Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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La Corona Boreale
Si tratta di una piccola costellazione ben riconoscibile anche in città, grazie alla luminosa Arturo che ne consente un’agevole individuazione nel cielo. Una volta tanto abbiamo davanti agli occhi una costellazione inconfondibile formata da 7 stelle disposte a forma di diadema con una bella stella luminosa al centro, a rappresentarne la pietra preziosa, e le altre ben visibili nel cielo luminoso cittadino.
Secondo i parametri scelti dal sottoscritto per classificare le costellazioni e parlarne in questa serie di articoli (in particolare il numero di stelle vicine, il numero di quelle più grandi di un certo valore ed il numero apparentemente bassissimo di oggetti deep sky), la Corona Boreale si trova verso il fondo della lista. Sappiamo però che per noi appassionati qualunque costellazione è sempre e comunque affascinante! La facile riconoscibilità la fa balzare in avanti di tantissime posizioni… e poi sappiamo che la Natura ha in serbo molte sorprese!
L’applet 3D ci consente di vedere le stelle che compongono la Corona Boreale: come sempre si distaccano dal foglio virtuale, grazie alle frecce destra e sinistra, mentre cliccando “f” non succede niente, dal momento che la corona è proprio lì ben visibile.
Cliccando “n” vediamo che al suo interno non esistono stelle molto vicine, mentre come vedremo ce ne sono 3 abbastanza grandicelle.
Vediamo ora la rappresentazione della costellazione nelle mappe stellari da me prese come riferimento, rappresentazione ovviamente quasi identica.
Nell’Uranometria appare più come una ghirlanda
mentre secondo Hevelius
e secondo Stellarium
viene rappresentata come una corona regale.
Tre stelle di grandezza importante
Detto già che nessuna stella tra le più vicine al Sole è presente in questa costellazione, viceversa dal diagramma di comparazione con altre stelle più grandi ed altre più note incontrate nel corso della varie puntate della rubrica, vediamo che ce ne sono tre che balzano subito agli occhi.
La più grande delle tre è μ CrB, una gigante rossa di classe spettrale M2 con un diametro pari a ben 82 volte quello del Sole: è ben difficile immaginare quanto possa essere maestosa ed inquietante una stella 82 volte più grande del nostro Sole ed allora in nostro aiuto viene la foto realizzata con Celestia da una distanza di 10 UA (quella di Saturno dal Sole). Come comparazione, sul lato destro ho aggiunto proprio il Sole come si vede dalle parti del pianeta con gli anelli: davvero impressionante!
Solo leggermente più piccola è l’altra supergigante rossa, ν1 CrB, anche lei di classe spettrale M2 e dotata di un diametro pari a 76 volte quello solare.
L’ultima del terzetto non scherza nemmeno lei come grandezza: si tratta della supergigante ν2 CrB di classe spettrale K5, con un diametro pari a ben 50 volte quello del Sole. Assieme alla stella citata in precedenza forma una coppia di stelle visuale (visibile con un buon binocolo) : le due componenti ν1 e ν2 si trovano rispettivamente a 640 e 594 al dal Sole e Celestia ci conferma non trattarsi di una stella binaria dato che la distanza reciproca è di ben 46.7 al.
Passando come di consueto alle facezie, aggiungo soltanto che la foto della stella più grande della Corona Boreale mi è stata spedita dai miei amici Microbi, che a dispetto del nome hanno un’altezza spropositata, tanto che di scarpa portano (guarda tu i casi della natura) proprio il numero 82.
Oggetti deep sky
Per la Corona Boreale abbiamo una sola foto, realizzata dal fantastico Hubble Space Telescope (HST): questo fatto potrebbe far pensare erroneamente che questa costellazione sia piccola ed insignificante rispetto alle altre, per alcune delle quali viceversa avevo pubblicato decine di foto di splendide galassie, ammassi stellari e nebulose.
Ed invece no! Analizzando meglio la foto ci accorgiamo che quello che vediamo non è un qualunque cluster formato da stelle, ma è un cluster decisamente particolare, denominato Abell 2065
invece di contenere un insieme di stelle, possiamo accertare che questo ammasso consta di più di 400 galassie, il tutto in appena 1° quadrato di cielo. Riflettiamo un istante su questa piccola differenza! Mentre in un ammasso stellare ogni punto luminoso è una stella, in questo caso i punti luminosi sono galassie!
Come dicevo all’inizio questa è una piacevole sorpresa: provate a contare quanti oggetti (principalmente ellittici) riuscite a vedere nella foto! Siete in grado di immaginare quante stelle siano effettivamente presenti (anche se non visibili!) in questa fotografia?
Ancora una volta la Natura ci mostra delle meraviglie assolutamente imprevedibili!
Nomi di stelle e visibilità
Tra le stelle della Corona Boreale, solo due hanno ricevuto nomi, dei quali il primo è abbastanza conosciuto.
- Alphecca (α CrB): la luminosa dell’anello rotto, chiamata anche con il nome latino Gemma
- Nusakan (ß CrB): le due serie
Per quanto riguarda la visibilità della costellazione, all’orario solito e comodo delle 21, si ha che si trova bassa sull’orizzonte, a NordEst, nei primi giorni di marzo, per culminare a Sud nella seconda decade di luglio, per poi trovarsi bassa sull’orizzonte, a NordOvest, ai primi d’ottobre.
Letto avidamente.