MARTE – la miniserie del National Geographics

In questo articolo volevo recensire le prime puntate di una mini serie creata dal National Geographics (che d’ora in poi abbrevierò con NG), particolarmente suggestiva…

Questa volta farò parecchio spoiler e parlerò diffusamente delle prime tre puntate della serie “MARTE”: dopo averle seguite con interesse (ed osservate con attenzione). Vi suggerisco di vederle, prima di leggere questo articolo, se non altro per capire di cosa sto parlando.

Nel sito del NG si legge che questa miniserie è a metà tra un documentario (grazie alle testimonianze delle menti più brillanti della scienza) e un film (con ricostruzioni fedeli e precise di una perfetta missione spaziale), MARTE ci racconta come sarà finalmente possibile replicare lo sbarco dell’uomo sulla Luna sul nuovo pianeta, grazie a una nuova colonia spaziale ecosostenibile.

È proprio quello che ho pensato guardando la prima puntata: NG ci ha abituati a documentari veramente interessanti e ben fatti e quello di cui sto parlando (da pignolone) mi ha molto impressionato per la realizzazione ineccepibile soprattutto dal punto di vista scientifico.

Confesso di avere osservato queste tre puntate così come avevo fatto ad esempio con il film The Martian – Il Sopravvissuto (qui trovate la mia recensione) cercando se in qualche punto i realizzatori avessero privilegiato la spettacolarità alla Scienza ed all’Astronomia: praticamente tutto perfetto a tal punto che mi sono divertito a ricreare situazioni e immagini, cercando di documentarmi il più possibile in rete. In questo modo posso divulgare a voi appassionati quanto visto e imparato.

Una miniserie interessante

La serie tratta del primo sbarco dell’uomo su Marte nel 2033 e guardando le varie puntate si ha davvero l’impressione di seguire un documentario se non proprio un telegiornale, catapultati di 17 anni in un futuro molto “umano”, realistico, vicino al mondo odierno, senza improbabili automobili che volano, senza guerre e malattie oramai sconfitte e altre caratteristiche tipiche dei film di fantascienza.

Viceversa troviamo un salto tecnologico tutto sommato prevedibile e non impossibile, con stampanti 3D per la creazioni di parti di ricambio, schermi video potenti ma non olografici (tipo Minority Report e simili), tute non così ingombranti quali quelle degli astronauti veri dell’Apollo sulla Luna, l’uso di droni di ricognizione e la ricerca di location particolari sotto la superficie di Marte, dove poter installare la vera e propria base protetta da radiazioni esterne. A questo proposito qualche anno fa avevo tradotto un paio di articoli di Science@NASA sui lucernari e sui tubi di lava, però sulla Luna: comunque il discorso è assolutamente valido anche per Marte

L’alternanza della narrazione di vicende del 2016 e del 2033, col passare del tempo cambia connotati: all’inizio si percepisce bene quando si parla dell’odierno e quando è il futuro, ma dopo un po’ ci si immerge nella vicenda ed allora si compie la magia. Sembra davvero di vivere le vicende del 2033 guardando un telegiornale ed un documentario con parecchi flashback verso il passato, un 2016 ormai già lontano.

Questa è ovviamente una mia opinione, un mio pensiero ed a caldo è scattato il pignolone che è in me, alla ricerca di verifiche di quanto riportato in queste prime puntate: mi sono perciò messo alla ricerca in internet di siti che parlassero degli eventi citati e con mia grande sorpresa ho trovato addirittura un sito dell’International Mars Science Fundation (IMSF, che potete trovare qui) in cui si trova la cronologia degli accadimenti che riguardano la missione Daedalus verso e su Marte. Il tutto finora senza spoiler verso le nuove puntate, ma parlando di quello che è accaduto fino alla fine della puntata in corso, con una cronologia molto interessante.

Si parte!

Iniziamo dall’anno. In tutte le puntate si parla del 2033, ma (salvo errori od omissioni del sottoscritto) non è mai segnalata la data dell’evento: come consuetudine in tutte le missioni robotiche verso Marte, la partenza, il volo e l’atterraggio devono avvenire quando la nostra Terra e Marte si trovano in una particolare posizione nello spazio, considerati i circa sei mesi di viaggio previsti per l’arrivo al pianeta rosso. In particolare il volo deve avvenire quando Terra e Marte sono prossimi ad un’opposizione di quest’ultimo, fatto che consente di sfruttare la vicinanza dell’obiettivo della missione: infatti si ha che il 28 giugno 2033 Marte si troverà in $opposizione$, brillando di un’ottima magnitudine pari a -2.5 nel Sagittario, all’interno della sua famosa Teiera. La minima distanza dalla Terra si avrà pochi giorni dopo, il 5 luglio, a 63.28 milioni di km.

Tutto questo per dire che la data dell’atterraggio non era stata certo buttata lì a casaccio dai realizzatori! Dal sito citato in precedenza, apprendiamo che ciò avverrà (stavo per dire è avvenuto) il 18 novembre 2033, in una regione di Marte particolarmente intrigante, la Melas Chasma posta all’interno della famosissima Marineris Valley, il ben noto canyon lungo più di 4000 km a confronto del quale il Gran Canyon americano sembra una valle qualunque. Nel corso della puntata si vedono i mega schermi del centro di controllo a Londra

l'immagine del centro di controllo della missione
l’immagine del centro di controllo della missione

dove in mezzo è riportato un diagramma in cui è segnata la posizione dell’avamposto in cui gli astronauti dovevano andare a vivere e più tardi è indicato il punto di atterraggio (o ammartaggio che dir si voglia) avvenuto a ben 75.3 km dal punto prefissato.

il punto di atterraggio della Daedalus
il punto di atterraggio della Daedalus

Dall’immagine tratta dal film si può solo intuire la collocazione (dato che le coordinate non risultano leggibili) solamente sfruttando le indicazioni riportate, mentre nel sito dell’IMSF si trova addirittura questa immagine :

il sito di atterraggio secondo l'IMSF
il sito di atterraggio secondo l’IMSF

penso stata fatta in base al film e non faccia parte dei diagrammi della puntata stessa : sarebbe stato simpatico aver trovato anche le altre immagini e diagrammi presenti nei vari monitor del centro di controllo. Se controllate bene è presente addirittura uno svarione tipografico, che vi invito a trovare da soli!

Grazie a questo diagramma il sottoscritto si è messo in moto, prima con Celestia

foto della parte centrale della Valles Marineris fatta con Celestia)
foto della parte centrale della Valles Marineris fatta con Celestia)

e poi con il sito della NASA su Marte:

il dettaglio della stessa zona, dal sito della NASA
il dettaglio della stessa zona, dal sito della NASA

La linea spezzettata verde del diagramma è sicuramente una curva di livello, che tecnicamente viene indicata come isoipsa: si dovrebbe trattare della linea di livello 0 (quella che sulla Terra è di riferimento per le quote slm, sul livello del mare) e che per il caso di Marte è stata creata convenzionalmente, dato che il pianeta rosso non ha un mare che possa fare da riferimento.

In quest’altra immagine, davvero spettacolare, vediamo rappresentate con colori le differenti quote dei vari luoghi della superficie di Marte, mentre ho indicato un certo numero di punti di cui parlerò in seguito

i falsi colori rappresentano le quote dei vari punti della superficie marziana
i falsi colori rappresentano le quote dei vari punti della superficie marziana

Questa immagine è davvero molto importante ed utile per scoprire parecchie caratteristiche della superficie di Marte: vi suggerisco di osservarla a piena risoluzione, cliccandoci sopra, tenendo in particolare attenzione la scala di colori riportata sulla sinistra in basso. Al limite scaricatela e potrete seguire meglio le mie considerazioni.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 459 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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