costellazioni nelle sue vicinanze hanno subito parecchie trasformazioni: i Gemelli hanno entrambi la testa fortemente piegata in avanti, il fiume Eridano ha subito varie deviazioni formando addirittura un paio di laghi. Procione e Sirio (data la loro vicinanza) sono schizzate via rispettivamente nella Lepre e nel già citato Eridano.
L’Orsa Maggiore rimane praticamente immutata a differenza della sorella Minore, così come il Leone ha un aspetto più snello e più allungato, così come è allungato e deformato il Bootes con la stella Arturo spostatasi in direzione Sud.
Tra le nostre costellazioni estive, l’Aquila appare irriconoscibile, come la Lira, mentre non si può non notare la Sagitta non più rettilinea ma curvata.
Andando a cercare lo Scorpione lo troviamo decisamente modificato, dato che sembra una specie di serpente raggomitolato, mentre la notissima Teiera del Sagittario ha perso completamente il beccuccio ed il coperchio, apparendo come una specie di tozzo boccale storto.
Il Centauro ha perso le sue due stelle più famose (α e β), laddove la più nota e vicina α è finita all’interno del Pavone. La Croce del Sud non esiste più ed è una specie di simbolo “< spezzato“.
Tornando alle costellazioni a noi più note, il Quadrato di Pegaso è leggermente deformato, così come la stupenda Cassiopea che non ha più l’aspetto di una “W”.
Chiudo con altre costellazioni che appaiono molto deformate: il Serpente è stato modificato geneticamente presentando una testa allungata, la Vergine ha perso la sua silhouette così come il Cratere non pare più un boccale. Anche il Drago e Ercole hanno subito scossoni considerevoli, per non parlare delle due Corone, Boreale e Australe, destinate ad ornare regine con la testa a punta.
Con questo vi do l’appuntamento alla prossima puntata dove andremo a trovare una stella vicina famosissima, Sirio, per analizzarne il cielo: chissà quali sorprese ci riserverà…
Per scoprirlo basta solamente rimanere sintonizzati…
Sempre interessante osservare i nostri cieli da un altro punto di vista!