Fuga dalla Grande Nube

La composizione chimica della stella HE 0437-5439 indica con chiarezza che questa hypervelocity star si è formata nella Grande Nube di Magellano.

Fuga dalla Grande Nube

Gli astronomi l’avevano già messa sotto torchio perchè stava sfrecciando alla incredibile velocità di oltre 700 chilometri al secondo, ma rimaneva ancora qualche dubbio sulla reale provenienza di HE 0437-5439. Per lanciarla a quella folle velocità era necessario l’effetto fionda di un buco nero piuttosto massiccio, ma tenendo conto della sua giovane età – solo 35 milioni di anni – non si poteva pensare che fosse fuggita dalle regioni centrali della Via Lattea. Per un simile viaggio, infatti, le sarebbero occorsi almeno 100 milioni di anni. Venne dunque avanzata un’ipotesi più percorribile, suggerendo che HE 0437-5439 provenisse dalla Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti della Via Lattea. Ma questa ipotesi era ancora tutta da verificare.

A qualche anno di distanza dalla scoperta di HE 0437-5439, però, sembra proprio che ogni dubbio possa finalmente essere spazzato via. Un team di astronomi della Carnegie Institution e della Queen’s University di Belfast, infatti, è riuscito a risolvere definitivamente il problema e il loro studio verrà pubblicato a breve su Astrophysical Journal Letters.

I ricercatori sono riusciti a determinare la composizione della stella, rilevando le abbondanze relative di alcuni elementi che compongono questa hypervelocity star (è la prima volta che si riesce a compiere una simile osservazione). Proprio l’analisi delle abbondanze relative ha mostrato con chiarezza che HE 0437-5439 non può essersi formata nella Via Lattea, bensì nella Grande Nube di Magellano. Le stelle che nascono in questa galassia satellite, infatti, sono caratterizzate da una concentrazione di elementi che è circa la metà di quella osservata nelle stelle della Via Lattea, per esempio nel Sole.

“Questo non solo ci ha permesso di escludere che HE 0437-5439 provenisse dalla nostra Galassia – ha commentato Alceste Bonanos (Carnegie Institution) – ma, come avviene sulla scena di alcuni crimini, ci ha anche fornito la prova schiacciante della sua origine nella Grande Nube di Magellano.”

La certezza sulla reale provenienza della stella, però, porta inevitabilmente con sè che nella Grande Nube ci deve per forza essere un massiccio buco nero che è stato in grado di fiondarla via alla folle velocità che osserviamo. A quando l’annuncio della scoperta di questo mostro di cui finora, al massimo, si poteva solo sospettare l’esistenza?

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 626 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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3 Commenti

  1. Salve a tutti! Vi faccio i più sinceri complimenti per questo bellissimo sito e complimenti a Claudio per l’articolo affascinante. Avrei una domanda…
    Se l’effetto fionda di un buco nero può scagliare una stella alla velocità di 700 km al secondo,potrebbe l’esplosione di una supernova in un ammasso stellare aperto avere gli stessi effetti sul moto di una stella, magari con velocità di fuga inferiori? Vi saluto e vi ringrazio per il modo chiaro e interessante con cui trattate l’astronomia.
    Edoardo

  2. Pare una gran scoperta..
    Una domanda: la nostra galassia quanto dista dalla Nube di Magellano?
    Certo che leggere di una stella che viaggia alla incredibile velocità di 700 km/s
    e pensare al nostro sole -che non regge minimamente il confronto- fa uno strano effetto…