La costellazione della Croce del Sud

Dopo aver incontrato tante belle costellazioni ben visibili alle nostre latitudini, stavolta andiamo a conoscere una costellazione dell’emisfero australe: la Croce del Sud

Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
http://www.java.com/it/download/index.jsp


La fondazione di Roma e l’anno 20001

Il cielo è suddiviso in 88 costellazioni e tra queste alcune non sono mai visibili alle nostre latitudini, in quanto circumpolari australi, ma non è detto che alcune di queste non siano già state conosciute ai tempi dei Romani e dei Greci, a causa della ben nota precessione degli equinozi, per poi essere state “scoperte” molto tempo dopo dagli intrepidi navigatori (un nome su tutti: Magellano) che le hanno incontrate lungo i loro viaggi alla scoperta del mondo.

La sera della fondazione di Roma

Dicevo che gli antichi Greci e Romani conoscevano la Croce del Sud (anzi, questo lo afferma Wikipedia…): in realtà all’epoca dei Romani era molto bassa sull’orizzonte. Questo fatto l’ho verificato grazie alla mia personale macchina del tempo, per mezzo della quale sono andato nella mia città proprio nel giorno in cui è stata fondata (il 21 aprile 753 aC), la sera, alle 22, quando una bassissima Croce del Sud pareva quasi conficcata nel terreno. Con il passare degli anni, poi, la nostra costellazione si sarebbe vista sempre di meno, tanto è vero che già nell’anno dell’incendio di Roma da parte di Nerone (il 64 dC) della Croce del Sud era rimasta visibile solo la stella più settentrionale, Gacrux, che meglio conosceremo più avanti.

L’inizio del ventesimo millennio

Visto che avevo fatto il pieno nella macchina del tempo, ne ho approfittato per recarmi nel lontano futuro per vedere se e come cambierà il cielo: perché non fare le cose in grande e selezionare la data del capodanno di inizio del ventesimo millennio? Presto detto, con Stellarium (sì, è ovviamente lui la mia macchina del tempo) è banalissimo impostare la data 1-1-20001 e scattare la foto in corrispondenza delle 0:0:0. Proprio verso meridione ecco stavolta alta sull’orizzonte una Croce del Sud in realtà un po’ stortignaccola.
Ma se ci spostiamo un po’ verso Ovest (a sinistra per chi non fosse pratico…) cosa vediamo? Uno Scorpione ed un Sagittario anche loro un po’ deformati… e se volgiamo lo sguardo a Nord, vediamo la stella polare addirittura sotto l’orizzonte e l’Orsa Maggiore anche lei deformata.
Cosa è successo? Si è rotto Stellarium? La nostra macchina del tempo ha bisogno di una revisione? No! Tranquilli!
Oltre all’effetto della già citata Precessione degli $Equinozi$ (sulla quale trovate qui un mio articolo dove ne parlo in dettaglio), ecco chiamato in causa il cosiddetto moto proprio delle stelle, cioè lo spostamento annuo (in genere piccolissimo) che ha praticamente ogni stella sulla $sfera celeste$ e dovuto all’astro che si muove nello spazio per conto proprio: questo effetto (che nulla c’entra con la precessione, che è una caratteristica della Terra e del suo moto intorno al Sole e su se stessa) fa sì che quasi tutte le stelle si spostino sulla $sfera celeste$ in un lasso di tempo sufficientemente grande. E 18000 anni sono tali che alcune stelle ancora impercettibilmente altre in modo eclatante si vengano a trovare in posizione differente rispetto a quelle nelle vicinanze che magari si sono mosse di meno.

La costellazione della Croce del Sud

Con tutti questi viaggi nel passato e nel futuro ci siamo dimenticati di vedere com’è fatta adesso la Croce del Sud: Stellarium, nella sua veste di planetario, ci mostra ancora una volta l’aspetto nel cielo di questa costellazione. Si tratta di un oggetto inanimato, una croce appunto, che un po’ più prosaicamente potrebbe essere visto anche come un aquilone: le quattro stelle principali sono di prima e seconda magnitudine ed ecco il motivo per cui questa costellazione è ben nota perché appariscente, anche se fisicamente non la vediamo in cielo. Tra l’altro la Croce del Sud detiene il primato di essere la più piccola delle 88 costellazioni, mentre anticamente le sue stelle facevano parte del Centauro (che conosceremo presto) e ne rappresentavano uno degli zoccoli.

La Croce del Sud in 3D

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L'Applet della costellazione della Croce del Sud in 3D - thumb

Siamo arrivati al filo conduttore di questa categoria di articoli: il programma che permette di vedere le costellazioni in 3D. Anche in questo caso possiamo ruotare il foglio che contiene disegnate le stelle principali della Croce del Sud, per poterle vedere in profondità e valutare le varie distanze. Le più vicine, o meglio le meno lontane, sono η Cru (64 anni luce) e Gacrux (γ Cru, 89 a.l.), la prima una stella appena più grande del Sole , mentre Gacrux ha un raggio 89 volte quello solare.

L’ammasso stellare Jewel Box

Avrete notato che la stella più lontana è κ Cru (ben 6392 a.l.), che è in realtà una componente di un gruppo di stelle che costituisce un $ammasso stellare$ aperto, detto “Jewel Box” (Cofanetto di Gioielli): si tratta di un gruppo di stelle molto bello a vedersi anche con un buon binocolo, grazie alla colorazione differente tra alcune stelle rossastre rispetto alla maggioranza bianco bluastre. In questa foto potete vedere i nomi di alcune stelle in un primo piano realizzato con Stellarium e dove κ Cru è la stella indicata dal cerchietto.

Qualche foto

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Gacrux da 1 UA

Sono andato a trovare degli amici astronomi Etacruxiani e Gacruxiani, ma è stato deludente sapere che la nostra stella nana la conoscono pochissimo visto che è molto debole. Bisogna capirli: gli Etacruxiani hanno solamente due stelle con $magnitudine$ negativa (proprio Gacrux e Canopo con -1) e poveretti ad occhio nudo (proprio “occhio” visto che ne possiedono uno solo, laterale, per cui vanno sempre a sbattere) arrivano a vedere fino alla $magnitudine$ 3.5 . Pure i Gacruxiani hanno soltanto due stelle molto luminose da vedere (ancora una volta Canopo e una new entry, Miaplacidus, entrambe della costellazione della Carena), ma a differenza dei polifemi di η Cru, hanno cinque occhi e visto che la loro stella è così rossastra, incombente e luminosa, sono costretti a portare tutto il giorno (che dura 432.5 giorni nostri) degli stranissimi “occhiali da Gacrux “. Figuriamoci perciò se con queste lenti scure molto spesse possano vedere una stellina molto piccola…

HIP 60308 da 10 UA

E va bene, ho scherzato: l’avete capita la battuta degli “occhiali da Gacrux” ? Sì?! Allora proseguiamo oltre.
Di ben altra portata è la stella HIP 60308 di colore giallo-arancione e con un diametro pari a ben 130 volte quello del nostro Sole: da 10 UA appare con un disco di 6° e mezzo, ben più grande dei 5° e rotti di lunghezza della Croce, così come la vediamo nel cielo (o meglio così come la vedono nell’emisfero australe). Aggiungo che questa stella si trova a più di 2000 a.l. per cui da una distanza così grande il nostro Sole (di 14 $magnitudine$) è disperso in un mare di nulla (tante stelle deboli), rallegrato, si fa per dire, dalla presenza di Deneb (famosa stella del Cigno) che brilla di $magnitudine$ 3.4 . Comunque consoliamoci con il fatto che gli astronomi Hipsessantatrecentoottani conoscono perfettamente il nostro caro Sole, avendo un paio di occhi sensibilissimi e di un bel color carota, che permette loro di vedere fino alla $magnitudine$ 20. L’unico loro cruccio è che hanno un nome difficilissimo.

Le rappresentazioni della Croce del Sud

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Vediamo insieme come veniva rappresentata la costellazione nell’Uranometria
La Croce del Sud nell’uranometria
dall’astronomo Hevelius
La Croce del Sud secondo Hevelius
e secondo Stellarium
La Croce del Sud secondo Stellarium
Bisogna dire che non c’era più di tanto da sforzarsi a rappresentare una croce, più o meno incastonata di pietre preziose!
Stavolta poi non ci sono francobolli, ma c’è da dire che la costellazione è sfruttata parecchio nelle bandiere.

Alcune bandiere con la Croce del Sud

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Bandiere di Stati con la Croce del Sud
Ho raccolto in un unico disegno quattro stati che hanno la costellazione nella loro bandiera ed a questi ho aggiunto due bandiere regionali di due zone confinanti, nell’estremo sud dell’America Meridionale, la Regione delle Magellane in Cile e la più famosa ma desolata Terra del fuoco in Argentina, che vediamo disegnate in questa mappa

Mappa
Confesso che non avevo mai visto la bandiera della Terra del $Fuoco$ e la trovo decisamente simpatica, con quel gabbiano stilizzato che divide le due parti, una arancione e l’altra celeste con la Croce del Sud nella parte celeste.
Altra bandiera che contiene la costellazione è quella verdeoro del Brasile
Brasile

laddove, assieme ad altre stelle e costellazioni, la Croce del Sud è posta al centro del cerchio blu scuro, però rappresentata specularmente. Se ce ne domandiamo il perché, potrei rispondere come Bob Dylan in una sua mitica canzone: “… the answer is blowing in the wind “, che, se ci pensate un istante, è davvero appropriato per una bandiera…

Piccola costellazione con pochi nomi

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Vediamo ora i pochi nomi delle poche stelle della Croce del Sud : si imparano subito ed è impossibile dimenticarseli.

  • Acrux (α Cru): deriva da α crux
  • Becrux (β Cru): deriva da β crux
  • Gacrux (γ Cru): deriva da γ crux

Un vero mistero è perché la povera stella δ Cru non è stata chiamata Decrux, mentre c’è da dire che Becrux si chiama anche Mimosa.

Quando possiamo osservare la Croce del sud?

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Mai, come ho detto in precedenza.
In questo caso vale il detto “se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto”, dove ovviamente noi siamo la montagna che si deve spostare a latitudini più meridionali per poter vedere questa bella costellazione. In effetti basta andare nel sud dell’Egitto per poterla osservare.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 494 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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11 Commenti

  1. infatti! La costellazione del cigno è prima di tutto un’enorme croce! 😉

  2. E io che pensavo che la Croce del Sud fosse la suocera siciliana di un mio amico… :mrgreen:
    Scherzi a parte, bell’articolo, Pier! 😎 E’ una costellazione che mi ha sempre incuriosito e affascinato. Non solo si porta appresso un bel pezzo di storia, ma il Jewel Box è davvero uno scrigno di meraviglie…. 😯

  3. Guardando su Wikipedia, ho visto gli asterismi, non sapevo neanche cosa erano, invece ho capito che sono insiemi di stelle, che non fanno parte di una costellazione, ma sono molto conosciuti.
    Il Triangolo Estivo, Vega, Altair, e Deneb.
    Il Triangolo Invernale, Procione, Sirio, Betelgeuse.
    Il Triangolo di Primavera, Arturo, Spica, Denebola.
    La Cintura d’Orione, Alnitak, Alnilam, Mintaka.
    Cioè io sapevo che esistono, ma non sapevo che vengono chiamati Asterismi.
    L’Asterismo che mi piace di più, è la Cintura d’Orione.

  4. Ciao a tutti.
    😕
    Si dice che nell’anno della fondazione di Roma la Croce del Sud era visibile (anche se molto bassa sull’orizzonte).
    Allora è possibile che, per esempio, nel 3000 a.c. fosse ben visibile ed alta sullo stesso orizzonte?

  5. @Marco
    Quelli sono gli asterismi più famosi, ma nessuno ci vieta di inventarne di nostri. Anzi, direi che per orientarsi nel cielo (soprattutto con strumenti di una certa potenza che ci mostrano molti più oggetti celesti) è quasi d’obbligo prendere dei riferimenti di questo tipo.

    Ad esempio nella tecnica osservativa dello star-hopping (che consiste letteralmente nel saltare di stella in stella per arrivare all’obiettivo prefissato, magari un oggetto del cielo profondo abbastaza elusivo) gli astersmi “personali” sono molto comodi. Mi sono trovato molte volte a parlare da solo con delle frasi del tipo: “Ok ora se mi sposto poco verso sinistra trovo le tre stelline che formano un triangolo equilatero, poi poco più su trovo le 4 stelle a forma di freccia, poi ancora leggermente a sinistra ci sono quelle due stelle quasi attaccate e poi…ECCOLA finalmente…la galassia di Andromeda!) :mrgreen:

  6. @paolo
    E’ possibile che la croce del sud sia stata molto bassa in direzione Sud (nel 3000 a. c), al momento della sua culminazione, ovvero nel punto più alto del movimento apparente che compie durante le 24 ore, ed anche visibile per l’assenza di inquinamento luminoso che si aveva milleni fa…

    Ad ogni modo non è mai stata ben visibile e alta, a meno che la Terra, in tempi remoti, non fosse…. rovesciata! 🙂

  7. confermo che nel 3000 aC la Croce del Sud culminava a Sud ad una quindicina di gradi sopra l’orizzonte, nella mezzanotte dell’inizio di marzo.
    anche lo Scorpione si vedeva parecchio alto sull’orizzonte…
    ringraziamo l’infaticabile Stellarium per il suo supporto! 😉

  8. grazie stefano, pierluigi e stellarium.

    questo fatto potrebbe confermare alcune ipotesi archeo astronomiche relative ad un culto astrale in svariate zone del mediterraneo.

    ciao paolo