Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” descrive un’analisi della composizione chimica di una sorta di “shrapnel” (le pallottole cave che all’esplosione vanno in mille pezzi) di plasma espulsi dalla supernova che ha generato la nebulosa delle Vele Un team guidato da Federico García dell’Istituto di radioastronomia argentino che include i ricercatori dell’INAF di Palermo Marco Miceli, Fabrizio Bocchino e Salvatore Orlando ha usato il telescopio spaziale XMM-Newton per studiare i getti di plasma attorno ai resti della supernova scoprendo un’anomala abbondanza di silicio.
La Nebulosa delle Vele è un resto di supernova distante circa 800 anni luce dalla Terra. La stella progenitrice esplose probabilmente tra 11.000 e 12.000 anni fa generando la nebulosa e lasciando il suo nucleo sotto la forma di una stella di neutroni chiamata pulsar delle Vele. Lo studio dei resti delle supernove può fornire informazioni per capire meglio le stelle che sono esplose e gli eventi catastrofici in cui sono morte.
Questo studio della Nebulosa delle Vele si è concentrato sugli “shrapnel” costituiti da pezzi di materiali espulsi dalla supernova. La composizione di questi “shrapnel” è risultata curiosa perché uno di essi, indicato con la lettera A nell’immagine in alto, mostra nello spettro ai raggi X una forte abbondanza di silicio e ciò contrasta con quella della maggior parte degli altri “shrapnel”, i quali mostrano un’abbondante contenuto di ossigeno, neon e magnesio.
Un’altra eccezione è costituita dallo “shrapnel” indicato con la lettera G nell’immagine in alto, un fatto interessante perché i due “shrapnel” a elevatissimo contenuto di silicio sono in posizione speculare rispetto al centro della supernova. Secondo i ricercatori le loro caratteristiche costituiscono una prova del fatto che siano composti da plasma espulso da regioni molto all’interno della stella progenitrice sotto forma di due jet lanciati in direzioni opposte rispetto al centro di espansione della supernova.
La Nebulosa delle Vele è una candidata ideale per condurre analisi di quel tipo di “shrapnel” a causa della sua età e della sua posizione rispetto alla Terra. Infatti, strutture come quelle osservate al suo interno sono state scoperte in pochi altri resti di supernove e ciò ne aumenta l’importanza.
Il telescopio spaziale XMM-Newton ha permesso di osservare porzioni della Nebulosa delle Vele ai raggi X per raccogliere informazioni sul collasso del nucleo della stella progenitrice e sulla formazione degli “shrapnel”, processi di cui c’è una comprensione ancora limitata. I ricercatori sperano di effettuare nuove osservazioni quando verrà lanciato il telescopio spaziale russo SRG, conosciuto anche come Spektr-RG (Spektrum-Roentgen-Gamma) perché permetterebbe di osservare l’intera nebulosa.
Qui il preprint dell’articolo “Indications of a Si-rich bilateral jet of ejecta in the Vela SNR observed with XMM-Newton”
Articolo di Massimo Luciani originariamente pubblicato su tachyonbeam.com
Ringrazio per la preziosa collaborazione corrado973.
Commenta per primo!
Aggiungi un Commento