Il futuro della sonda New Horizons: prima parte. Problemi di finanziamenti

La sonda New Horizons dovrebbe ricevere ulteriori fondi che le consentirebbero altre esplorazioni di oggetti lontanissimi. Ma la situazione è abbastanza caotica


Sul sito UniverseToday è recentemente apparso un articolo, a firma di Carolyn Collins Petersen, che ci fa fare forse un sospirone di sollievo riguardo alla possibilità non proprio remota che la sonda possa essere abbandonata al suo destino nello spazio infinito, per mancanza di fondi. La situazione è abbastanza caotica così come è caotico l’articolo, pieno di ripetizioni e con frasi mescolate qua e là. Solo il tempo ci permetterà di sciogliere un po’ di dubbi.

Ma ascoltiamo cosa ci dice Carolyn, nella mia consueta traduzione ragionata di quanto scritto sulla sonda.

La New Horizons è stata sovvenzionata per tutta la decade. Abbastanza per esplorare un altro KBO (Kuiper Belt Object)

La saga in corso della missione New Horizon (sarà interrotta ed il suo team scientifico sciolto? ) sta giungendo ad una soluzione. La Dott.ssa Nicola “Nicky” Fox, amministratore associato dello Science Mission Directorate della NASA, ha appena annunciato che le operazioni della missione continueranno almeno fino alla fine della decade.

“A seguito di revisioni e suggerimenti dalle parti interessate, la NASA continuerà il focus della missione New Horizons verso la scienza multidisciplinare” ha aggiunto lei nei social e attraverso la stampa. “Le sue operazioni estese continueranno fino all’uscita della sonda dalla Fascia di Kuiper, presumibilmente nel 2028-29”. Senza però aggiungere altro se non quel misterioso termine “multidisciplinare” e presumibilmente l’estensione delle operazioni significa pure che il team scientifico rimarrà al suo posto.

Tuttavia non è stato detto esplicitamente.

La sonda New Horizons, un pioniere dell’esplorazione della Fascia di Kuiper

La sonda era stata lanciata nel 2006 in una traiettoria di incontro e di studio del sistema di Plutone nel 2015, seguito dal sorvolo del KBO Arrokoth nel 2019 , per poi proseguire il volo attraverso la Fascia di Kuiper.

Durante la missione, la sonda ha studiato altri oggetti del Sistema Solare, ha effettuato misure della polvere interstellare, ha raccolto informazioni su altri KBO più piccoli e raccolto dati sulla fisica solare.

E nel frattempo i membri del team stanno cercando nuovi obiettivi da sorvolare, come vedremo prossimamente nella seconda parte di questo articolo.

diagramma in scala logaritmica e solamente indicativa, che mostra la posizione della New Horizons rispetto ad altre sonde presenti e future – credit : la missione della New Horizons

La Fascia di Kuiper è una parte grandemente inesplorata del Sistema Solare: contiene un gran numero di corpi ghiacciati e pianeti nani come Plutone, Eris e Makemake.

Ê la sorgente primaria delle comete a corto periodo, cioè quelle che hanno un periodo orbitale di meno di 200 anni.

Se pensiamo alle grandissime distanze in gioco, la Fascia di Kuiper rappresenta una delle ultime frontiere da esplorare. (ndr: e qui facciamo partire la musichetta di Star Trek! )

I cambi proposti dalla NASA

Gli scienziati della missione si aspettavano il proseguimento delle esplorazioni della sonda fino alla fine degli anni ’20. Tuttava, all’inizio di quest’anno è emersa una proposta inusuale da parte della NASA.

Veniva suggerito (ndr: in termini molto politichesi, oserei dire ) che il focus della missione si sarebbe spostato interamente sulla fisica solare, a discapito della scienza planetaria: il team della missione avrebbe affrontato la sostituzione da parte di altri scienziati senza nome che avrebbero utilizzato la sonda.

Questo fatto ha ovviamente generato un grido d’allarme da parte della missione e dei membri della comunità scientifica planetaria.

Si è così sollevato un coro unanime di 25 eminenti scienziati planetari: Jim Bell della Planetary Society, Lori Garver (ex vice-amministratore della NASA), Jim Green (ex direttore della Divisione di Scienza Planetaria della NASA), Candice Hansen-Koharcheck (ex capo della Divisione di Scienze Planetarie della Società Astronomica Americana ed ex capo del Gruppo di Valutazione dei Pianeti Esterni, della NASA), l’autore Homer Hickham, Wesley T. Huntress (ex direttore del Gruppo di Esplorazione del Sistema Solare, della NASA), l’astrofisico Sir Brian May (ndr : sì, lui, chitarrista e cantautore dei mitici Queen ), Melissa McGrath (ex ufficiale della NASA) e molti altri hanno firmato una lettera di protesta riguardo al troncamento proposto della missione.

Per mezzo di altri scritti, la National Space Society ha attivato una petizione per focalizzare l’attenzione, nazionale ed internazionale, su questa delicata materia: migliaia di persone stanno aderendo, dando così il loro supporto.

Come salvare l’importante scienza della sonda New Horizons

Secondo quanto dice il PI Alan Stern, la New Horizons è l’unica sonda del suo genere a studiare la Fascia di Kuiper. All’inizio dell’anno aveva sottolineato che la sonda era perfettamente funzionante, aggiungendo che “Stiamo attualmente studiando nuovi KBO, ancora più distanti, da un altro punto di vista e da una distanza minore rispetto a quanto ottenibile dalla Terra: possiamo determinare le proprietà superficiali, i loro satelliti, la forma e altri dettagli che non si possono ottenere se non da una sonda all’interno della Fascia di Kuiper. E ovviamente durante la navigazione stiamo alla ricerca di nuovi oggetti da sorvolare, ammesso che se ne trovi almeno uno”.

Stern etichetta la missione come un “tesoro nazionale”: la sonda rimane in salute ed utilizzabile con l’estensione, con il tempo a disposizione per terminare i compiti per cui era stata lanciata.

Fondi e gestione

La NASA ha annunciato che i fondi per questa “nuova missione estesa” provengono dalla Divisione di Scienza Planetaria della NASA, che gestirà il programma assieme al dipartimento Heliophysics.

L’agenzia valuterà l’impatto budgetario della continuazione della missione. Il finanziamento all’interno del programma New Frontiers (che includono ricerche scientifiche e analisi dei dati) verrà compensato per gestire queste nuove operazioni.

E sembra pure che futuri progetti potrebbero subirne le conseguenze, ma la NASA non ha fornito ulteriori informazioni.

La sonda sta lavorando bene ed ha energia e carburante a sufficienza per essere operativa fino agli anni ’50 ed è sicuramente possibile che la sonda New Horizons potrebbe inviarci informazioni quando oltrepasserà i confini dello spazio interstellare.

Tutto ciò se la New Horizons sarà ancora sveglia e la NASA avrà fornito fondi tali da permettere a futuri scienziati di ascoltare l’ultimo addio da parte della sonda.

Ultime notizie e conclusione

Prima si era detto che la National Space Society aveva attivato una petizione per salvare la missione New Horizons: cercando in rete la possibilità di partecipare a questa petizione, per condividerla con tutti voi, ho trovato che era stata chiusa.

Il 29 settembre, prima ancora che uscisse l’articolo che ho appena tradotto, nel sito change.org si legge infatti che la petizione è andata a buon fine con più di 7000 sostenitori. Evidentemente Carolyn Collins Petersen non se n’era accorta…

Un messaggio a firma di Hoyt Davidson segnala questa vittoria :

Vittoria per la New Horizons – Abbiamo vinto! Oggi la NASA ha detto che la missione NH riceverà fondi per l’anno fiscale 2025 e successivi e potrà effettuare un altro sorvolo se un obiettivo verrà trovato nel frattempo. La missione rimarrà nella Planetary Division.
Le vostre firme, le condivisioni e le sponsorizzazioni hanno reso possibile tutto questo.”

Direi che comunque il tutto rimane abbastanza vago, per cui è d’obbligo rimanere sintonizzati, incrociando le dita, in attesa di novità!

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 537 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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