MARTE – la miniserie del National Geographics (quarta parte)

Con altre tre puntate si conclude la seconda stagione della serie di fantascienza proposta dal National Geographics, dove si parla del futuro della colonizzazione di Marte e dei problemi che questa inevitabilmente comporterà


Conclusione della recensione della serie TV

Ripulita dalla polvere di anni di giacenza tra le cartelle dei miei articoli, ecco riapparire anche l’ultima parte di questa miniserie di articoli che parlano della serie TV del National Geographics.

Per chi volesse leggere le puntate precedenti, qui trovate la prima, la seconda e la terza, mentre a questo indirizzo troverete tutte le mie recensioni, scritte nel corso di vari anni.

Le ultime puntate

Con la sesta puntata si chiude anche la seconda stagione della serie “MARTE”, lasciando intravvedere la possibilità di ulteriori stagioni, visto che comunque la storia potrebbe avere tantissime evoluzioni : a quanto pare però la serie non avrà una continuazione.

Senz’altro stavolta qualche piccolo spoiler lo farò, ma non penso minimamente di parlare di tutte le vicende, umane e materiali che si susseguono giorno dopo giorno sul pianeta rosso, in modo molto intricato.

Il mio giudizio sulla serie MARTE è rimasto inalterato negli anni : veramente ben fatta, con incroci continui tra la fantascienza pura e la cronaca di tutti i giorni di ciò che accade alle due comunità, di esploratori e di scavatori.

Anche in questa puntata proporrò qualche spezzone interessante di filmati o semplici fotografie che mi ero appuntato man mano che vedevo le puntate: come per la prima stagione, non ho critiche particolari da muovere, ben contento che una volta tanto la Scienza (e l’Astronomia in particolare) non sia stata stravolta.

Il quarto episodio

Di questo episodio non dico nulla, proprio per non rovinare il piacere di chi volesse seguire questa serie: purtroppo parla di qualcosa che tutto sommato potrebbe benissimo capitare laddove c’è una comunità di persone.

La salute delle persone è un fattore fondamentale e dovrà essere ben tenuta in conto per mantenere in vita la gente senza particolari traumi, pronti ad affrontare qualsiasi tipo di imprevisto non avendo la possibilità immediata di aiuti da parte della Terra.

Nel corso della puntata, nei flashback riguardanti eventi passati, ma strettamente attuali, viene mostrato uno scorcio di una città verissima e di come hanno risolto (si spera) l’annoso problema del traffico.

Dopo aver visto questo filmato

ho felicemente sfruttato la ricerca di Google per immagini, trovando che la città in questione è Shanghai: si tratta del Nanpu Bridge e della famosa e famigerata Spiral Road.

Se vi volete divertire, cercate “Spiral Road” su Google e troverete forse ancora un sito che mostra le Spiral Roads sparse in tutto il mondo: ne esistono tante e tra queste veniva citata pure l’autostrada Torino-Savona…

La quinta puntata

Puntata decisamente più tranquilla della precedente e con qualche spunto in più tra le mie annotazioni.

Intorno a Marte è sempre presente un alto numero di satelliti che studiano costantemente le caratteristiche geologiche e fisiche del pianeta

Scopo dei primi insediamenti umani sarà quello di trovare l’acqua, un elemento fondamentale per la vita di tutti i giorni, dato che le scorte non dovrebbero essere perenni ed illimitate.

Sulla superficie di Marte, la sonda segnala la presenza di qualcosa, all’interno della Candor Chasma, una vallata per fortuna abbastanza vicina ad Olympus Town, proprio a Nord della Valles Marineris.

Questo sito della NASA permette di lavorare su mappe di Marte, realizzate da foto catturate dalla sonda Mars Globar Surveyor: ho catturato questa mappa della Valles Marineris

Una zona di Marte tratta da foto del satellite MGS
Una zona di Marte tratta da foto del satellite MGS

dove ho indicato approssimativamente la posizione dei due insediamenti umani e la Chasma in questione.

Un sopralluogo è d’obbligo da parte della capa dell’insediamento dei buoni

ma purtroppo si è trattato di un falso allarme.

Traffico sulla Terra

In un altro flashback ci mostrano come il problema del traffico è sentito parecchio in ogni angolo del mondo, ed in particolare a Londra

Pianeti gassosi e nani

Ad un certo punto viene mostrato questo filmatino che sono ben felice di mostrarvi:

Saturno, Giove e Plutone sono sempre e comunque meravigliosi da vedere in un contesto, dove viceversa si parla quasi esclusivamente di Marte.

Di questo trittico di corpi celesti vengono mostrate immagini molto recenti, rispettivamente delle sonde Juno e New Horizons e Cassini.

La sesta ed ultima puntata

Si tratta, a mio modesto parere, della migliore della seconda stagione, appassionante, piena di movimento e di situazioni difficili vissute da parte delle due comunità terrestri sul suolo di Marte, colpite da un martemoto

Ancora una volta i personaggi principali colloquiano grazie a bellissimi dispositivi mobili rigorosamente trasparenti

un bellissimo tablet trasparente
un bellissimo tablet trasparente

che però soffrono dei problemi dei dispositivi nostrani, quali la presenza di riflessi provocati dalle lampade all’interno dei locali

Gli schermi non sono antiriflesso
Gli schermi non sono antiriflesso

Molto spazio è dedicato a Marte, decisamente fotogenico

Così come è fotogenica la nostra bellissima Italia in questo filmato, che in versione più breve era stato proposto nella penultima puntata

si tratta ovviamente di riprese da parte della Stazione Spaziale Internazionale (la famosissima ISS).

Chiudo la mia analisi multimediale mostrando il risultato, stavolta positivo, del processo di terraformazione iniziato dai nostri eroi (buoni e cattivi) grazie all’utilizzazione di specchi solari

Siamo arrivati a maggio del 2045, allorché i solerti satelliti mostrano, in prossimità di uno dei Poli di Marte, il risultato di tante fatiche, le prime nuvolette.

Fantascienza? Ovviamente sì, ma chissà che non si riesca davvero un domani in qualcosa di simile, senza scomodare antichi abitanti di Marte e apparecchiature sofisticate, come appaiono nel famoso film Atto di Forza – Total Recall, con Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone nella primissima versione del 1990 e nel più recente remake del 2012 dove è presente la stupenda Jessica Biel.

Un paio di annotazioni finali

Nella nomenclatura ufficiale delle caratteristiche superficiali Marte, appare parecchie volte il termine chasma, lemma latino ma di origini greche, indicante un tipo di valle particolarmente scoscesa o un grande canyon.

Conoscevo l’utilizzazione di questo termine per Marte, ma non sapevo che è utilizzato anche per formazioni presenti su altri pianeti (Venere) e satelliti (Mimas, Teti, Dione e Rea di Saturno, Ariel, Titania ed Oberon di Urano e da ultimo Caronte, di Plutone).
Alle formazioni naturali sono state assegnate via via denominazioni variamente ispirate a miti e culture del passato ed opere letterarie dei secoli scorsi ma anche moderne.

Un merito della serie è quello di inserire filmati (in flashback rispetto alle vicende future marziane, ma del nostro presente) riguardanti i grossi problemi legati all’ambiente (principalmente lo scioglimento dei ghiacci), alla sovrappopolazione ed agli eventi che si susseguono quotidianamente sulla Terra (maremoti, terremoti, tsunami, incendi, ecc).

In questo contesto viene citato l’Ice Bridge, un’operazione a vasta scala da parte della NASA, per monitorare lo stato delle regione polari e dello scioglimento dei ghiacci, per mezzo di ricognizioni continue da parte di satelliti specializzati e di velivoli appositamente preparati per questo compito.

Confesso che conoscevo pochissimo questa missione che tra l’altro è proprio l’artefice della foto di un iceberg rettangolare

Un curioso iceberg rettangolare, fotografato recentemente
Un curioso iceberg rettangolare, fotografato recentemente

Anni fa esisteva un articolo, sempre del National Geographics, in cui era spiegato il perché si formino iceberg con questa forma decisamente innaturale, ma a detta degli esperti, non così rara: purtroppo a distanza di anni non sono più riuscito a ritrovarlo.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 529 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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