Dalla fascia degli asteroidi alla Terra: un viaggio entusiasmante

La caduta del bolide del 1 marzo, mi ha spinto a descrivere brevemente la sua probabile storia che inizia più di quattro miliardi di anni fa.

Il viaggio si è concluso: siamo oggi sicuri che quando prendiamo in mano un’eucrite (si può anche comprare …) stiamo toccando un pezzo di roccia che proviene da Vesta attraverso complessi meccanismi sia fisici (craterizzazione, creazione di una famiglia) che dinamici (immissione nella risonanza, trasporto nella zona interna). Io penso sia un qualcosa di veramente entusiasmante ed affascinate (e, scusate la vanità, una delle mie più grandi soddisfazioni scientifiche …). Non sappiamo e non sapremo mai da dove proveniva il “nostro” bolide di qualche giorno fa, ma la sua vita è stata sicuramente molto simile.

Un’altra curiosità (se così vogliamo chiamarla …). Quando nella fascia asteroidale avviene una collisione talmente catastrofica da creare una “famiglia”, relativamente vicina ad una risonanza, il numero di NEA che si produce (nel giro di pochi milioni di anni) può essere anche migliaia di volte superiore a quello normale (come quello di oggi ad esempio). Questo fenomeno prende il nome di asteroid shower (doccia di asteroidi) e potrebbe essere molto pericoloso per noi in futuro, così come lo è stato per esseri più primitivi nel passato…

Vi presento per concludere una mia vignetta (anche in versione Power Point per mostrarla più spettacolarmente agli amici) che illustra allegramente la creazione ed il trasporto di un frammento dalla fascia asteroidale fino al nostro pianeta. Ne sono piuttosto fiero, perché nella sua versione più “rozza” è stata pubblicata in molte riviste e soprattutto su una “seria” come Celestial Mechanics. Inoltre, era talmente piaciuta a Fred Whipple, che me ne aveva chiesta una copia “personalizzata”. A volte le soddisfazioni più grandi sono proprio infantili … ma ne sono molto contento lo stesso, anzi!

L’origine dei NEA

Sopra: un asteroide singolo subisce una “collisione” catastrofica con un altro. Nascono dei figli-frammenti che, non guardando dove mettono i piedi, finiscono per cadere in un macchinario molto complicato (la risonanza). A questo punto vengono scaraventati contro un pianeta che non è molto “contento” di vederseli arrivare addosso

Quanto esposto precedentemente, a causa dello spazio giocoforza esiguo, è ovviamente molto semplificato. Chi avesse dubbi o volesse saperne di più non abbia timore a chiedermi spiegazioni ulteriori. Sono a vostra disposizione!

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1 Commento

  1. Ciao,
    rinnovo a tutti i complimenti per gli articoli e la semplicità con cui ce li fate capire nonostante descrivano fenomeni anche piuttosto complessi. 😉

    Grazie di tutto ancora!

    Saluti!
    Giorgio.