Intervista ad Alessandro Gruppuso

Questo mese ci spostiamo presso l’ INAF – IASF di Bologna per conoscere il giovane astrofisico Alessandro Gruppuso e il progetto Planck.

Alessandro Gruppuso

L’appuntamento ormai consueto delle Astro interviste ci porta a Bologna, presso l’ INAFIASF, per conoscere il giovane astrofisico Alessandro Gruppuso, che si sta occupando di una prossima missione spaziale chiamata Planck. Scorrendo il suo curriculum mi accorgo che è particolarmente teorico e per prima cosa mi colpisce il fatto che, pur trovandosi in una delle due sedi universitarie italiane con il corso di laurea in Astronomia, si sia laureato in Fisica.

L’intervista

Quando nasce la tua passione per il lavoro che stai svolgendo dalla laurea in Fisica e come mai proprio una laurea in Fisica e non in Astronomia a Bologna?

La mia passione per la scienza nasce ai tempi del liceo grazie alle stimolanti lezioni di alcuni professori che ho avuto la fortuna di incontrare. Matematica, fisica e chimica erano le mie materie preferite. Finito il liceo sono stato incerto se affrontare il corso di laurea in Matematica o in Fisica. Ho scelto quest’ultimo optando pero’ per l’indirizzo teorico. Le lezioni universitarie di Relativita’ Generale del prof. Silvio Bergia mi hanno poi avvicinato con entusiasmo allo studio della cosmologia e dell’astrofisica. Quindi, rispondendo alla tua domanda, non ho scelto Astronomia semplicemente perche’ mi sentivo piu’ portato per gli aspetti teorici dei problemi scientifici. Poi crescendo mi sono smussato…

La tua carriera parte dalla tesi che porta il titolo “$Campo$ elettromagnetico quantistico in uno spazio-tempo curvo”; puoi raccontare di quale ambito teorico tratta, la sua importanza ed i suoi riscontri astronomici?

Da inizi anni 90, ci sono evidenze osservative che mostrano la presenza su grande scala (circa 100Kpc) di campi magnetici uniformi dell’ordine di grandezza del micro G sia all’interno delle galassie che nelle zone intergalattiche. Si ritiene che tali campi magnetici siano il risultato dell’amplificazione di piccoli campi magnetici precedenti detti campi magnetici seme. Ad esempio l’effetto dinamo (che e’ il meccanismo di amplificazione piu’ efficiente) necessita di un $campo$ magnetico seme di 10^-19 G. Ma come giustificare la presenza di questi campi magnetici seme? Si pensa che essi possano avere un’origine primordiale. Questa e’ la fenomenologia che ha ispirato il lavoro di ricerca teorica della mia tesi che ho elaborato sotto la supervisione del prof. Gianni Venturi. Lo scopo della tesi e’ stato quello di verificare se in un universo in espansione fosse possibile produrre fotoni per poter giustificare la presenza dei campi magnetici seme. La traduzione tecnica-matematica della precedente affermazione e’ la seguente: e’ possibile giustificare la produzione di fotoni nell’ambito di una teoria quantistica dei campi su spazi curvi? Abbiamo verificato che cio’ non e’ possibile con un metodo di quantizzazione nuovo per una estensione minimale della teoria dell’elettromagnetismo (valida in uno spazio non curvo).

Con l’inizio della scuola di dottorato la tua esperienza professionale non si basa solo sulle collaborazioni trovate a Bologna. Dove sei stato e come ti hanno arricchito professionalmente queste esperienze all’estero?

Durante il dottorato ho seguito varie scuole internazionali di cosmologia e astrofisica relativistica e di fisica teorica. Ho trascorso 2 mesi a Parigi dove ho seguito interessanti lezioni di Teoria delle Stringhe, che ha l’ambizione di unire in un’unica teoria autoconsistente le due teorie principali della Fisica Teorica, cioe’ la Relativita’ Generale e la Meccanica Quantistica. Subito dopo il dottorato ho lavorato per quasi due anni all’ Institute de Physique Theorique de Lausanne in Svizzera (oggi parte dell’ Ecole Polytecnique Federale de Lausanne EPFL) dove ho studiato modelli cosiddetti “effettivi” di Teoria delle Stringhe, detti Brane Worlds. Sono modelli semplificati di Teoria delle Stringhe, ma contenenti un numero sufficiente di caratteristiche della teoria fondamentale. Questi modelli hanno lo scopo di fare delle previsioni potenzialmente osservabili negli esperimenti.
Le esperienze all’estero arricchiscono perche’ lo scambio di idee con altri scienziati e’ fondamentale e sempre stimolante. Anche ora continuo a passare dei periodi all’estero. L’estate scorsa sono stato un paio di mesi al JPL (Jet Propulsion Laboratory), un Istituto della NASA a Pasadena, negli USA.

I tuoi interessi spaziano dall’Energia Oscura alla Teoria delle Stringhe, dall’analisi dati alla $Cosmologia$, ma ti sei recentemente occupato, nell’ambito del progetto Planck, delle anisotropie di fondo cosmico che verranno misurate da questo satellite. Puoi parlarci brevemente della missione e di cosa ti sei occupato in prima persona?

Planck e’ un satellite dell’ESA (European Space Agency) che sara’ lanciato in orbita nei prossimi mesi per misurare le anisotropie della radiazione cosmica di fondo (Cosmic Microwave Background, CMB, in inglese). Tale radiazione e’ la prima “luce” che ha potuto propagarsi liberamente nel nostro universo ed e’ stata emessa quando l’universo aveva solo 400.000 anni. Dico “solo” perche’ ora si stima che l’universo abbia circa 13/14 miliardi di anni, quindi se paragoniamo l’eta’ dell’universo alla vita di un uomo e’ come se tale emissione avvenisse da un neonato che ha qualche ora di vita. Per questo si usa dire che la CMB e’ stata emessa da un “baby universe”. Tale radiazione cosmica ha la proprieta’ di essere isotropa ovvera di presentare le stesse caratteristiche (o quasi!) indipendentemente dalla direzione del cielo in cui la osserviamo. Ci sono pero’ delle piccole deviazioni, di una parte su centomila, che sono dette anisotropie. Tali anisotropie costituiscono una vera miniera di informazioni su come era ed e’ l’universo in cui viviamo. Ad esempio quale sia la distribuzione energetica di “materia” che e’ presente nel nostro universo, ovvero quanta materia ordinaria (visibile), quanta materia oscura, e quanta energia oscura ci sia nell’universo attuale. Inoltre le anisotropie contengono informazioni su altri importanti parametri che descrivono il nostro universo primordiale, dando la possibilita’ di vincolare le Teorie dell’Inflazione, che sono modelli teorici che prevedono una fase di espansione quasi esponenziale del nostro universo prima che emettesse il primo “vagito” o CMB.

Queste ricerche sono l’oggetto di una collaborazione internazionale che vede l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) tra i piu’ importanti attori scientifici. Infatti uno dei due “Principal Investigator” e’ proprio uno scienziato dell’INAF, Nazzareno Mandolesi, nello specifico il direttore dell’ IASF (Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica) di Bologna presso cui svolgo la mia attivita’. Per quanto riguarda il mio ruolo all’interno della collaborazione, faccio parte del cosiddetto Core Team di Planck, che e’ un gruppo di lavoro (in cui vi sono ricercatori europei ma anche americani) che si sta preparando per avere tutti gli strumenti necessari per poter analizzare i dati che arriveranno dal satellite. In particolare mi sto occupando dello sviluppo del software necessario per la verifica delle attuali teorie.

Ora prosegui le tue ricerche a Bologna. Chi non è del mestiere ti penserebbe a chissà quale livello di carriera, ma finora abbiamo parlato per così dire delle rose e non delle spine della ricerca. Vuoi dirci due parole sulla tua esperienza di precariato “astrofisico” in Italia?

Mi sono laureato nel 1998 e ho conseguito il Dottorato di Ricerca nel Febbraio 2002. Ho gia’ vissuto 7 anni da precario. Non e’ facile vivere con contratti tipo borse di studio o assegni di ricerca sia da un punto di vista prettamente economico sia perche’ l’orizzonte della fine del contratto ti limita nelle scelte personali e non ti da’ mai nessuna certezza nel futuro. Inoltre non dimentichiamoci che certe forme contrattuali (come l’assegno di ricerca appunto) fanno si’ che il ricercatore non sia nemmeno contemplato come precario dalle istituzioni poiche’ ufficialmente si tratta di personale in formazione o di collaboratore esterno (anche se nella maggior parte dei casi svolge le stesse attivita’ del personale strutturato). La passione per la ricerca e’ cio’ che c’e’ sull’altro piatto della bilancia e che fa sopportare questa prolungata incertezza. Ovviamente a queste condizioni il rischio e’ che piano piano si affievolisca l’entusiasmo e la passione per il lavoro che si svolge…

Se dipendesse da te cosa miglioreresti affinché tante giovani menti non perdano l’entusiasmo e la speranza di poter svolgere un lavoro così affascinante?

La prima risposta e’ quella piu’ banale: piu’ soldi alla ricerca. L’Italia ha un numero di ricercatori per 1000 abitanti che e’ 1/4 di quello della Finlandia o di altri paesi scandinavi ed 1/3 di Germania o altri importanti paesi europei. Questo darebbe un po’ piu’ di speranze a chi intraprende questa carriera. La seconda risposta e’ quella di vincolare seriamente i finanziamenti alla valutazione dei risultati raggiunti.

Augurandoti un futuro più stabile di cosa vorresti occuparti in ambito astronomico?

Proprio di cio’ su cui ho lavorato negli ultimi anni. Sono molto interessato all’analisi dei dati che il satellite Planck ci fornira’ nei prossimi anni. Ma per fare questo mi auguro, prima di tutto, che il mio contratto sia stabilizzato o per lo meno rinnovato un numero di volte sufficiente da permettermi di partecipare a questa attivita’.

Informazioni su Gabriella Bernardi 75 Articoli
Laurea in Fisica e master in divulgazione scientifica, ha lavorato presso l’Alenia Spazio di Torino (missione Rosetta), passando poi a tempo pieno alla divulgazione scientifica, soprattutto nel campo astronomico. La sua attività principale è quella di giornalista freelance per riviste e periodici, anche on-line, che alterna con altre attività in campo divulgativo come la collaborazione alla realizzazione del Planetario e Museo dell’Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese o l’attività di animatrice in piccoli planetari e mostre. Attualmente partecipa anche al programma di informatizzazione e digitalizzazione dell’archivio di lastre fotografiche dell’Osservatorio Astronomico di Torino. Recentemente le è stato assegnato il premio giornalistico per la divulgazione scientifica “Voltolino”.

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8 Commenti

  1. Chissà se in Italia prima o poi ci si accorgerà che il futuro di una nazione dipende in buona parte anche dalla ricerca… Qui o si spendono i soldi per cause inutili, o se li mangiano quei simpaticoni che ci governano o si spendono per risolvere i problemucci del breve termine…ma mai che si guardi un pò PIU’ IN LA’, sia in senso figurato che in là nel tempo!

    Io avrei fatto il ricercatore se il mio paese mi avesse offerto qualcosa in +, ormai ho intrapreso un’altra strada che per quanto mi piaccia non è quella che avrei scelto…

    Speriamo che la solfa cambi negli anni a venire! Se non altro per le povere generazioni future…

    In bocca al lupo Alessandro.

  2. @Alessandro,
    mi associo a Lampo. Prima o poi si accorgeranno anche i nostri governanti che senza la ricerca di base non si avranno mai risultati “pratici”, ma sembra che non lo sappiano o non lo vogliano capire. Starei per dire che più in basso di così non si può andare, ma visti i tempi che corrono… Comunque, in bocca al lupo!!!

  3. Speriamo anche che le generazioni future seguano l’esempio di Alessandro, ovvero dedicare la vita a qualcosa che non sia “fare il calciatore” o “fare la velina”, speriamo che i giovani di oggi e di domani (e sopratutto i loro genitori!) capiscano l’importanza della ricerca, in tutti i settori…
    Come avete detto il futuro di un paese è la ricerca, solo con la ricerca si può progredire.
    Sul fatto che i nostri governanti cambino mentalità purtroppo ho qualche riserva…la “rivoluzione” deve iniziare dal basso, non aspettiamo che le cose cambino da sole!
    Cmq, complimenti Alessandro!

  4. @enzo e lampo
    vi dirò. io studio biotecnologie ma vedo poche prospettive davanti a me se non nulle. alla fine finirò di aprire studio di grafica

  5. E’ doveroso segnalare che ora Planck (per fortuna) non e’ in attesa del lancio, ma gia’ lontano circa 1.5 milioni di Km dalla terra!

  6. Carissimo Alessandro,
    molto interessante l’intervista che hai rilasciato! Dentro vi troviamo un po’ di tutto: storia (personale); storia di un filone della Fisica/Astronomia; storia del nostro Paese; ansie e speranze.
    E’ ben comprensibile la tua insoddisfazione di fondo per come agiscono le Istituzioni nel nostro (bel) Paese; tuttavia l’invito – per la verità assai poco “tecnico” ! – è di non disperare, di tener duro con coerenza al tuo lavoro fatto e ancora da fare.
    La strada delle grandi scoperte, in un modo o nell’altro, non è mai stata facile, come non lo è mai stato il precorso/progresso sociale dei Popoli!
    Preparati agli alti e ai bassi e comunque sappi che queste poche righe sono di condivisione spirituale delle tue ansie che appartengono alla vita, anzi, che sono la VITA!
    Auguri tanti e sinceri!
    Pietro e Brunilde

  7. 👿 🙁 😡 , la solita storia, in Italia per avere attenzione, interesse o denaro o sei un calciatore, o un politico, o un cantante…o una velina! Ah, ma meno male che c’è il Grande Fratello per consolarci! 👿 Ma vaffancuore!

  8. In bocca al lupo Alessandro. Cerca di resistere. Vale la pena provare a vivere una vita secondo le proprie aspirazioni.