Gli alieni potrebbero ricevere le trasmissioni inviate dalla NASA alle sonde spaziali?

è quello che si sono domandati due ricercatori dell’Università della California di Los Angeles (UCLA)

Da un po’ di tempo a questa parte il sito UniverseToday sforna articoli (tradotti dal sottoscritto) riguardanti eventuali civiltà aliene intelligenti che potrebbero inviare sonde automatiche oppure intercettare i messaggi delle nostre torri dei cellulari oppure da ultimo captando le potenti trasmissioni che la NASA indirizza alle sonde spaziali: in particolare le Voyager, le Pioneer e la New Horizons, ormai al di fuori dei confini del Sistema Solare dopo tantissimi anni dal loro lancio e dal loro viaggio tra i pianeti giganti e gassosi.

Come sempre l’articolo in questione tratta da un punto di vista (fin troppo) scientifico e complesso la possibilità che potrebbero avere delle civiltà aliene di intercettare i messaggi che vengono sparati dalla NASA verso le cinque vecchie sonde: ancora una volta non si parla di omini verdi e di altre amenità care alla fantascienza e vietate dal nostro sito preferito.

Laurence Tognetti, l’autore di chiare origini italiche, parla di questa possibilità in un articolo davvero lungo e astruso, ma che in fondo in fondo contiene informazioni (tecniche) interessanti e oggetto di studi da parte di ricercatori: in questo caso la traduzione ragionata dell’articolo prevede anche un riassunto dei vari concetti espressi, per non appesantire ulteriormente la lettura.

Vai Laurence!

Studi recenti…

… collezionati dalle Publications of the Astronomical Society of the Pacific, esaminano la possibilità che civiltà aliene possano intercettare le trasmissioni della NASA, visto che attualmente è possibile per chiunque tracciare queste trasmissioni nel sito del DSN Now (Deep Space Network Now), che mostra in real time i dati delle trasmissioni da e verso tutte le sonde. (ndr: i più temerari e interessati possono accedere al sito a questo indirizzo e cercare di capire qualcosa dei dati forniti! )

Come sappiamo la Voyager 1 ha ufficialmente lasciato il Sistema Solare nell’agosto 2012, seguita parecchi anni dopo (novembre 2018) dalla sorella Voyager 2: entrambe ora viaggiano nello spazio interstellare. Le altre tre sonde, le Pioneer 10 e 11 e la New Horizons, invece devono ancora oltrepassare i limiti del Sistema Solare (l’eliopausa ).

qui sono mostrate le due sonde Voyager al di fuori dell’eliosfera e che stanno attraversando lo spazio interstellare

Uno dei due autori di questo tipo di studi sull’intercettazione di messaggi verso le sonde da parte di civiltà aliene, Reilly Derrick, è stato ispirato da uno studio del 2019 in cui si esaminavano quali stelle potrebbero essere incontrate dalle Voyager e Pioneer nei prossimi milioni di anni.

Derrick (insieme al coautore Howard Isaacson) espande l’idea di base identificando quali stelle hanno incontrato o incontreranno le trasmissioni verso le sonde spaziali: il volume dello spazio interstellare interessato da queste trasmissioni è più ampio e perciò maggiore è il numero di stelle potenzialmente interessate.

In aggiunta a questo c’è il fatto che le trasmissioni viaggiano alla velocità della luce e perciò sono (ndr: un tantinello, appena appena! ) più veloci delle sonde e per questo motivo ci si può aspettare che civiltà aliene potrebbero ascoltare (o aver già ascoltato!) queste trasmissioni e magari rispondere molto prima.

I due indomiti ricercatori hanno perciò studiato le trasmissioni tra il DSN e le cinque sonde, incrociando i dati con la telemetria fornita dal sistema Horizons del JPL (ndr: i cui dati li utilizzo per i miei programmi sulle sonde spaziali ) e sfruttando i dati del GCNS (Gaia Catalogue of Nearby Stars), il monumentale database stellare ottenuto per mezzo della sonda GAIA dell’ESA.

Gli autori si sono limitati nei loro studi alle appena  331.312 stelle che si trovano a meno di 100 parsec dalla Terra (326 anni luce) : grazie ai loro studi hanno trovato così quante e quali sono le stelle che possono incontrare le trasmissioni della NASA nel loro viaggio senza fine nell’universo, alla velocità della luce.

Ebbene hanno trovato che i messaggi verso la New Horizons incontrano 142 stelle, quelli della Pioneer 11 ne incontrano 241, quelli della Voyager 1 ne incontrano 289, quelli della Voyager 2 ne incontrano 325 ed infine i messaggi verso la Pioneer 11 incontrano 411 stelle. In totale 1408 stelle: niente male!

A differenza delle trasmissioni normali (radio televisive ad esempio) che viaggiano in tutte le direzioni partendo dalla Terra, le trasmissioni verso le sonde sono invece rappresentate da segnali più potenti, mirati e diretti verso un obiettivo particolare, anche se molto deboli quando arrivano in prossimità delle stelle (ndr: tutti i segnali si attenuano con la distanza ).

Lo studio dei due ricercatori permetterà di focalizzare l’attenzione di enti quali il SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) fornendo dei potenziali target verso cui puntare i radiotelescopi in attesa di un’eventuale risposta, invece di scansionare tutto il cielo sperando di intercettare qualcosa, in modo molto casuale.

Trasmissioni attraverso lo spazio

Dal momento che i segnali radio viaggiano alla velocità della luce, i ricercatori hanno calcolato il tempo che trascorre tra la Terra ed una certa stella, ottenendo l’anno in cui una civiltà extraterrestre potrebbe intercettare (o avere già intercettato) queste trasmissioni ed infine hanno calcolato l’anno in cui noi potremmo ricevere la loro risposta, nel caso in cui i simpatici alieni decidessero di rispondere immediatamente.

Derrick afferma che “i nostri studi hanno trovato 5 stelle dalle quali si potrebbero ricevere risposte entro il 21° secolo ed altre 2 se consideriamo i prossimi 100 anni. Anche se questo è un numero molto basso di stelle confrontato con tutte le stelle che ci circondano, è molto eccitante  il fatto che esiste una seppur piccola probabilità che una civiltà presente in una di queste stelle possa riconoscere le trasmissioni umane e possa poi rispondere in tempi umani“.

Tabellone e tabelline

(ndr: a questo punto nell’articolo viene mostrata una tabella enorme e molto complessa

tabellona con le 25 stelle ottenute dagli studi dei due ricercatori

contenente una marea di numeri. Io ne ho creata una più piccola, che focalizza l’attenzione sulle prime 7 stelle di cui si parlava prima.

tabellina più semplice con le prime 7 stelle derivate dagli studi

Questa tabella contiene le seguenti colonne:

  • il nome della sonda
  • la sigla (abbreviata!! ) della stella nel catalogo GAIA
  • la distanza in anni luce
  • l’anno del contatto, quello in cui il messaggio arriva o è già arrivato alla stella
  • l’anno di ritorno, in cui potremmo ricevere l’agognata risposta
  • la classe spettrale della stella interessata

Dalla tabellina emerge che già 4 stelle potrebbero aver ricevuto i messaggi diretti dalla NASA ad altrettante sonde (dal 2002 al 2018), ma per la loro risposta c’è da attendere ancora un bel po’ di anni! )

In questa tabellina si vede che le 5 stelle da cui si potrebbero ricevere risposte entro questo secolo sono poste a meno di 50 anni luce, mentre le ultime due (la cui risposta è prevista entro 100 anni) si trovano a meno di 73 al, distanze molto piccole in termini di scala cosmica.

Conclusioni

“Questo tipo di ricerche, così come la scoperta che una delle 5 stelle simili al Sole hanno un pianeta come la Terra, sono state possibili solo grazie alla tecnologia moderna” afferma Isaacson. “Noi abbiamo adesso la capacità di rilevare la tecnologia di una civiltà aliena distante e ciò è davvero notevole. Sono passati circa 400 anni da quando Giordano Bruno aveva suggerito che altri mondi come la Terra potrebbero orbitare attorno altre stelle: ma questa sua affermazione e convinzione non gli ha portato molto bene…

Ora abbiamo l’evidenza scientifica dell’esistenza di tali mondi ed allora siamo all’inseguimento della prossima grande scoperta: vita intelligente al di là della Terra.” (ndr: non mi pronuncio )

Per adesso, quello che possiamo fare è continuare a scansionare il cielo alla ricerca di segnali di vita intelligente. Ma lassù ci sarà una civiltà tecnologica a ricevere le nostre trasmissioni? E noi ne riceveremo la risposta?

(ndr: nel 1963 il grande Bob Dylan cantava “The answer is blowing in the wind” )

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 481 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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3 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Ciao Pierluigi, una cosa simile, con le dovute digressioni di sceneggiatura, non e' anche l'antefatto del film Contact?
    Nel film si parla delle prime trasmissioni broadcasting della televisione, pero' alla fine si tratta sempre di radiazione elettromagnetica che si propaga nello spazio.

  2. no, c'è una differenza notevole ...
    le trasmissioni televisive vengono irradiate a 360° in orizzontale, per avere la massima copertura terrestre...
    però le antenne trasmettono anche un po' in direzione verticale e sono quelle le trasmissioni che si disperdono nello spazio. (vedi "Contact")

    le trasmissioni verso le sonde invece avvengono in un'unica direzione, quella dove si trova la sonda e sono ottimizzate perché non ci siano dispersioni al di fuori del lobo a forma di sigaro.

    nelle trasmissioni TV l'energia è spalmata in tutti i 360° orizzontali, mentre nelle trasmissioni verso le sonde l'energia è concentrata nel fascio

    in tutti i casi la potenza del segnale diminuisce con la distanza e questo richiede una grande potenza iniziale, dato che le antenne riceventi delle sonde non possono essere enormi....

  3. Si, effettivamente, la trasmissione televisiva e' brodcast e rivolta verso i ricevitori terrestri, il resto che si disperde nello spazio e', diciamo, incidentale.