Negli ultimi dieci anni, più gruppi di astronomi hanno identificato stelle luminose a più di 300.000 anni luce dalla Terra. Ho avuto la fortuna di scoprire la più lontana di queste stelle, una fredda gigante rossa che si trova a quasi 900.000 anni luce di distanza – la stella più lontana finora scoperta che è ancora legata alla nostra galassia. (Per confronto, il disco stellare della nostra galassia ha solo 100.000 anni luce di diametro. L’halo di materia oscura che circonda la nostra galassia dovrebbe estendersi fino a dieci volte più lontano, all’esterno di essa per 1 milione di anni-luce.)
Fin da quando il mio gruppo alla Rider University ha pubblicato i nostri risultati, abbiamo speculato su come quelle stelle avrebbero potuto essere così lontane. Forse un’interazione gravitazionale le aveva espulse dal disco della Via Lattea, o forse erano i membri più brillanti di un compagna oscuro, una galassia nana, oppure potevano anche essere i resti di una galassia da lungo dimenticata e triturata dalla gravità della Via Lattea.
Ora, in un risultato accettato per la pubblicazione dalla rivista Astrophysical Journal (disponibile online qui ), Marion Dierickx e Avi Loeb (entrambi presso la Harvard University) sostengono che l’ultimo scenario sembra il più probabile: alcune di queste stelle erano probabilmente membri di quella che fu la galassia nana del Sagittario.
La Galassia nana del Sagittario è il residuo di galassia nana meglio studiato legato alla nostra galassia. Questa piccola galassia passa vicino alla Via Lattea nella sua orbita e ogni volta che la sfiora, rilascia una scia di stelle. I flussi di stelle orbitano ad anello attorno alla nostra galassia disegnando curve maestose che attraversano il cielo. Steve Majewski ed i suoi collaboratori hanno per primi mappato i resti della galassia utilizzando le fredde giganti rosse identificate nelle osservazioni di 2MASS. Ulteriori osservazioni, effettuate utilizzando la Sloan Digital Sky Survey, hanno affinato le posizioni, le distanze e le velocità di queste stelle.
Partendo da queste mappe, Dierickx e Loeb hanno riavvolto l’orologio computazionale del loro modello all’indietro per più di 8 miliardi di anni, all’epoca in cui la Galassia nana del Sagittario dovrebbe aver interagito per la prima volta con la Via Lattea. Poi hanno variato la velocità iniziale e la direzione della galassia nana nella loro simulazione. “La velocità di partenza e l’angolo di approccio hanno un grande effetto sulla orbita, proprio come la velocità e l’angolo di lancio di un missile determina la sua traiettoria”, spiega Loeb. Guarda l’animazione qui .
Poi hanno lasciato lavorare le simulazioni ed hanno confrontato i loro risultati con le 11 stelle più lontane individuate nella Via Lattea. Cinque di queste stelle hanno le posizioni, le velocità e le distanze previste per i membri della Galassia nana del Sagittario a distanze molto grandi. Le altre sei potrebbero essere membri di un’altra ex galassia nana, ma questo è meno certo.
“Altri intrusi dal Sagittario sono là fuori, solo in attesa di essere trovati”, dice Dierickx.
Come scienziato alla ricerca di stelle lontane, trovo il lavoro di Dierickx e Loeb molto eccitante. Conferma l’esistenza di queste stelle a grandi distanze, e dà osservatori una mappa per cercarne ancora di più. Spero che avremo molte scoperte stellari in più nei prossimi anni.
Articolo originale QUI.
Ringrazio per la preziosa collaborazione corrado973.
Commenta per primo!
Aggiungi un Commento