Non solo povere e inverno “nucleare”, ma anche fuoco, fuoco dappertutto. E’ questa la conclusione di un recente studio sull’evento che causò l’estinzione di massa del cretaceo – terziario.
Un modello sofisticato ha ricreato l’impatto di 65 milioni di anni fa e ha mostrato che la collisione avrebbe vaporizzato un quantità immensa di roccia che sarebbe stata trasportata velocemente in atmosfera creando una coltre globale che sarebbe poi ricaduta sulla superficie sotto forma di sferule con una temperatura di circa 1800 °C, più che sufficiente a incendiare qualsiasi cosa toccassero e a distruggere tutta la vita che non fosse sotto terra o a una certa profondità negli oceani.
Ricalcolando il valore di carbonio trovato nei depositi relativi al celebre strato “d’iridio” si è vista un’abbondanza anomala che fa proprio pensare al deposito di materiale bruciato. I nuovi dati sono in accordo con un mondo trasformato in una palla di fuoco. Condizioni tali da estinguere l’’80% delle specie viventi. Il periodo di altissima temperatura superficiale sarebbe durato per almeno un paio d’ore, più che sufficiente per innescare incendi un po’ ovunque. Per confronto si potrebbe dire che il calore era equivalente a quello prodotto da una bomba nucleare da un megatone fatta esplodere ogni 6 km sull’intero globo. Un megatone vuol dire 80 bombe di Hiroshima. La collisione avrebbe prodotto un’energia totale dell’ordine di 100 milioni di megatoni.
Basandosi su questo nuovo scenario sono adesso necessari studi più articolati sui fossili, soprattutto microscopici, confinanti con lo strato relativo allo straordinario e violentissimo evento. Ricordiamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’asteroide dei dinosauri avrebbe avuto un diametro di circa dieci chilometri. Insomma, non proprio un meteorite…
Lavoro originario QUI

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Se la memoria non m'inganna lo strato di Iridio è stato travato in diverse parti del globo, anche in Umbria, Che l'energia d'impatto fosse violenta ok, nuvola con materiale meteorico tale da oscurare il sole per un lunghissimo tempo ci sta, ma che il calore prodotto possa carbonizzare vegetazione anche dall'altra arte del globo mi pare tanto...
In atmosfera sono stati scagliati milioni di detriti che ricadendo in tutto il globo (a 1800°) hanno bruciato tutte le foreste, è una cosa possibile.
invece che guardare il bicchiere mezzo pieno dovremmo guardare quello mezzo pieno: 1) la vita è molto più tenace del previsto visto che neanche una tale quantità di energia è riuscita ad estirparla;2) siamo vivi e ci siamo evoluti perché i puzzolenti ed enormi dinosauri si sono estinti.
Enormi: Alcuni dinosauri avevano le dimensioni di topi, galline, furetti. Non tutto ciò che è "dinosauro" è per definizione "enorme", il periodo cretaceo poi, è caratterizzato da una significativa diminuzione della dimensione media del "dinosauro" che ha invece raggiunto il suo apice di "grandezza" nel periodo jurassico (brachio e bronto sauri per fare un esempio) quando l'abbondanza di cibo e il clima favorevole permisero lo sviluppo di specie mastodontiche.
Paleontologia a parte l'ipotesi "palline roventi globali" è più che plausibile, parliamo di un'asteroide che, per le sue dimensioni, quando toccò il suolo aveva la parte più distante dallo stesso ben 2000m circa più in alto della cima dell'everest, immaginate un enorme masso rovente che solca l'atmosfera a circa 50000km/h. Immaginate con quanta energia potrebbe scuotere la terra.
Si calcola che uno fra gli asteroidi più studiati, Apophis, di 350 m di diametro di ferro e iridio, che il 13 aprile 2029 passerà a 37.000 km dal centro della Terra se impattasse (probabilità=1/250000), libererebbe un'energia pari a 870 megatoni, circa 65000 volte quella liberata dalla bomba atomica di Hiroshima; i danni riguarderebbero "solo" una zona grande quanto la Francia, se cadesse sul suolo.
Ora immaginatene uno, della medesima composizione ma da 10000 m di diametro. I danni sarebbero inevitabilmente su scala globale. L'energia liberata vaporizzerebbe la crosta superficiale e la scaglierebbe nella stratosfera da dove potrebbe tranquillamente raggiungere l'altra parte del globo nel giro di poche ore. Niente sarebbe al sicuro, da nessuna parte. Se impattasse in mare l'acqua verrebbe vaporizzata e le conseguenze potrebbero essere anche peggiori.
E' comunque difficile da immaginare uno scenario così catastrofico...anche a me ha fatto sempre storcere il naso pensare che un impatto, pur violento che sia, possa avere conseguenze mortali fino alla parte opposta del globo! 10 km sono tantissimi è vero, ma rispetto ad una sfera di 40000 km di circonferenza rimane pur sempre come sparare un granello di sabbia ad altissima velocita contro una roccia grossa come un pallone da calcio...non sto mettendo in discussione ciò che pare ormai essere afferato e riaffermato...faccio solo fatica a comprenderlo appieno!
vero,d'altronde per quante simulazioni virtuali si possano ipotizzare difficilmente si può capire cosa succederebbe in eventi simili......nessuno riesce a comprenderlo appieno,solo la prove dei fatti darebbe la risposta,ma speriamo di non dovere confrontarci con essa
Dunque, bisogna fare qualche premessa prima di descrivere un ipotetica situazione, frutto in ogni caso di seri e comprovati studi basati su simulazioni rispecchianti la realtà.
La prima cosa da considerare è la composizione chimica del meteorite.
Ferrose: Composte soprattutto di ferro e nichel
Ferrose rocciose: Composte da una miscela di Ferro e materiale roccioso
Condriti: Di gran lunga il maggior numero di meteoriti ricade in questa classe; esse sono simili per composizione al mantello e alle crosta del pianeta Terra.
Condriti carbonacee:Simili per composizione al Sole meno gli elementi volatili (Acqua gas ammoniaca ecc.ecc.)
Acondriti: Simili ai basalti terrestri (lava raffreddata) le meteoriti che si ritengono originarie della Luna e di Marte sono acondriti.
Ciò detto, considerando che le ferrose sono di gran lunga le peggiori in caso di impatto (chissà perchè!!!) ma parlando di quelle dimensioni, ferroso o roccioso farebbe poca differenza. Per dimensioni inferiori, (70 100m di diametro) un ferroso raggiungerebbe il suolo provocando effetti del tipo "meteor crater" un roccioso effetti del tipo "Tunguska" disintegrandosi a poche centinaia di metri dal suolo investendolo con la sua energia.
Consideraimo il secondo fattore.
Peggio in mare o sulla terraferma?
Poca differenza, apocalisse su scala globale in ogni caso, sarebbe però, al contrario di quanti molti pensano, peggio in mare, inquanto oltre all’ovvio, catastrofico terremoto conseguente l’impatto, si solleverebbe uno tsunami di proporzioni abnormi che causerebbe danni incredibilmente esagerati.
Ora parliamo delle conseguenze, premettendo che già un meteorite di 1500/2000m di diametro libererebbe in atmosfera l’energia sufficiente per causare conseguenze su scala globale, immaginate cosa potrebbe provocare una meteora di massa 5 volte superiore.
Aspetti meccanici dovuti all’impatto, quindi la formazione di un cratere ed il conseguente terremoto ad esso associato, con effetti catastrofici entro un raggio di alcune centinaia di chilometri; si stima che un oggetto con dimensioni di 10 km possa produrre un cratere avente come minimo 100 km di diametro, variabile a seconda della composizione dello stesso.
Ipotizzando, poi, una caduta in mare (evento certamente più probabile dato il rapporto terre emerse/mari sul nostro pianeta) si deve considerare anche il conseguente, come già detto, tsunami, la cui potenza distruttiva sarebbe tutt’altro che trascurabile.
Con onde che, si stima, in prossimità delle coste, potrebbero raggiungere l’altezza di migliaia di metri.
Oltre ai meccanici anche fenomeni Termici interesseranno le zone limitrofe, fra tutti il peggiore sarebbe la caduta di materiali incandescenti espolsi dall’impatto, causa sicura dell’accensione di immensi incendi nelle zone circostanti.
Soppressione della fotosintesi clorofilliana: L’atmosfera terrestre (tutta) si oscurerebbe a causa dalla permanere sospensione nell’atmosfera delle polveri, dei fumi e delle ceneri prodotte dagli incendi, fenomeno che comporta conseguenze irreparabili non solo per il regno vegetale, ma per l’intera biosfera. Sarebbe come togliere le fondamenta a una casa.
Diminuzione della temperatura ambientale: per l’effetto delle polveri e delle ceneri, che farebbero da scudo ai raggi solari almeno 10-20 gradi in meno per un periodo d’alcuni anni.
Con conseguenze catastrofiche per quanto riguarda le colture e quindi il sostentamento
La situazione successiva sarà caratterizzata invece da un drastico innalzamento delle temperature causato dall’innesco del meccanismo dell’effetto-serra. (Venere rules, 450°C, non sarebbe così estremo ma abbiamo un chiaro esempio nel nostro sistema solare di cosa l'effetto serra può fare)
Il conseguente aumento di vapore d’acqua nell’atmosfera concorrerà a sua volta ad incrementare ulteriormente tale effetto-serra, prolungandone gli effetti anche per molte migliaia di anni.
In linea di massima quanto scritto è quello che accadrebbe.
1) in uno scenario simile cosa accadrebbe allo strato di ozono nell'atmosfera?
2) avevo letto - non ricordo dove, perdonatemi - che in circostanze più o meno simili a quelle descritte nel post citato si potrebbe avere, invece (o successivamente) che un forte innalzamento delle temperature, un abbassamento altrettanto notevole, dovuto all'assorbimento della CO2 da parte delle rocce basaltiche portate in superficie dalle conseguenze dell'impatto, tanto da portare a qualcosa di simile a un fenomeno del tipo "snowball earth". E' uno scenario plausibile?
Grazie.
Ipotizzando, poi, una caduta in mare (evento certamente più probabile dato il rapporto terre emerse/mari sul nostro pianeta) si deve considerare anche il conseguente, come già detto, tsunami, la cui potenza distruttiva sarebbe tutt’altro che trascurabile.
Con onde che, si stima, in prossimità delle coste, potrebbero raggiungere l’altezza di migliaia di metri.
Oltre ai meccanici anche fenomeni Termici interesseranno le zone limitrofe, fra tutti il peggiore sarebbe la caduta di materiali incandescenti espolsi dall’impatto, causa sicura dell’accensione di immensi incendi nelle zone circostanti.
Soppressione della fotosintesi clorofilliana: L’atmosfera terrestre (tutta) si oscurerebbe a causa dalla permanere sospensione nell’atmosfera delle polveri, dei fumi e delle ceneri prodotte dagli incendi, fenomeno che comporta conseguenze irreparabili non solo per il regno vegetale, ma per l’intera biosfera. Sarebbe come togliere le fondamenta a una casa.
Diminuzione della temperatura ambientale: per l’effetto delle polveri e delle ceneri, che farebbero da scudo ai raggi solari almeno 10-20 gradi in meno per un periodo d’alcuni anni.
Con conseguenze catastrofiche per quanto riguarda le colture e quindi il sostentamento
La situazione successiva sarà caratterizzata invece da un drastico innalzamento delle temperature causato dall’innesco del meccanismo dell’effetto-serra. (Venere rules, 450°C, non sarebbe così estremo ma abbiamo un chiaro esempio nel nostro sistema solare di cosa l'effetto serra può fare)
Il conseguente aumento di vapore d’acqua nell’atmosfera concorrerà a sua volta ad incrementare ulteriormente tale effetto-serra, prolungandone gli effetti anche per molte migliaia di anni.
In linea di massima quanto scritto è quello che accadrebbe.
Ed ulteriori polveri e gas si riverserebbero in atmosfera, aggiungendosi al materiale scagliato dall'impatto.
Il raffreddamento planetario successivo potrebbe durare decisamente molto più a lungo di quel che si pensa...
Questo sottile strato di gas ci difende dai raggi del sole e funziona grazie a un delicatissimo equilibrio.
[cito wikipedia]
O2 + radiazione UV -> O· + O·
O· + O2 -> O3
In seguito le radiazioni solari dissociano una molecola di ozono in una di ossigeno biatomico ed una in ossigeno monoatomico:
O3 + radiazione UV -> O2 + O·
Durante la notte l'ossigeno monoatomico, essendo altamente reattivo, si combina con l'ozono per formare due molecole di ossigeno biatomico:
O3 + O· -> 2 O2
Per mantenere costante la quantità di ozono nella stratosfera queste reazioni fotochimiche devono essere in perfetto equilibrio fra di loro, ma sono facilmente perturbabili da molecole che possono interferire in questo equilibrio, come i composti clorurati (come i clorofluorocarburi), i bromurati e gli ossidi di azoto.
Sono comunque moltissime le teorie di possibili futuri scenari a valle di una collisione, quella del fenomeno della "snowball earth" è una delle tante.