In questo articolo presenterò la cometa Bernardinelli-Bernstein, al secolo C/2014 UN271, un asteroide scoperto in immagini di repertorio risalenti al 2014 e che però successivamente ha mostrato caratteristiche tipiche di una cometa.
Ma non finiscono qui le paricolarità di questa cometa, come scopriremo presto.
Potremo poi vedere l’orbita di questa cometa in 3D ed interattivamente, grazie al mio programma che sto utilizzando in parecchi articoli, soprattutto relativi a sonde spaziali, asteroidi, pianeti e satelliti del Sistema Solare.
La scoperta di un oggetto particolare
Tutto è iniziato con una ricerca, da parte di due astronomi, Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein, di oggetti trans-nettuniani in immagini d’archivio del DES (Dark Energy Survey) realizzato dall’osservatorio Inter-American di Cerro Tololo (CTIO) in Cile. Questo archivio è formato da immagini realizzate con la DECam (Dark Energy CAMera) da ben 570-megapixel installata nel telescopio da 4 metri del CTIO.
In parole povere i due astronomi cercavano la presenza di asteroidi non ancora conosciuti su foto scattate in precedenza ed archiviate: analizzando le foto in successione, tutti i punti luminosi che rimangono fissi tra una foto e la successiva sono stelle, mentre tutti gli altri oggetti che cambiano di posizione sono senz’altro degli oggetti del Sistema Solare, in genere asteroidi.
Grazie ad una serie di complessi algoritmi, a disposizione del National Center for Supercomputing Applications presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, hanno così trovato un oggetto di 22-esima magnitudine presente in più di quaranta foto scattate tra ottobre 2014 e novembre 2018, con una posizione sempre differente. Bene!

Successivamente, il fatto di aver trovato un oggetto in un così grande numero di immagini in un ampio spazio di tempo, ne ha permesso la determinazione dell’orbita, con metodi derivati da studi di Carl Friedrich Gauss, matematico, astronomo e fisico tedesco vissuto a cavallo dell’800.
L’orbita ottenuta risultava quasi parabolica ed ha fatto subito pensare ad una cometa proveniente dalla nube di Oort, diretta verso il centro del Sistema Solare: il problema era che l’oggetto individuato era solamente un puntino, che di solito poi si rivela essere un asteroide, appunto un oggetto transnettuniano. Mancava la prova certa che fosse una cometa.
L’oggetto in questione si trovava nella costellazione del cielo meridionale, lo Scultore (di cui parlo in questo articolo) e tra l’altro aveva come caratteristica notevole la distanza dal Sole, ben 29 UA , qualcosa in meno della distanza del pianeta Nettuno.
Come prassi comune in caso di scoperte di nuovi oggetti, i dati ottenuti dai due astronomi sono stati inviati nel mese di giugno del 2021 al famoso Mpc (Minor Planet Center), l’ente preposto alla catalogazione di tutti gli oggetti minori del Sistema Solare, ente sotto l’egida dello IAU (International Astronomical Union) : di lì a breve, il 22 giugno 2021, l’$MPC$, dopo le verifiche del caso, annunciava dunque al mondo la scoperta di un nuovo oggetto transnettuniano (un asteroide) assegnandogli la sigla 2014 UN271.
Normalmente, non appena l’$MPC$ fornisce indicazioni di nuove scoperte (il che accade quasi quotidianamente) subito l’intera comunità scientifica si mobilita, se non altro per ritrovare l’oggetto appena scoperto, sia visivamente oppure ricercandolo in survey precedenti.
In questo caso l’oggetto possedeva già due notevoli caratteristiche, un’alta luminosità per la distanza in cui si trovava e un’orbita collegata alla nube di Oort.
Perciò si sono subito messi in moto osservatori e Osservatori (rispettivamente con la “o” stretta e aperta), tant’è che ad appena tre giorni dall’annuncio è stata scoperta un’attività cometaria per l’oggetto da parte degli astronomi Tim Lister dell’Osservatorio Las Cumbres in Sud Africa e Luca Buzzi tramite il telescopio remoto SkyGems, sito in Namibia.
In queste osservazioni l’oggetto presentava intanto una magnitudine maggiore di quanto previsto dai calcoli, ma soprattutto una chioma diffusa, il tutto ad una distanza ancora vertiginosa dal Sole, più 20 UA, poco di più della distanza di Urano.
Da asteroide a cometa
Questa attività cometaria da parte di 2014 UN271 è stata dunque confermata dall’$MPC$ che perciò ha cambiato la denominazione dell’oggetto, come si fa per le comete, aggiungendo una “C/” davanti alla sigla, con in fondo i nomi degli scopritori: il 24 giugno 2021 era così nata la cometa C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein), da allora nota anche con il nick “BB“, dalle iniziali degli scopritori, ad evocare nei cuori degli astronomi la bellissima Brigitte Bardot.
Da quel momento altri astronomi hanno attivato l’analisi di ulteriori immagini di repertorio, stavolta del TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) trovando che la cometa presentava una chioma diffusa molto estesa già nel mese di settembre 2018, alla fantastica distanza di 23.8 UA dal Sole.
Successivamente la cometa è stata ritrovata anche in altre immagini sempre del DES risalenti al 2017 (a 25.1 UA) e del Pan-STARRS 1 (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System) sito nelle isole Hawaii in immagini del 2019 (a 22.6 UA).
Se vi siete persi tra sigle, date e distanze in UA (Unità Astronomiche, ovviamente!) non vi preoccupate, perché poi le ritroveremo intanto in una tabella riassuntiva e poi soprattutto nel mio programma 3D interattivo.
La cosa importante è che a partire dal 2017 la luminosità della chioma cresceva esponenzialmente: a quelle distanze dal Sole è molto difficile avere una luminosità così alta per una cometa ed infatti solo due comete, la C/2010 U3 (Boattini) e la C/2017 K2 (PANSTARRS) avevano mostrato attività cometaria a distanza maggiore di 20 UA, rispettivamente a ben 25.8 e 24.0 UA.
E comunque la nostra cometa BB ha il primato di distanza dal Sole al momento della scoperta.
Altre osservazioni della cometa
Sempre dall’osservatorio Las Cumbres in Sud Africa, il 9 settembre 2021, è stato fotografato un outburst (improvvisa variazione di luminosità dovuta all’esplosione di gas e polveri) da parte della cometa, che è arrivata alla magnitudine 18.9, ad una distanza di 19.9 UA: nei giorni successivi poi la magnitudine si è assestata intorno alla 19-esima.
Col passare del tempo, grazie alle oramai tantissime osservazioni (live oppure come analisi di immagini in differita), i parametri orbitali della cometa Bernardinelli-Bernstein venivano determinati con sempre maggiore precisione, così da permettere il calcolo di eventuali occultazioni stellari da parte della cometa stessa, nell’arco di tempo tra il 2021 ed il 2025.
L’osservazione di tali difficili eventi è importantissima in quanto permette di determinare meglio le dimensioni fisiche del nucleo della cometa, dimensioni che da primi calcoli portavano a pensare ad almeno 173 km, moltissimo di più di qualsiasi altra cometa nota finora.
Ricordate la cometa Hale-Bopp che nel 1997 divenne la Cometa del Secolo, rimanendo visibile ad occhio nudo per più di un anno e mezzo, anche in mezzo alle luci cittadine? Bene, il suo nucleo ha una dimensione di appena 73 km.
Sfortunatamente però la prima occultazione, prevista per il 19 settembre 2021, è saltata causa maltempo in Nuova Zelanda ed Australia.
Come vedremo nel programma 3D, nel periodo che va dalla scoperta fino al 2033, l’orbita della cometa si trova a sud del piano dell’eclittica e dunque favorisce le osservazioni da parte di siti posti nell’emisfero australe.
Cronologia della cometa
Vediamo dunque di fare una sorta di cronologia non dal punto di vista delle scoperte, ma dal punto di vista della cometa a partire dal 2014 quando è stata fotografata per la prima volta e dopo le successive analisi del suo moto nel cielo.
In questa tabellina vediamo riassunte alcune situazioni di cui ho parlato in precedenza

In particolare gli eventi che presentano un valore per la distanza in UA della cometa li ritroveremo tutti nel mio programma.
Visto che la tabella contiene informazioni di semplice interpretazione, data dell’evento, evento e distanza della cometa dal Sole, procediamo al mio programma.
Il programma 3D interattivo
Come faccio di solito, soprattutto nel caso delle varie sonde spaziali in viaggio tra i pianeti, anche in questo caso ritengo che vedere una pagina tridimensionale, interattiva (grazie al mouse sul PC o al tocco, nel caso di tablet) serve molto di più di una serie di diagrammi pieni di colori e orbite.
Cliccando come sempre sull’immagine successiva, possiamo eseguire (sia dal PC che dal nostro tablet) l’applicazione tridimensionale per seguire la traiettoria della cometa Bernardinelli-Bernstein nella periferia del Sistema Solare

Non aggiungo altro, dal momento che il programma è molto intuitivo e a mio parere davvero di effetto: ricordo per i meno attenti la presenza dei pulsanti di avvio, stop e single-step per la visualizzazione della posizione della cometa e degli altri oggetti del Sistema Solare (Saturno, Urano, Nettuno, Plutone e l’asteroide Arrokoth, sorvolato dalla sonda New Horizons) con uno step di 30 giorni.
Viceversa i più attenti di voi noteranno che stavolta ho aggiunto anche il piano dell’eclittica.
Qualche informazione tecnica sul programma
Come sempre le posizioni presentate in un ambiente tridimensionale derivano da quanto fornito dal sito Horizons System del JPL della NASA e che trovate a questo link: il sito è particolarmente complesso da usare, com’è giusto che sia, dal momento che è rivolto ad una platea di programmatori e astronomi in generale.
Il bello è che aggiorna continuamente le informazioni rese disponibili alla comunità scientifica, in forma assolutamente gratuita: il lavoro che c’è alla base è veramente notevole ed è sempre riportato come una serie di link nel file che si ottiene in base ai parametri di ricerca impostati per un certo oggetto (pianeta, asteroide, cometa o sonda che sia).
Nel caso in esame ho richiesto la posizione per gli oggetti dal 2000 al 2100, con uno step pari a 30 giorni.
Interessante osservare che i pianeti gassosi riportati (Saturno, Urano e Nettuno) ed in più Arrokoth, viaggiano praticamente lungo l’eclittica, mentre già Plutone se ne distanzia con un’orbita notoriamente parecchio inclinata.
Invece la cometa Bernardinelli-Bernstein presenta un’orbita con un’inclinazione pari a 95° : praticamente viaggia perpendicolarmente al piano dell’eclittica ed il fatto che l’inclinazione sia maggiore di 90° comporta che tecnicamente la sua orbita sia considerata retrograda.
Se infatti nel programma eseguiamo la simulazione senza spostare il nostro punto di vista iniziale, vedremo che gli oggetti del Sistema Solare si muovono in senso antiorario, mentre la cometa percorre la sua orbita in senso orario.
Realtà e fantascienza
Mentre mi documentavo per scrivere questo articolo, subito mi sono tornate alla mente alcune situazioni del film Don’t Look Up, situazioni che paragonate alla realtà quotidiana degli osservatori scopritori di oggetti sono subito apparse abbastanza ridicole…
Nel film si vede che il povero professore si era lanciato in una specie di mission impossible nel voler calcolare la traiettoria della cometa con formule un tanto al chilo (ricordate che l’avevo scritto nella recensione del film) riempiendo una lavagna di inutili formule, calcoli e numerelli, per arrivare a mente alla sconcertante verità che la cometa avrebbe impattato la Terra.
Facendo sempre gli scongiuri del caso, se una cometa presentasse una traiettoria diretta verso la Terra, allora tutta la comunità scientifica se ne accorgerebbe subito! Senza scomodare trasmissioni musicali, presidenti sopra le righe (che tanto non ti ascoltano), generali taccagni e con il povero professore e la giovine dottoranda screditati agli occhi dell’opinione pubblica e dei soliti negazionisti.
Coinvolto dalle vicende astronomiche del film, mi ero infatti da subito domandato come avessero fatto gli altri astronomi, professionisti e non, a non notare una cometa già così grande e brillante (non certo di 22-esima magnitudine!) e soprattutto a non ribaltarsi dai divani una volta scoperta la triste realtà dell’impatto imminente. Perché se ne sarebbero accorti, eccome!
Evidentemente l’intento del film non era di raccontare la vera scienza che c’è dietro alla scoperta di una cometa, ma di inanellare una serie di storielle che non stanno né in cielo né in terra, ma che hanno reso DLU un film per famiglie…
Tant’è: si tratta assolutamente di una finzione scenica e non dimentichiamoci che è un film di fantascienza. Punto.
Conclusioni
Per non appesantire con ulteriori quantità numeriche il già complicato articolo, concludo accennando al fatto che la cometa vanta parecchi primati: alle già citate caratteristiche particolari dell’orbita vanno aggiunte un semiasse maggiore dell’orbita più grande di 20000 (ventimila !) UA , un’eccentricità molto alta che sfiora l’unità (orbita quasi-parabolica) ed infine un mostruoso periodo di percorrenza dell’orbita stimato tra i 3 e i 4.5 milioni di anni…
Dal programma abbiamo visto poi che l’orbita abbastanza inconsueta della cometa fa sì che fino al 2033 sarà possibile osservarla nella parte meridionale della sfera celeste. Ma chi potrà osservarla?
La magnitudine sarà decisamente molto bassa per poter essere osservata con telescopi di media e bassa potenza, anche nel periodo di massimo avvicinamento al Sole, il perielio del gennaio 2031: questo perché la cometa non si avvicinerà mai alla parte interna del Sistema Solare da dove le comete di solito (ma non certo recentemente!) possono essere osservate con i nostri telescopi casalinghi, con le fotocamere, se non addirittura ad occhio nudo (non certo nelle città inquinate da luce e smog).
Potrà essere osservata però dai telescopi degli Osservatori (“o” aperta!) sparsi in tutto il mondo e principalmente dal famosissimo Virtual Telescope Project, fondato dall’astrofisico e grandissimo amico Gianluca Masi, dell’Osservatorio Astronomico “Bellatrix” di Ceccano.
E nell’attesa che la cometa ci possa smentire nei tanti anni che mancano al passaggio al perielio, rimaniamo sintonizzati!
Commenta per primo!
Aggiungi un Commento