MARTE – la miniserie del National Geographics (seconda parte)

In questo articolo concludo la mia recensione della mini-serie “Marte” del National Geographics.


Questa mini-serie mi è piaciuta parecchio: a parte alcuni inevitabili momenti di stanca e di lungaggini, le sei puntate sono state realizzate da persone che decisamente ci sanno fare, sia dal punto di vista della sceneggiatura, delle riprese, dell’impostazione delle singole puntate, sia soprattutto dal punto di vista scientifico. Rispetto ad altri film ben più blasonati e conosciuti (ricordate Il Sopravvissuto, recensito da me qui) in queste puntate si è privilegiata la scienza (ed anche la fantascienza, ovviamente!) piuttosto che la spettacolarità, usando i tempi e i modi di un documentario, come avevo ampiamente detto nella prima parte.

Anche in questa seconda parte farò inevitabilmente degli spoiler sulle vicende narrate e suggerisco perciò di vedere la serie o le puntate rimanenti: a me nessuno mi paga per questo tipo di pubblicità ed a maggior riprova del mio distacco, confesso che le varie puntate le ho tutte scaricate da uno dei mille mila siti di streaming esistenti nel web. In questo modo poi, convertendo ognuno dei sei file in formato avi, mi è stato molto semplice catturare le immagini che vi ho proposto e che vi sto segnalando. Tutto questo grazie a quel “vecchio” ma validissimo programma gratuito (VirtualDub), una super moviola che consente di modificare, editare, insomma gestire, qualsiasi filmato in formato avi. Il rovescio della medaglia è ovvio, così come facevo notare ai miei amici: guardando una serie o un film in diretta, in TV, in un canale di solito a pagamento, si hanno tutti i benefici del caso, il primo dei quali è la visualizzazione sullo schermo del proprio televisore in alta se non altissima definizione. Invece io mi accontento della risoluzione fornita dai vari siti di streaming: soprattutto il mio interesse è il download.

Detto questo, aggiungo che neanche nelle ultime tre puntate ho incontrato nulla che facesse scattare il pignolone che c’è in me e che voi conoscete! In pratica mi limiterò a pubblicare foto e commenti riguardanti le vicende che a mano a mano si svolgono.

La terza puntata

A questo punto, il primo insediamento umano su Marte è una realtà, con tutte le ovvie e prevedibili problematiche legate alla necessità di  far convivere all’interno di un seppur grande manufatto un numero sempre crescente di scienziati atterrati in zona: oramai gli atterraggi sono una realtà consolidata, con il passare degli anni ed ora non si vede più scritto “2033“, ma date successive,  per arrivare stabilmente al “2037“.

La responsabile di tutto l’equipaggio, delle missioni ed operazioni di Olympus Town, Hana Seung (la gemellina di Joon, dapprima addetta alle comunicazioni, ma poi diventata responsabile amministrativa della missione) ha il suo bel daffare per gestire i vari personaggi, alcuni simpatici, altri meno, per poter vivere tutti una vita quanto più possibile “terrestre” in un ambiente decisamente ostile.

La vicenda diventa sempre meno spettacolare (come invece era accaduto nelle prime puntate) e si occupa più che altro della caratterizzazione dei singoli personaggi, dei rapporti umani con le altre persone e delle loro inevitabili idiosincrasie: sono gli scienziati migliori della Terra, ma pur sempre esseri umani.

Ogni tanto viene mostrato l’aspetto del pianeta: mentre un’astronave è in fase di avvicinamento, si può vedere in alto a destra un’altra icona molto suggestiva e ben nota a noi appassionati di Astronomia, la costellazione di Orione

astronave in avvicinamento a Marte, con vista di Orione
astronave in avvicinamento a Marte, con vista di Orione

e successivamente un paio di fantastiche cartoline illustrate del pianeta, con in primo piano la meravigliosa Valles Marineris

in primo piano la Hebes Chasma e più a sud la Marineris Valles
al centro la Hebes Chasma e più a sud la Valles Marineris

e

al centro della foto il maestoso Sharomov Crater
il maestoso Sharomov Crater

In quest’altra foto vediamo invece il Monte Olimpo, che gli appassionati conoscono molto bene: si tratta di un vulcano enorme (in alto a sinistra, al centro) accompagnato dai tre vulcani disposti curiosamente come le tre stelle della Cintura di Orione.

quattro dei cinque monti più alti di Marte
quattro dei cinque monti più alti di Marte

Sono davvero quattro vulcani spettacolari, il maggiore dei quali, l’Olimpo si erge per circa 21 km, mentre gli altri tre non sono certo da meno: abbiamo rispettivamente l’Ascreus Mons (in alto a destra) alto 18 km, l’Arsia Mons (quello più a sud) anche lui di circa 18 km ed infine il Pavonis Mons (quello centrale) alto solo 14 km. Detto che anche l’Elysium Mons (sul bordo sinistro della foto) sfoggia i suoi bei 14 km di $altezza$, riflettiamo sul fatto che sulla Terra l’Everest è quasi una collina con i suoi 8 km di quota…

Infine abbiamo un’altra bella immagine di Marte con la Via Lattea ben in vista

la Via Lattea ed il pianeta rosso
la $Via Lattea$ ed il pianeta rosso

La quarta Puntata

Qui le vicende si complicano parecchio per la popolazione : una terribile tempesta

una tempesta di sabbia si sta avvicinando...
una tempesta di sabbia

si sta avvicinando pericolosamente ad Olympus Town

davvero terrificante
davvero terrificante

costringendo gli scienziati a rimanere forzatamente all’interno dell’insediamento senza possibilità di uscire all’esterno.

La situazione peggiora per il fatto che le batterie solari sono impossibilitate a funzionare per la forte copertura da parte della sabbia ed inoltre c’è un guasto al generatore nucleare. Le cartoline di Marte mostrano ora un pianeta decisamente più sbiadito e piatto

Marte con in atto una grande tempesta di sabbia
Marte con in atto una grande tempesta di sabbia

Sappiamo bene che questa delle tempeste non è una finzione, ma una realtà del già inospitale pianeta rosso, dal momento che i primi sorvoli negli anni ’70 da parte di sonde automatiche le avevano rilevate, in tutta la loro grandezza: non sono fenomeni locali, ma addirittura planetari. L’insediamento umano, pur essendo posto in profondità, risente della forte presenza di sabbia nell’aria.

l'insediamento umano sui Marte
l’insediamento umano sui Marte
Informazioni su Pierluigi Panunzi 519 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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15 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Io una critica agli sceneggiatori la muovo: va bene che in una missione del genere ci siano rischi non previsti, però qui siamo arrivati ai toni d'una tragedia greca!

    "L'ottimismo è il sale vita!", diceva Tonino Guerra... sotto tale aspetto, qui siamo sull'insipido come le pietanze di mia moglie (); peccato, perché lo show è tutt'altro che insipido. Una buona notizia, dopo tanta micragna: la grande scoperta!

  2. Io sono rimasto un po' deluso da due fattori, in primis il fatto del portellone... cosa ci faceva lì? Se non sbaglio l'ingresso principale era provvisto ovviamente anche di una camera intermedia di decompressione... quindi a cosa doveva servire questa porta secondaria? Così facile da aprire per di più! Tanto valeva mettere una semplice porta con maniglia anti-panico per agevolare l'uscita...
    La scoperta della biologa invece non è che mi sia dispiaciuta, ma l'ho trovata un po' troppo romanzata per una serie che comunque doveva essere un documentario. Comunque in generale sono rimasto molto soddisfatto, senz'altro da vedere!

  3. in effetti anche io ho pensato che tutti i portelloni verso l'esterno DEVONO avere una camera stagna e come minimo dovrebbero avere una sicurezza che impedisca l'apertura se non abilitata da un comando centrale... uno arriva lì, crede di andare al bagno e ...

    è che ancora non ci sono ragazzini di mezzo che scorrazzano qua e là per la base!!
    intorno al 2043-44 sai quante stragi di scienziati a causa di (sicuri) bimbi irrequieti che toccano di tutto e di più...

    già... a pensarci bene mai nessun film di fantascienza ha affrontato questo problema, che viceversa non dovrebbe essere assolutamente sottovalutato!!
    tutte le volte che si vedono bambini (mi vengono in mente Newt di Alien 2, quelli terribili di Screamers, quelli della serie Ascension, ecc ecc) sono già grandicelli e consapevoli di quello che potrebbero combinare... tanto ci pensano i botanici ad uscire fuori di testa e a combinare guai!!!

    comunque sarebbe carina una seconda stagione... chissà...

  4. Di buono...molto buono c'è che non siamo nemmeno vicini alla solita "americanata" piena di scenografia ridicola e navicelle più o meno improbabili..e direi finalmente!!! E' un docu-film riuscito per adesso veramente bene, anche io sono alla terza puntata e fino ad ora devo dire che è vero come dici tu, a un certo punto ti immergi completamente nella storia e sembra di viverla in prima persona...Ammetto che ho provato davvero una sorta di empatia per i personaggi che raccontavano cosa "lasciavano a Terra"...Sono però un pò deluso, perchè pur riconoscendo che la missione è altamente pericolosa a livello umano, non ci ho visto di buon occhio la morte del capitano, insomma, c'è già una marea di gente che critica tutte le spese che vengono fatte per le missioni spaziali (piuttosto che usare soldi per curare i malati etc etc etc....), se poi ci si imbatte in una morte di uno dei protagonisti, apriti cielo! La fortuna è che chi commenta in quel modo di solito non è per nulla interessato alla materia e a questo genere di film!! :-)

    Speriamo in più stagioni!!!!

  5. Ho visto una puntata e mezza.

    Carino, ben fatto, ma troppo sfigati.

    Per quale motivo si dovrebbe spaccare il supporto delle ruote del Rover dopo 50 km su un terreno sabbioso quando magari sulla Terra era stato testato per resistere a cose ben peggiori.
    Era Fiat ?

    Più facile avere l'astronave schiantata da un NEO durante la traversata.....

    Perchè si preoccupavano tanto se all'esterno c'erano -35 °C di giorno e -70°C di notte.
    Le tute o proteggevano oppure no. Mica le avranno prese da Ikea ?

    Stasera (fa troppo freddo per alzare ...il tubo al cielo) mi vedo il seguito....

  6. Citazione Originariamente Scritto da Disnomia Visualizza Messaggio
    Ho visto una puntata e mezza.

    Carino, ben fatto, ma troppo sfigati. [...[
    Sfigati....oddio non parlerei proprio di sfigati...Alla fine tra tutte le possibilità che avevano di raggiungere il punto di atterraggio corretto, avevano anche fatto i conti con tutte le possibili difficoltà che avrebbero trovato. Sovraccaricare il rover con il materiale in eccesso e loro avrebbe portato ad avere problemi, il terreno non definibile pianeggiante e liscio, avrebbe potuto causare danni anche di non poco conto, io trovo che il tutto sia di un realismo incredibile; in fondo quel problema potrebbe anche presentarsi veramente un giorno su Marte, non possiamo essere sicuri che la missione sia a rischio e problematiche 0. Per cui, molto realistico anche questo problema del rover, così come molto realistico il tutto fino ad ora.

  7. Che dire? L'unico incidente con perdite del programma spaziale americano si è verificato a terra. L'equipaggio dell'Apollo 13 è rientrato incolume nonostante tutto...

    Marte è una storia futuribile, scientificamente e tecnologicamente sostanzialmente corretta, ma paga lo scotto delle esigenze narrative e di copione (sceneggiatori sadici?).
    Sembra quasi una scommessa su chi sarà il prossimo a morire.

  8. Vabè passi il rover sfiga pura (che pensavano di trovare un'autostrada ?).

    Le buche di Roma sono moooolto peggio (giro in scooter ne so qualcosa).

    E' vero che era sovraccarico ma la gravità è molto più bassa.
    Perchè allora non si sono divisi e 3 non sono rimasti nella nave madre e 2 + il ferito
    partivano alla ricerca del campo ? Avevano più possibilità.
    La perdita peggiore è stato il comandante.
    Spesso, come in guerra, chi prende le decisioni giuste in una frazione di secondo in situazioni critiche
    inaspettate è quello che salva una missione.

    E poi i cunicoli di lava con ingesso orizzontale : come lo hanno trovato da terra con le immagini satellitari lo potevano fare anche prima come piano B nel caso non le trovavano coi droni.
    Hanno avuto tempo dal 2016 al 2033 per farlo. Dato che la missione era tutta li....
    Perchè cercarli quando sono rimaste 10 ore d'aria a causa di un'incendio ?
    E cosa ha preso fuoco, la grappa ?
    E' tutto ignifugo la dentro.


    Forse sono troppo critico.....ma volendo di punti deboli se ne trovano tanti.....

    (Scusate ma sono appassionato di fantascienza dagli anni 70....e ho letto tutto quello che c'era da leggere,
    la mitica serie Urania li ho letti tutti e molti 2-3 volte....)

    E sono a 2 puntate e mezza....

  9. Anch'io concordo: troppi punti deboli per un film/documentario con intenti scientifici e informativi.
    In effetti già l'incendio è molto poco plausibile, ma il portellone con accesso diretto all'esterno è imperdonabile.
    Ma per quale ragione qualcuno potrebbe aver necessità di aprire una porta sull'esterno senza camera di decompressione?
    Forse in sostituzione dei famosi tasti di autodistruzione?
    Mah!

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