Osserviamo i 2 nuovi satelliti di Giove

Vediamo le orbite dei 2 nuovi satelliti di Giove, insieme a quelli già noti, con il mio programma interattivo 3D di visualizzazione


Qualche giorno fa sono stati scoperti 2 nuovi satelliti di Giove, così come avevo scritto in questa NEWS.

Ho scritto “scoperti“, ma in realtà sarebbe meglio dire “convalidati“, perché come detto più volte in queste occasioni la scoperta di un nuovo satellite avviene in un certo anno (in questo caso il 2017 per entrambi) e viene creata un’orbita provvisoria che innanzitutto permette la ricerca dell’oggetto su immagini di anni precedenti, come pure consente di seguire giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, questo oggetto in immagini successive.

Non appena si ottiene un’orbita stabile, la scoperta viene comunicata all’M.P.C. (Minor Planet Center), che provvede a rendere pubblici i dati provvisori perché chiunque nel mondo possa effettuare le proprie osservazioni e comunicarle, senz’altro collaborando alla scoperta dell’oggetto in questione. In questo caso l’analisi di immagini fotografiche e lastre vecchie di anni viene senz’altro fortemente aiutata dall’Intelligenza Artificiale (quella vera, quella buona, che al vostro pignolone piace tantissimo), che opportunamente guidata permette drastiche riduzioni nei tempi di calcolo e soprattutto confronto tra immagini.

Dopodiché un’apposita commissione provvede a valutare la bontà di tutti i dati ricevuti e se tutto è a posto la scoperta viene convalidata e comunicata a tutto il mondo interessato con appositi bollettini ufficiali.

Nulla a che vedere con i film di fantascienza in cui viene scoperto un oggetto (asteroide, meteora o cometa che sia) e successivamente gli scopritori tentano di comunicarlo al resto del mondo, venendo derisi, snobbati e non creduti. Non vi ricorda per caso la trama di “Don’t Look Up“, che avevo recensito tre anni fa  in questo articolo?

La realtà invece è differente e rigorosa: l’M.P.C. è l’unico ente a cui vanno indirizzati i risultati delle proprie scoperte, che vengono appunto valutati seguendo un rigido protocollo. Niente calcoli fatti a mente da Astronomi un po’ timidi ma circondati da dottorande niente male!

Come detto, la scoperta dei due satelliti era avvenuta nel 2017 ed il calcolo di un’orbita intorno a Giove tale da soddisfare i criteri dell’ente M.P.C. ha richiesto 8 anni: stiamo parlando infatti di oggetti molto deboli, parecchio distanti dal pianeta e dunque facilmente confondibili con altri satelliti vicini prospetticamente, se non con altri oggetti celesti (stelle o asteroidi) presenti in un certo momento nella zona di cielo inquadrata.

Il programma 3D interattivo

Dopo questa chiacchierata informativa che spero abbia chiarito vari punti di cui la fantascienza non tiene conto, veniamo al mio programma 3D interattivo di visualizzazione delle orbite dei satelliti intorno a Giove.

Si tratta dello stesso programma che provvedo ad aggiornare inserendo i dati dei nuovi satelliti, 2 in questo caso: ogni nuova versione ha sempre un nome differente, in modo tale che comunque negli articoli più vecchi la situazione dei satelliti rimane quella corrente alla data di pubblicazione dell’articolo stesso.

In particolare cliccando l’immagine seguente

si apre un’altra pagina del browser, che mostra una matassa di curve coloratissime tutte centrate sul pianeta Giove e tre possibilità date da tre pulsanti in alto a sinistra: al lancio del programma stiamo vedendo tutti e 97 i satelliti, mentre cliccando sul tasto “Classici” vedremo solo i primi scoperti da Galileo, i ben noti Io, Europa, Ganimede e Callisto ed infine cliccando sul tasto “Nuovi (Giove)” vedremo solamente le orbite degli ultimi 2 satelliti, suddivisi per colore a seconda della famiglia di appartenenza.

L’interattività avviene grazie ai movimenti consueti del mouse (spostamento, rotazione e zoom) nel PC, mentre in dispositivi mobili (soprattutto tablet, per riuscire a vedere qualcosa!) si tratta delle solite gesture sempre di spostamento, rotazione e zoom: se non le conoscete, chiedetelo ai vostri figli o nipoti, che saranno lieti di aiutarvi!

Come possiamo constatare subito, questa visualizzazione di 97 orbite è particolarmente colorata, aggrovigliata e pochissimo comprensibile, ma senz’altro suggestiva e dotata di un certo fascino.

Dato che 97 satelliti nel caso di Giove e 274 nel caso di Saturno sono davvero tantissimi, fin da subito sono stati suddivisi e poi raggruppati in famiglie o gruppi, secondo criteri che analizziamo subito.

Le famiglie (o gruppi) di satelliti

Questo raggruppamento avviene in base alla similitudine di particolari parametri orbitali: ad esempio il fatto che abbiano un’inclinazione orbitale oppure un’eccentricità dell’orbita oppure ancora una distanza dal pianeta molto simili, fa sì che un oggetto appartenga ad una certa famiglia, denominata a partire del nome del satellite più importante (in genere il primo scoperto di quel gruppo, ma non c’è una regola fissa).

Questo tipo di classificazione è stata fin da subito determinante per poter catalogare così tanti satelliti in modo efficiente… Più scientificamente poi si ha che satelliti appartenenti ad una stessa famiglia quasi sicuramente provengono da un unico satellite o asteroide più grande, che si è frammentato in mille pezzi a seguito di un urto avvenuto eoni fa.

Nel caso di Giove abbiamo ad esempio

  • le lune interne
  • i satelliti Galileiani : Io, Europa, Ganimede e Callisto
  • la famiglia di Himalia
  • la famiglia di Carpo
  • la famiglia di Ananke
  • la famiglia di Carme
  • la famiglia di Pasiphae

Ogni famiglia è formata da un certo numero di elementi fino a raggiungere i 97: i due nuovi satelliti fanno parte rispettivamente delle famiglie di Ananke e di Carme.

I nomi assegnati ai satelliti in questo caso si riferiscono principalmente alla mitologia greca e latina e sono strettamente legati alla figura di Giove, Zeus, ed ai suoi infiniti amori e scappatelle varie.

Invece per Saturno abbiamo principalmente questo tipo di suddivisione dei suoi tantissimi satelliti:

  • satelliti regolari minori
  • satelliti maggiori (quelli noti dall’antichità)
  • gruppo Inuit
  • gruppo Gallico
  • gruppo Norreno

dove stavolta i nomi dei gruppi sono scelti non da un capostipite, ma da considerazioni folkloristiche: l’importante che al loro interno tutti i satelliti abbiano sempre caratteristiche orbitali comuni, come nel caso di Giove.

Siccome le scoperte si succedono nel tempo, a mano a mano che si scoprono nuovi satelliti, questi vengono allocati nella famiglia corrispondente in base ai parametri orbitali e solo dopo vengono denominati in base a divinità Inuit, Galliche e Norrene. Comunque inizialmente i nomi derivavano dai Titani della mitologia classica e poi si è forzatamente passati ad altre mitologie perché i Titani… erano finiti!

Dunque lo scopritore di un certo satellite, in base alla collocazione dell’oggetto in una certa famiglia, sceglierà un nome tra le divinità di quella famiglia: ma anche le divinità ad un certo punto finiranno ed allora si procederà con altri criteri ancor più legati al folklore locale.

Come si vede il tutto è alquanto complicato e caotico, ma peggio sarebbe considerare i satelliti solo con il loro nome (il più delle volte di difficile pronunciabilità, come vedremo) oppure con la sigla creata dall’M.P.C. che ricorda più un codice fiscale piuttosto che un semplice satellite.

Divertiamoci un po’…

Tanto per buttarla in caciara, come si dice qui nella capitale per “complicare ulteriormente le cose già complesse”, posso farvi un esempio di alcuni dei satelliti appartenenti al gruppo Norreno:

  • Febe (quello scoperto del 1899, analizzando per la prima volta lastre fotografiche precedenti)
  • Skati (capostipite di un sottogruppo che prende il suo nome)
  • S/2007 S2 (un satellite ancora senza nome, ma con il suo bravo codice fiscale)
  • Bergelmir (dove la “r” finale indica che ha un moto orbitale retrogrado!)
  • Narvi (altro capostipite di un altro sottogruppo)
  • Angrboda (facile no?)
  • Fenrir (solo leggermente più semplice, ma anche lui retrogrado)

ed altre decine e decine di satelliti, per arrivare al totale (finora…) di 274.

Non vi bastano? Allora rimanete sintonizzati in attesa delle prossime scoperte!

Conclusione

L’immagine che vedete in evidenza, che accompagna l’articolo nell’Home Page del sito, è una splendida foto realizzata dal grande amico Alberto, aka Alby68a, a fine dicembre scorso e postata nel Forum

Davvero bella questa foto!

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 540 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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