Gli astronomi del gruppo hanno analizzato gli spettri ad alta risoluzione di stelle simili al Sole, ottenuti con lo spettrografo HARPS dell’ESO. Tra queste 109 ospitano pianeti di tipo gioviano e 26 hanno compagni delle dimensioni di Nettuno.
Lo scopo è stato, soprattutto, quello di studiare l’abbondanza degli elementi alfa, come il magnesio, il silicio o il titanio. Il risultato più importante è stato che il rapporto di questi elementi con il ferro è nettamente più alto nelle stelle con pianeti. In particolare, il magnesio.
Il responsabile del gruppo, Vardan Zh. Adibekyan, ipotizza che questo fatto implicherebbe che altri metalli oltre al ferro sono implicati nel processo di formazione planetaria, specialmente quando la stella è più povera di ferro rispetto al Sole. Le teorie più accreditate sulla formazione planetaria indicano che i pianeti si formino dall’accumulo di particelle di metalli pesanti (come il ferro), che poi si ingigantiscono catturando la polvere adiacente. Questo studio sembra dimostrare che sia sufficiente solo un piccolo “seme” di elementi pesanti. Molto più importante sarebbe la quantità di polvere contenuta nella nube da cui si è originata sia la stella che il disco planetario.
Ricordiamo che gli elementi alfa sono multipli interi della massa del nucleo dell’elio, chiamata anche particella alfa. Ad esempio, aggiungendo una particella alfa al carbonio si ottiene l’ossigeno. Ancora una in più e si forma il neon; e via dicendo.

Caro Enzo, a parte questa abbondanza di pianeti che fà ben sperare, anche se ora identifichiamo solo i gioviani o poco meno, il magnesio (così certamente come il ferro, vedi emoglobina) ha, se non erro da neòfita quale sono (anche meno di sicuro), una certa importanza pure biologica o...forse leggo troppa fantascienza.
Comunque sia non mi sembra che ancora sappiamo tutto della formazione stellare e ,tantomeno, di quella dei sistemi solari.
dici sicuramente una cosa giusta, d'altra sappiamo molto bene che siamo figli delle stelle e dei loro ... figli!
Sull'evoluzione stellare si è abbastanza precisi (tranne che sulle esplosioni finali, ossia le supernove, e sui residui , dove ancora si pensa vi siano meccanismi non perfettamente conosciuti). Sulla formazione dei sistemi planetari si è forse più indietro, anche perchè ne avevamo solo uno a disposizione fino a poco tempo fa. Siamo ancora in una fase di raccolta dati per potere poi vedere se esitono leggi universali che possano spiegare le diverse apparenze finali. Azzardo un paragone: dobbiamo costruirci una specie di diagramma HR anche per i sistemi planetari... Non per niente mi sono convinto a scrivere un libro proprio su questo diagramma, data la sua importanza fondamentale troppo poco conosciuta nella sua grandezza. La vera porta dell'astrofisica.
Ah... tra parentesi... hai deciso di comprare il libro che abbiamo scritto con Francesca? Penso potrebbe esserti molto utile a mettere a punto le cose ancora incerte e per seguire meglio le news... Non è squallida pubblicità, ma stimolo per potere discutere sempre meglio sui misteri del Cosmo. La versione ebook costa solo 10 euro...
Un altro fatto che dimostra quello che ripetiamo anche nel libro, non bisogna essere grandi per fare grandi cose!